domenica 26 febbraio 2017

Mirabello, Censore e Don Francesco in una conferenza sulla violenza e il ruolo dello Stato.



Nicotera. Si terrà domani sera, presso la sala consiliare del Comune, una conferenza dal titolo evocativo “L’incubo della violenza, il ruolo dello Stato”, con il sottotitolo “Dopo la profanazione del cimitero comunale la voce di Chiesa, politice, enti e associazioni”.  L’evento, infatti, si ricollega al ben noto fatto di cronaca relativo alla devastazione della cappella della famiglia Reggio, da parte di soggetti tuttora ignoti. Il convegno, organizzato da un non meglio precisato Comitato organizzativo spontaneo, si propone di discutere di tematiche strettamente attuali e vede scendere in campo politica e Chiesa. Quest’ultima rappresentata da don Francesco Vardè, parroco della cattedrale di Nicotera. La politica è invece espressa da Michele Mirabello, consigliere regionale, e da Bruno Censore, onorevole nazionale. Il fatto che siano presenti due esponenti del PD è collegato ai trascorsi politici di Salvatore Reggio che, con tale partito ha sempre avuto forti legami, tant’è vero che il figlio Manuel ha ereditato dal padre la visibilità nell’ambito di tale schieramento politico, a punto che ne è diventato segretario cittadino. Anche la politica, dunque, entra in scena nel caso della profanazione del cimitero nicoterese, un gravo fatto di cronaca che ha impressionato molto i cittadini e per il quale don Francesco Vardè ha organizzato una marcia di solidarietà per la famiglia Reggio e, nello specifico, per Manuel, sebbene non sia ancora chiaro, in base alle scritte impresse sul muro esteriore dell’edicola funeraria di famiglia, se il vero oggetto della macabra intimidazione al camposanto sia davvero il figlio, e non il padre Salvatore. Ma ora è tempo di discutere di criminalità e soprattutto del ruolo dello Sato, più volte tirato dalla giacca in questa occasione. Don Francesco siederà con i politici del Pd per affrontare temi estremamente attuali. Più volte il parroco di Nicotera in questi giorni si è espresso sull’intimidazione al cimitero, anche tramite i social network, sempre invitando le istituzioni ad una più efficace presa di posizione nei confronti degli atti delinquenziali che funestano il territorio. Una presa di posizione tardiva, dopo il silenzio della Chiesa locale, su molti altri gravi episodi di cronaca accaduti a Nicotera.

Carabinieri a piedi tra la gente. L'iniziativa incontra il plauso dei cittadini.





Nicotera. Carabinieri a piedi, tra la gente, per le vie del paese. I militari dell’Arma, per disposizione del nuovo Comandante della stazione di Nicotera, Vittorio Iacobino, da circa una settimana alternano l’abituale giro di perlustrazione in automobile con una camminata in città, per stare in contatto con i cittadini, per infondere loro fiducia e fargli sapere che l’Arma c’è. La novità è stata accolta con entusiasmo dalla gente. Durante l’ormai abituale giro di ronda i cittadini porgono il loro plauso ai militari: sono entusiasti di vederli tra la gente, pronti a dare ascolto a tutti, a dialogare, ad interagire con una comunità che ha un grande bisogno di sicurezza e di credere nelle istituzioni. Ed il senso della disposizione emanata dal Comandante Iacobino è proprio quella di creare un collante tra l’Arma e i cittadini, di indurre quest’ultimi a rivolgersi sempre e comunque ai Carabinieri, gli unici, sul territorio, a poter garantire sicurezza, giustizia e legalità. E se questo può sembrare scontato in qualsiasi altra plaga del mondo, qui, in questo territorio dilaniato dal malaffare e da cultura mafiosa, è un concetto rivoluzionario. In un contesto in cui l’apologia della ndrangheta è imperante, e si esprime tramite una serie di messaggi sublimali, ma non troppo; tramite lo sfoggio dell’opulenza e del potere (vedesi il caso elicottero, autentico spot del potere mafioso); in un contesto in cui tale propaganda viene nei fatti sostenuta dalla sistematica delegittimazione delle Forze dell’ordine, l’iniziativa promossa dal Comandante Iacobino- carabiniere d’altri tempi dal polso d’acciaio-  vuole essere una contromossa alla campagna denigratoria dell’Arma. I Carabinieri ci sono sempre per i cittadini, tiene a sottolineare il Comandante, ma con le ronde a piedi si vuole rendere ancora più tangibile la loro presenza. La disposizione che vede i Carabinieri in giro per il paese è l’ennesima occasione per mettere in luce il difficile compito dei militari in un contesto come quello nicoterese, completamente privato della videosorveglianza e contrassegnato anche da una certa reticenza da parte della gente nel collaborare in caso di fatti delittuosi. In questo senso, come sottolineato, si colloca l’azione messa in campo dal neo Comandante della stazione di Nicotera: invitare la gente alla fiducia e alla collaborazione al fine di costruire un ambiente migliore più salubre e vivibile, mondato, soprattutto, dall’oppressione mafiosa che immobilizza i cittadini in una stato di paura e rassegnazione.
Il ruolo dei Carabinieri è fondamentale per il senso di sicurezza dei cittadini. L’auspicio condiviso ora è che la caserma di Nicotera, venga potenziata, in termini di unità. La città tirrenica ha visto troppe volte smantellati dei presìdi legalità (come, ad esempio, la tenenza della Guardia di Finanza a Nicotera Marina, che, dopo novant’anni di servizio, è stata chiusa e accorpata alla Tenenza di Tropea). Eppure questo è un territorio che di legalità ha fame e sete, e l’appello della gente perbene al diritto alla sicurezza non può cadere inascoltato. I commissari prefettizi, attualmente alla guida di palazzo Convento, hanno posto, tra le loro priorità, l’intercettazione dei fondi per un impianto di video sorveglianza al fine di monitorare una città spesso teatro di fatti criminosi turbolenti.

sabato 25 febbraio 2017

Perquisizione da parte dei Carabinieri nell'abitazione della scrittrice Maria Lombardo.Denunciata inoltre per vilipendio alle Istituzioni.



Nicotera. Vilipendio delle Istituzioni. E’ questa la denuncia che l’Arma dei Carabinieri di Nicotera ha sporto nei confronti di Maria Lombardo, scrittrice neoborbonica e blogger, la quale si è fatta titolare, tramite il social network Facebook, di una serie di insulti contro i Carabinieri. Nello stesso giorno in cui le è stata notificata la denuncia, i militari, guidati dal Comandante Vittorio Iacobino, hanno effettuato all’interno dell’abitazione della stessa una perquisizione, in quanto vi erano i presupposti previsti dall’articolo 41 del T.u.l.p.s. I militari cercavano armi, munizioni e sostanze esplodenti.  L’atteggiamento dispregiativo tenuto dalla Lombardo in questi mesi contro l’Arma è speculare alla condotta apologetica nei confronti della criminalità organizzata. Condotta che la stessa ha tenuto sul suo profilo, oltre che nel gruppo “Nicotera meraviglia della Calabria”, ma, soprattutto, nel gruppo fondato lo scorso novembre da Emanuele Mancuso, figlio di Pantaleone, detto “u ngegneri”, boss della omonima consorteria mafiosa, attualmente latitante. Lo spazio virtuale creato dal Mancuso mirava esclusivamente ad offendere e denigrare l’Arma dei Carabinieri e, in generale, le Forze dell’ordine- per tale motivo è stato oscurato dalla Polizia postale. In questo ambito la Lombardo ha potuto esprimere parole di disprezzo nei confronti dei Carabinieri di Nicotera: frasi lesive della loro dignità personale e professionale. Al contempo sottolineava che la ndrangheta “ha un’etica” e “non uccide donne e bambini”. Tuttavia, pare che alla base della perquisizione effettuata dai Carabinieri ci sia anche la circostanza che una delle sue sorelle frequenti abitualmente l’abitazione di Emanuele Mancuso, svolgendo per la famiglia dello stesso una serie di mansioni quotidiane. E’ lecito supporre che l’atteggiamento ondivago della scrittrice neo borbonica unitamente all’assidua frequentazione della sorella con i Mancuso abbiano indotto i Carabinieri ad effettuare delle indagini. Maria Lombardo solo una settimana fa aveva tenuto un convegno a Limbadi, invitata dal sindaco Pino Morello, per parlare di storia, ricevendo pure il plauso di Salvatore Rizzo rappresentante di Libera, la nota associazione antimafia.

venerdì 24 febbraio 2017

Strade comunali ridotte a un colabrodo.






Nicotera. Le strade cittadine sono quasi tutte squarciate da buche profonde. A documentarlo sono le foto che corredano questo articolo. Non c’è via cittadina che non sia caratterizzata da crepe e affossamenti. Dalla centralissima via La Corte a via Foschea, a via Luigi Razza, tutti i percorsi centrali del paese sono diventati una groviera indecente a vedersi e impraticabile per le autovetture. Gli automobilisti sono infatti costretti a transitare nelle strade in oggetto effettuando delle pericolose gimkane proprio per evitare di finire con una ruota dentro una voragine. Le complicate manovre possono cagionare problemi al traffico o addirittura degli incidenti. A causare la penosa situazione delle strade potrebbero essere state le piogge torrenziali delle scorse settimane unitamente alla scandente qualità del bitume usato per tappezzare le strade nicoteresi da sempre conciate malissimo e puntualmente sistemate un po’ all’acqua di rose, senza che siano stati messi a punto dei lavori di sicurezza e decoro delle stesse.
Solo sei mesi fa, nell’agosto del 2016, l’amministrazione Pagano aveva approvato un progetto di lavori di manutenzione della pavimentazione di bitume delle strade comunali.
L’importo era di 21.533 euro fronteggiato con l’utilizzo delle rimanenze dei mutui contratti con la Cassa deposito e prestiti. Grazie a una delibera di giunta comunale del 27 maggio dello stesso anno si autorizzava l’ufficio tecnico ad integrare tale somma con un importo di € 9.990,  accollando la differenza al bilancio comunale.  A giudicarsi la gara d’appalto fu l’impresa Edilfabiano di Rombiolo con il ribasso del 29,17% . Il prezzo finale fu dunque di 19.237, oltre l’iva, 1.923 euro. Totale dei lavori 21.161. Nonostante i soldi spesi per rifare il manto stradale dopo sei mesi siamo punto e a capo. Ma ad aumentare le perplessità è che soltanto l’anno prima, il 22 giungo del 2015, la giunta comunale finanziò altri lavori per il rifacimento delle strade comunali: l’importo dei lavori fu, in quella occasione, di 22.300 euro. La gara d’appalto se l’aggiudicò la ditta Petruzza di Vena di Maida, per un importo di 19.512 euro, con un  ribasso dunque del 12,50%. Ma non è finita qui. Almeno due volte l’anno l’amministrazione comunale acquistava dei sacchetti di bitume da una ditta di Taurianova. Il materiale serviva evidentemente per rattoppare nuovi squarci sull’asfalto. Ma bastava uno scroscio di pioggia e quel bitume diventava fanghiglia. A tappare i buchi arrivavano presso la casa municipale 25 sacchi di bitume alla volta, con tanto di bolla di accompagnamento. Il 16 marzo 2015 il comune spese 951,60: erano 120 sacchetti contenenti i soliti 25 kili di materiale.  Il 2 settembre 2014 la stessa cifra.  Il 26 giugno 2014: 512 euro. L’anno prima, il 25 giugno 2013, la somma spesa fu uguale a 494,51 euro. E il 13 marzo dello stesso anno 508,20 euro. Nonostante questo impiego di denaro pubblico, ci sono strade cittadine che non hanno mai conosciuto opere di asfaltatura, come le due arterie della via Foschea, che forse gli unici lavori conosciuti sono quelli effettuati ai tempi della Giunta Adilardi. Soldi spesi a gogò, appalti e migliaia di sacchetti di bitume non hanno migliorato di una virgola la situazione. E oggi la strade cittadine sono esattamente come si vedono in queste foto: un inno all’incuria e alla mala gestione del denaro pubblico.

Presto a Nicotera un centro di accoglienza per migranti.



Nicotera. “Città della pace, dell’accoglienza e del dialogo interreligioso. Per la sua storia, per la sua cultura, per essere stata crocevia di tre religioni (cristiana, islamica ed ebraica), Nicotera ha accolto tra le sue mura le tre grandi religioni monoteistiche, come una piccola Gerusalemme del Sud Italia”.
E’ questo, in sintesi, il senso di una delibera firmata dall’ex giunta comunale che si proponeva di  «promuovere ogni azione utile alla maggiore conoscenza delle culture dei vari popoli, al fine di ampliare l’orizzonte concettuale dei cittadini nicoteresi, con particolare riferimento alle giovani generazioni», e ciò in considerazione anche del fatto che l’art. 7 dello Statuto Comunale stabilisce che «il Comune favorisce la libertà, la pace e l’incontro tra i popoli, attivando anche forme di cooperazione e di solidarietà». Nicotera stessa, da paese di emigrazione, è divenuto negli  ultimi due decenni anche paese di accoglienza e ospita oggi una cospicua comunità straniera di circa 250 migranti, provenienti da ben 29 paesi diversi: europei, asiatici, africani e delle Americhe; «essa, è geograficamente, e per via del suo retaggio storico-religioso-culturale, anche concettualmente collocata al centro del bacino del Mediterraneo, per i motivi si può proclamare Nicotera Città della pace, dell’accoglienza e del dialogo interreligioso».
L’iniziativa promossa dalla passata amministrazione doveva essere estesa alle scuole cittadine al fine di promuovere le azioni necessarie volte a facilitare l’attuazione di “iniziative ed eventi culturali” atte a veicolare “il nobile concetto di pace e fratellanza di cui la cittadina costiera vuole farsi depositaria”. Stando a questa aperta professione di accoglienza, Nicotera dovrebbe porsi nel migliore dei modi nei confronti di un centro di accoglienza per migranti che dovrebbe aprire molto presto nella cittadina costiera. In realtà in paese di parla di questa prospettiva da ormai molti mesi. Ma finora niente di concreto è emerso: nessuna conferma, né smentita, da parte dei proprietari dell’immobile individuato dalla Prefettura per ospitare i migranti. Tuttavia pare che le trattative tra le parti siano ormai alle battute finali. Il sontuoso hotel di cinque piani dovrebbe presto accogliere un’ottantina di richiedenti asilo. Un numero decisamente minore rispetto a quello cui si favoleggiava in paese, secondo il quale la struttura avrebbe dovuto ospitare quattrocento migranti. La crisi del settore turistico pare abbia spinto molti addetti ai lavori a fare essi stessi richiesta alla prefettura di poter adibire le proprie strutture a centri di accoglienza per profughi, nel tentativo così di capitalizzare immobili abbandonati a se stessi e che rappresentano solo un grande fardello fiscale per i proprietari. Tuttavia, questo non è il caso della struttura in questione. I proprietari, alla richiesta della Prefettura, hanno già avanzato dei “conditio sine qua non” che, pare, abbiano avuto l’ok dell’ufficio governativo. E cioè, il centro dovrà usufruire di personale, derrate alimentari e beni di prima necessità esclusivamente reperibili in città, in modo da smuovere la statica economia nicoterese. Nicotera, dunque, dopo Briatico e Brognaturo, si appresta ad aprire un centro di accoglienza per quanti sono scappati da situazioni di estremo disagio e che dovrebbe garantire agli ospiti tutti gli strumenti necessari per integrarsi nel Paese ospite. Ma accoglienza non significa solo vitto e alloggio, o fornire beni di primissima necessità, ma in base alle direttive delle Convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, di  intermediazione culturale e ambientale, ogni singolo ospite ha diritto anche a dei corsi formativi, sia linguistiche che di inserimento nel mondo del lavoro.