domenica 18 dicembre 2016

Comune. Slitta l'arrivo della terna commissariale.



Nicotera. La terna commissariale non è ancora arrivata a palazzo Convento. Si presume se ne parli ormai a gennaio, passate le feste. Il consiglio comunale è stato sciolto, per infiltrazioni mafiose, lo scorso 23 novembre. Già all’indomani della notizia del provvedimento firmato dal Presidente della Repubblica, si attendeva in città l’arrivo dei commissari. Ma nulla di fatto. La gestione dell’ente, dal 5 novembre scorso, giorno in cui Franco Pagano rassegnò le dimissioni da sindaco, è stata affidata al vice prefetto di Vibo Valentia, Lucia Iannuzzi. La novità è che la Iannuzzi, già il 23 novembre, giorno di uscita del decreto di scioglimento, è stata nominata commissaria straordinaria, il che lasciava già intuire che si sarebbero allungati i tempi dell’arrivo dei tre funzionari ministeriali. Salvo proroghe, i cittadini ritorneranno alle urne, nel maggio del 2018, altrimenti se ne parlerà nel novembre dello stesso anno.
Come più volte rilevato, Nicotera è forse l’unica cittadina italiana ad aver conosciuto tre scioglimenti per mafia consecutivi, in poco più di dieci anni. Se consideriamo che lo scioglimento di un consiglio comunale, laddove si palesano infiltrazioni mafiose nella gestione del comune, e il conseguente commissariamento, nasce dalla determinazione dello Stato di effettuare un repulisti nell’ente infettato dal germe della mala pianta. E’ un modo, dunque, per epurarlo dalle infiltrazioni che ne hanno pregiudicato una gestione che dovrebbe essere condotta all’insegna del rispetto delle leggi e soprattutto lontana, nei contesti ad alta pervasività mafiosa, come il territorio nicoterese, da ogni forma di ricezione di richieste da parte della criminalità organizzata. Ma a Nicotera parrebbe proprio che il commissariamento antimafia non abbia raggiunto il suo obiettivo: quello che di educare l’ente alla legalità. Se il consiglio comunale della cittadina costiera per tre volte consecutive è stato sciolto per mafia significa una cosa sola: che la criminalità organizzata è radicata nell’ente comunale, e che due commissariamenti- mentre un terzo si appresta ad insediarsi a palazzo Convento- non hanno scalfito un “sistema” che, evidentemente, è talmente ben strutturato e organizzato nella macchina amministrativa che rigorose squadre di commissari prefettizi non riescono ad intaccare. Probabilmente sciogliere la parte politica non basta, forse alcuni settori andrebbero scandagliati a fondo. Finchè non si individuano e non si disattivano quei trait d’union, che spesso si annidano nella parte tecnico-burocratica dell’ente, tra la politica e la mafia, ogni terna commissariale rischia di non incidere più di tanto a beneficio del comune e del territorio.

venerdì 16 dicembre 2016

Il Porto turistico: un progetto faraonico in un territorio pieno di disagi.



Nicotera. Il porto turistico non si farà, in quanto la gara d’appalto è andata deserta. La notizia è di pochissimi giorni fa. E’ una comunicazione della Suap ad annunciare che la costruzione dell’infrastruttura, progetto faraonico dell’ex amministrazione Pagano, per il momento è da riporre in un cassetto, e non si sa se e quando potrà essere riesumata.  Sarebbe dovuta sorgere nel lato Sud nell’arenile di Nicotera Marina, e precisamente nei pressi del fosso San Giovanni dove la costa si presenterebbe adeguata al progetto. Se le cose fossero andate per il verso giusto, i lavori, per come lo scorso aprile annunciò in conferenza stampa un entusiasta Franco Pagano, sarebbero iniziati nella seconda parte del 2017. Il porto è un antico sogno nicoterese. Già nel lontano ’78 si favoleggiava sulla costruzione di una struttura portuale che avrebbe potuto portare benefici turistici a Nicotera. A quei tempi la cittadina tirrenica era al massimo del suo splendore: la Valtur andava alla grande, fiorivano numerose strutture ricettive e Nicotera era meta di turisti per sei mesi l’anno. Poi le cose cominciarono a girare male. Quel mare che attirava migliaia di turisti ora li faceva scappare via, viste le sue pessime condizioni. Con la giunta Reggio il progetto ritornò in auge, ma finì nell’elenco dei motivi dello scioglimento per infiltrazioni mafiose di tale esecutivo, in quanto il porto, nelle intenzioni di Salvatore Reggio, doveva nascere non in località San Giovanni ma in zona “preicciola”, dove vi erano i terreni di un figlio del fratello latitante. Passata la seconda terna commissariale, e con l’avvento dell’esecutivo Pagano, l’iniziativa tornò alla ribalta. L’amministrazione comunale pubblicò nel gennaio 2016 una manifestazione di interesse rivolta agli intermediari finanziari. A rispondere fu l’Aspfinance, un advisor garantito dalla Banca d’Italia. Dopo un proficuo incontro, fu firmata una convenzione tra le parti. Il compito dell’advisor era quello di supportare l’Ente nella finanza di un progetto il cui importo complessivo era di 19.980.000. I posti barca previsti erano 365, ma non solo. Il prospetto contemplava anche una serie di servizi accessori, come distribuzione carburanti, uscita gommoni, rimessaggio, bar, spazi commerciali, officine. Grande attenzione si sarebbe poi prestata ai progetti di realizzazioni di attività ristorative, e ciò per la nota vocazione di Nicotera alla “dieta mediterranea”. Quasi 1.500 mq per commerciale, ristorazione e servizi.
Ma il sogno è sfumato. Nessuno si è fatto avanti per proporre la propria offerta, benchè pare vi fossero degli imprenditori interessati alla cosa. Cosa può aver scoraggiato i partecipanti alla gara? Probabilmente il terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale della città che dovrebbe ospitare la costosa infrastruttura. La paura degli offerenti di aver a che fare con gli avidi appetiti della criminalità organizzata; ma a questo temibile rischio non è azzardato aggiungere le pessime condizioni del mare, che ormai da anni funesta le estati nicoteresi. Troppe incognite su un progetto grandioso che non può non fare i conti con un contesto difficile, irto di insidie.
(nella foto, l'ex assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito illustra il progetto del porto alla stampa)

domenica 11 dicembre 2016

Movimento 14 luglio: il direttorio, le proteste e i manifestanti ignari di tutto.



Nicotera. Il Movimento 14 luglio si prepara ad una nuova manifestazione. L’appuntamento è per lunedì mattina, alle 9, in piazza Mercato, a Nicotera Marina. Uno dei più appassionati attivisti del civico sodalizio ha esortato, attraverso Facebook, i cittadini ad aderire alla manifestazione. Motivo del ritrovo, testualmente, la rivendicazione del “diritto all’acqua salubre”. Ciò che invece i cittadini invitati ad aderire all’evento non sanno, almeno attraverso l' "avviso" pubblico, è verso chi è diretta tale rivendicazione, né dove materialmente si andrà. E che si andrà da qualche parte è cosa che si può facilmente desumere dal fatto che si chiede di giungere in loco a bordo della propria automobile. Dove si va, quindi, non si sa. Riserbo assoluto. In pratica si chiede di aderire, senza fare troppe domande, e l’effetto sorpresa sarà assicurato. A quanto pare la destinazione e il destinatario dell’azione del comitato non sono stati specificati neanche con altri social network, generalmente utilizzati per le "autoconvocazioni". Sta di fatto che la richiesta di adesione rivolta ai cittadini si fa quantomeno anomala in mancanza di uno straccio di informazione.
Eppure, dichiaratamente, lo spirito democratico è alla base di un movimento che in più occasioni ha preteso di essere "orizzontale". Infatti, una delle regole fondanti del civico sodalizio è che tutte le decisioni sono prese dall’assemblea dei cittadini. Questo si decise già all’indomani del 14 luglio, giorno dell’occupazione di palazzo Convento, quando i manifestanti si costituirono in un comitato civico le cui deliberazioni erano sancite dall’assemblea popolare. Tuttavia già allora si palesavano ai cittadini soggetti dotati di una capacità innegabile di sintesi, frutto di esperienza politica e professionale talvolta pluridecennale, e perciò capaci di influenzare il resto dell’assemblea. Su tutti lo stimato ingegnere Tonino D’Agostino, così come suo nipote Arturo Lavorato, innegabilmente uno dei maggiorenti del movimento. Non senza merito, del resto. Lavorato, in particolare, è un comunista dichiarato, nonché fine intenditore di rivolte contadine in America Latina. E per questi motivi si pone, per esperienza e preparazione specifica, quale mente strategica dell’assemblea. Lo specialista delle proteste è lui. Lo zio, invece, è la mente più prettamente politica e tecnica. Il Movimento è stato indubbiamente capace di portare avanti lotte di un certo peso. Anche se, ad onor del vero, ancora i frutti dell’impegno profuso non sono stati capitalizzati a beneficio del territorio. Tornando alla manifestazione a sorpresa di lunedì, una cosa analoga accadde lo scorso 22 luglio, quando il comitato si recò a protestare davanti alla sede della prefettura, ove si svolgeva un tavolo tecnico al quale i rappresentanti del sodalizio erano stati invitati a partecipare dal prefetto Carmelo Casabona. Durante quella convulsa mattinata i manifestanti dalla sede della prefettura si diressero vero gli uffici dell’Asp, qualche centinaio di metri più avanti. La cosa che val la pena sottolineare è che anche in quell’occasione, come per l’iniziativa di lunedì, molti manifestanti, se non tutti, furono condotti davanti agli uffici dell’Asp. Con tutta probabilità da quei tre o quattro che avevano pianificato l’occupazione dell’Azienda sanitaria provinciale. Cioè, il grosso dei dimostranti ignorava dove si stava dirigendo. In seguito all’occupazione dell’Asp molti militanti, colti di sorpresa, non vollero aderire all’occupazione di quegli uffici, rifiutando di essere trattati come dei bagagli a mano da trasportare di qua e di là. Mentre già taluni adombravano l’esistenza di conflitti politici tra alcuni maggiorenti del Movimento e i vertici dell’Asp.

sabato 10 dicembre 2016

Riparato il danno in località Mineo. Permane il quid acqua sporca in Marina.



Nicotera. Una copiosa fuoriuscita d’acqua ha invaso il terreno circostante, rendendo la zona interpoderale, nei pressi di località a Mineo, un pantano. L’area si trova a pochi metri dall’acquedotto Medma, gestito notoriamente dalla Sorical. Uno squarcio nella tubatura, forse ascrivibile alle piogge ininterrotte dei giorni scorsi, ha causato la perdita. Sono stati i cittadini ad allertare la Sorical della criticità in atto. Prontamente sono giunti in loco i tecnici della società che hanno posto fine al problema. Eraldo Biondi, responsabile  zonale della Sorical per il territorio di Vibo, ha spiegato che la conduttura riparata conduce l’acqua a Preitoni, e non a Nicotera Marina, come si potrebbe dedurre in un primo momento. Il responsabile ha inoltre precisato che molto presto tali condutture saranno sostituite, proprio per efficientare il servizio. Un servizio piuttosto complesso. Infatti, dall’impianto Medma partono tre tubi. Uno serve esclusivamente Nicotera Marina, un altro Preitoni Vecchio, che a sua volta andrà a servire Monte Poro e parte di Vibo; un altro ancora conduce l’acqua a Preitoni Nuovo, e da qui a Joppolo, Ricadi e Tropea. Permane l’irrisolto quid della questione acqua a Nicotera Marina, che, in alcune aree, continua a giungere di un colore che non depone affatto nel senso della salubrità. E qui l’intera faccenda comincia a tingersi di giallo, esattamente come l’acqua che arriva nelle case dei cittadini. La Sorical, esami alla mano, è in grado di certificare che l’acqua che esce dall’acquedotto è perfettamente potabile. Punto di forza le analisi effettuate dall’Asp. Per l’azienda sanitaria provinciale il problema è risolto. Esami di verifica ed esami di routine dimostrano che l’acqua è pulita. Cosa strana è che il fenomeno acqua sporca in Marina riguarda solo alcune zone, mentre altre sono immuni dell’annosa criticità. Una spiegazione che finora non è mai stata adeguatamente presa in considerazione è che possa essere l’obsoleto impianto idrico comunale a creare tali problematiche. Finora l’unica a salire sul banco degli imputati è stata la Sorical, la quale, oggettivamente, prima di mettere mano ai costosi lavori alla struttura Medma (più di 750 mila euro), aveva le sue innegabili colpe: mancavano degli adeguati impianti di filtraggio che ripulisse l’acqua dai residui di ferro e manganese presenti in gran copia nell’acqua che fuoriusciva dall’acquedotto. Per il comitato civico sorto in difesa dell’acqua la Sorical era il nemico numero uno, tant’è vero che tra le sue istanze c’è anche il distaccamento del Comune di Nicotera dall’approvvigionamento fornito dalla nota società per la gestione delle acque. Posizione perfettamente condivisa anche dall’ex amministrazione Pagano, la quale ha più volte espresso la volontà di sganciarsi dalla Sorical. Sempre dall’ex giunta è partito, lo scorso giugno, un esposto contro la Sorical per la questione acqua. Tuttavia, a tali propositi non sono mai seguite delle azioni concrete che spianassero la strada all’indipendenza dall’acquedotto Medma. Ad esempio: i famosi pozzi  che avrebbero dovuto essere costruiti in località Santa Barbara, e, nella fattispecie, in un terreno confiscato alla criminalità organizzata, in realtà, non hanno mai visto la luce. Né, d’altra parte, sono mai state effettuate delle serie verifiche sullo stato di salute delle tubature comunali. La sensazione ampiamente condivisa è che sulla delicata questione acqua in Marina qualcuno abbia voluto imbastire un avvilente lotta politica, che si consuma non necessariamente a livello comunale, anzi, il vero agone pare sia quello regionale.

martedì 6 dicembre 2016

Nicotera Marina. Fervono i preparativi per la festa dell'Immacolata.



Nicotera. La frazione Marina è in fermento. Fervono i preparativi per la festa più attesa dell’anno, quella dell’Immacolata. Ma definirla festa religiosa è forse riduttivo. Per i cittadini di Nicotera Marina, il giorno dell’Immacolata è un evento straordinario. Non è solo il giorno in cui moltissimi compaesani ritornano a casa per prendere parte ad un rito secolare, ma è anche un appuntamento imperdibile con la Madre Celeste per chiedere a lei sostentamento e protezione. Ed è una preghiera rivolta principalmente dai devotissimi pescatori che da secoli vivono grazie ai frutti del mare. Una richiesta di buon raccolto, di rendere generoso e mite il mare, di ammansirlo, che offra con abbondanza i propri tesori, perché grazie al mare i pescatori possono sostenere le loro famiglie. La festa dell’Immacola non è dunque una semplice processione, ma è un atto votivo, propiziatorio, un modo per esorcizzare una pesca povera, e l’avvocata dei poveri pescatori è la Madre di Dio. A mezzogiorno in punto, l’8 di dicembre, la statua lascia la chiesa matrice e si dirige verso la spiaggia. Qui i portatori della sacra effigie la cederanno ai pescatori, gli unici che per antica tradizione possono immergerla nelle acque del mare, perché è qui, nel lontano 1820, che la statua fu rinvenuta. Da Palmintieri, quartiere collinare di umili contadini, fu avvistata una cassa di legno. Alcuni giovani si precipitarono in Marina, credendo di trovare all’interno della misteriosa teca oggetti di valore. Invece vi trovarono l’effigie dell’Immacolata. Era il 7 di settembre. Da allora la Madonna, per fede e acclamazione popolare, fu eletta protettrice della piccola cittadina di pescatori. La processione in mare ripercorre esattamente il tragitto fatto dalla cassa di legno fino al punto in cui fu rinvenuta. Ampia la partecipazione popolare, dai paesi vicini in tanti giungono in Marina di Nicotera per seguire da vicino il suggestivo evento religioso.