mercoledì 26 marzo 2014

Manifestazione contro la fusione della BCC.



San Calogero. Riuscitissima la manifestazione “no fusione” di sabato scorso a San Calogero. Ben cinquecento soci, giunti dai paesi viciniori (Limbadi, Mileto, Rombiolo) sono giunti nella cittadina pedemontana, muniti dei loro striscioni, sui quali campeggiava il motivo della loro adesione al corposo corteo: l’aperto dissenso al progetto di adesione dell’istituto sancalogerese con la consorella di Maierato. Oltre la nutrita presenza dei soci è doveroso segnalare la partecipazione di tanti cittadini di San Calogero. Anch’essi hanno sfilato in una pacifica parata che ha voluto esprimere il fermo disaccordo alla fusione. Soddisfatto Michele Maccarone, presidente del Comitato No fusione, per la riuscita della dimostrazione. «Esprimo piena soddisfazione per l’esito della manifestazione- ha detto- Con l’occasione per ringraziare i tanti soci della Bcc e i cittadini sancalogeresi che mi hanno espresso la loro solidarietà». La scorsa settimana Maccarone è stato escluso da socio dell’istituto di San Calogero. Superfluo dire che il presidente del Comitato No fusione non ha preso molto bene l’espulsione. Immediata la reazione all’eclatante presa di posizione firmata da Antonino Barone, presidente della banca. «Ingiusta la mia esclusione da socio- ha dichiarato Maccarone- Ho già presentato un esposto alla procura della Repubblica e noi soci, inoltre, abbiamo richiesto l’intervento della Dda di Catanzaro, affinché si faccia luce su cosa ci sia sotto la vicenda della fusione della Bcc». Nonostante il clima belligerante che si respira in queste ore intorno alla querelle della Bcc di San Calogero, i membri del Comitato no fusione chiedono un confronto con il presidente Antonino Barone, il vicepresidente e il collegio sindacale, davanti alle telecamere e sulla carta stampata.

Nicotera Marina: raccolta firme per salvare la Guardia di Finanza.





Nicotera. Il 31 agosto 2014 la brigata della Guardia di Finanza di Nicotera Marina, dopo oltre novant’anni di onorato servizio, chiuderà i battenti. I militari presenti saranno dislocati, con ogni probabilità, presso la Tenenza di Tropea. Così, per la verità, era già stato stabilito nella primavera dello scorso anno. Motivazione ufficiale del trasferimento era la fatiscenza dell’edificio che accoglieva la polizia tributaria. Era, già allora, fin troppo chiaro a tutti che la motivazione reale della chiusura della Brigata di Marina era una ragione collegata alle arcinote e implacabili logiche della spending-review. Tagli selvatici che non possono tenere conto delle esigenze di sicurezza dei cittadini, ma solo come far quadrare i conti. E così anche per i finanzieri della frazione marittima è giunta l’ora di fare le valigie. A nulla, evidentemente, sono serviti i proclami e le iniziative messe a punto dalla giunta Pagano, nel tentare di far restare in sede la polizia tributaria. Anzi, lo stesso sindaco Franco Pagano, all’indomani del feroce attentato a colpi di Kalashnikov, che lasciarono una quarantina di buchi sulla villetta della sua abitazione, annunciò a gran voce, che sarebbe rimasto seduto sulla poltrona di sindaco solo se sul territorio sarebbero state rinforzate le presenze delle forze dell’ordine. Richieste ovviamente cadute nel vuoto. Stesso destino d’altronde accorso alle altre missive inviate dall’amministrazione presso le alte sfere. Alla luce dei fallimentari tentativi di salvataggio della Brigata della frazione, Pagano ha fatto recentemente sapere di aver gettato la spugna, e che la Guardia di Finanza presto leverà le tende dalla Marina, per essere allocata altrove.
Se il sindaco si è però arreso, e sventola già la bandiera bianca della resa -benché abbia solennemente promesso grandi lotte in difesa dei presidi di legalità- i cittadini non ci stanno a perdere la polizia tributaria. Gli abitanti di Nicotera Marina hanno infatti deciso di scendere in campo, consapevoli che la frazione marittima, collocata com’è a metà strada, tra due province pesantemente segnate dalla mano della criminalità organizzata, ha bisogno della presenza della legge. Questa iniziativa si configura come un scelta di campo, la ferma intenzione di schierarsi dalla parte della legge, di richiedere che la Guardia di Finanza rimanga nella sua storica sede, e non solo perché c’è bisogno di controlli e monitoraggio del territorio, ma perché è forte la necessità di credere nella presenza dello Stato. Da questa consapevolezza è nata la volontà di iniziare una raccolta firme, ad opera di un gruppo di intraprendenti cittadini. Essi sono ben consapevoli che probabilmente anche tale impresa potrebbe scontrarsi contro un muro di indifferenza, ma hanno scelto di attuarla ugualmente perché questo è un modo per proclamare da che parte stanno. Secondo i difensori delle Fiamme Gialle, i vari politici finora interpellati, al fine di chiedere attenzione e impegno in difesa della causa in oggetto, hanno fatto orecchie da mercante. La raccolta firme è un’azione dimostrativa che si spera possa produrre buoni effetti. Diego Corigliano, uno dei promotori dell’iniziativa, ha espresso il suo disappunto. «Chiedo- ha detto- che l’amministrazione Pagano si attivi per il salvataggio della Guardia di Finanza. Le istituzioni non possono rimanere indifferenti al fatto che una cittadina collocata in un territorio di frontiera rimanga spoglio di un importante simbolo di legalità».
Al momento la Brigata di Marina ospita nove militari. Il loro impegno sul territorio è assai difficile, perché nove unità sono troppo poche per il monitoraggio dell’intero entourage nicoterese. Infatti, tenuto conto degli orari di turnazione, allo stato dei fatti solo due militari effettuano attività di vigilanza e di controllo. Essi si avvalgono dunque della collaborazione dei colleghi di Tropea o Vibo Valentia. Da ciò si deduce dunque che Nicotera Marina non deve solo chiedere che le Fiamme Gialle non vengano trasferite, ma che, qualora  miracolosamente detengano la storica sede, siano rinforzate in termini di unità. Insomma, sarebbe davvero sperare nell’impossibile. Con buona pace del diritto alla sicurezza dei cittadini.

domenica 23 marzo 2014

Nicotera Marina. Cumuli di spazzatura dati alle fiamme presso la pineta.





Nicotera. Cumuli di rifiuti dati alle fiamme presso la pineta di Nicotera Marina. Ormai da troppo tempo, nei pressi del camping Sayonara, sostavano montagne di spazzatura, che, come una specie di cordigliera nauseabonda, costeggiavano la strada comunale che conduce presso le pochissime strutture ricettive rimaste nel territorio.
Ignoti, evidentemente esasperati dalla presenza e dall’odore dei rifiuti, hanno dato fuoco all’immondizia che da giorni, se non settimane, faceva bella mostra di sé a due passi dalla spiaggia e a pochissimi metri dall’ombrosa pineta della frazione marittima. La situazione, da quanto si apprende dalla viva voce dei cittadini,  appare davvero insostenibile, costretti come sono a convivere con ammassi di spazzatura, posizionati da giorni e giorni nei punti strategici della cittadina, ovvero al suo ingresso, presso contrada Papatolo, come penosa immagine di benvenuto; l’altra maleodorante catasta si trova, come già specificato, presso la pineta. Qui il rogo l’ha trasformata in un braciere fumante che ha già sprigionato nell’aria diossina in quantità. La scena che si propone adesso agli occhi di chi transita da quelle parti non è comunque migliore rispetto a prima. Qual che è certo è uno spettacolo che rivela la rabbia degli improvvisati piromani; mostra lo sconforto degli abitanti della Marina, che denunciano , senza se e senza ma, come la differenziata proceda un po’ a singhiozzo. Sembra sia cambiata la ditta che ne gestisce la raccolta; i giorni di raccolta dell’umido (tipologia di spazzatura notoriamente maleodorante e velocemente deperibile) sono cambiati. Da venerdì, sembrerebbe, a giovedì. Non solo. Secondo alcuni cittadini, a volte l’umido sosta più giorni davanti alle loro case, senza essere ritirato, e in molti, per evitare di tenere sui propri usci sacchetti ricolmi di rifiuti organici, li trasportano in improvvisati punti di raccolta, oppure direttamente a Nicotera superiore.
Qual che è certo è che in Marina, nella quale per prima si è dato inizio alla differenziata, la situazione non appare confortante. E questo non solo perché la raccolta non funziona come dovrebbe: infatti è doveroso addebitare le criticità finora esposte anche al malcostume di molti cittadini, da sempre riottosi a rispettare il programma previsto.
In ogni caso, la bella stagione si profila all’orizzonte. Questo è anche il periodo delle prenotazioni da parte dei vacanzieri. Gli operatori turistici propongono alla loro clientela i siti migliori dove trascorrere la meritata vacanza. Di certo la spazzatura all’ingresso di Nicotera Marina, sia essa integra che distrutta dai roghi, non si profila come un bel biglietto da visita.
Enza Dell’Acqua

sabato 22 marzo 2014

Manifestazione contro la fusione della Bcc con la consorella di Maierato.



San Calogero. E’ prevista per questa sera alle ore 18 la manifestazione organizzata dai soci della Bcc di San Calogero e della consorella di Maierato. Fedeli al motto “l’unione fa la forza”, i sostenitori delle rispettive banche sono passati dai proclami espressi nelle assemblee per dire No alla fusione a quella che si prevede essere una mega manifestazione, in cui saranno coinvolti in primis i tanti cittadini sancalogeresi e non solo; è prevista infatti la presenza dei tantissimi che dissentono dal progetto di fusione dei due istituti.
Fin dall’inizio della lunga querelle, la vicenda relativa alla fusione della Bcc di San Calogero con quella di Maierato ha sempre infuocato gli animi e dato adito a una infinita serie di assemblee, incontri e ardite prese di posizione da parte dei consociati che non accettavano che lo storico istituto di San Calogero potesse perdere la sua centralità, il suo potenziale economico e il suo logo.
Adesso le intrepide battaglie si spostano dal chiuso dei locali che hanno visto le animate riunioni alla pubblica piazza, cercando di intercettare il maggior numero di volenterosi cittadini, invitandoli ad unirsi al coro dei no. Il tentativo di coinvolgere gli abitanti sancalogeresi non si profilerebbe un’ardua impresa per gli organizzatori della manifestazione, perché, da quanto è dato sapere, i cittadini di San Calogero, nella stragrande maggioranza, si sarebbero schierati contro la fusione, e ciò perché il loro istituto bancario è il simbolo e il motore economico della cittadina pedemontana. I sancalogeresi non ci stanno proprio a perdere il logo della Bcc, nel quale è impresso il nome del paese da oltre un quarto di secolo, oltre ad essere, la stessa banca, punto di riferimento per i tanti utenti, dell’intero territorio vibonese, che ogni giorno usufruiscono dei servizi offerti dalla Bcc.
L’appuntamento è per tutti in Piazza Monumento dei Caduti. Da qui il corteo sfilerà per le vie del paese, per mostrare, in modo pacifico ma fermo e convinto la volontà di opporsi ad un progetto che, a detta di chi si oppone, è incomprensibile e calato dall’alto.
Già da tempo è cominciato il tam tam su internet in vista dell’evento a carattere popolare.
«Cittadini- si legge nel proclama degli organizzatori dell’evento- abbandonate la logica del pensiero forte, del pensiero unico, uscite dalle vostre case, dimostrate che è possibile cambiare le cose anche dal basso, dissentendo pacificamente e democraticamente, con chi gestisce il potere costituito, date sostegno alla protesta dei soci contrari alla fusione tra BCC di San Calogero e la BCC di Maierato».
Stasera dunque sarà la piazza ad esprimere apertamente e democraticamente il suo assenso o il suo dissenso. Ma, secondo i ben informati, i soci combattenti per la causa del no, oltre alle strategie atte a coinvolgere la cittadinanza, stanno battendo nuovi percorsi. Notizie dell’ultima ora vogliono che è già pronto un esposto alla Procura della Repubblica e la richiesta dell’intervento niente di meno che della DDA. Il perché di tali iniziative rimane per il momento segreto, ma sembrerebbe di capire che alla base di azioni così eclatanti vi sia un bisogno di chiarezza, da parte dei soci; la necessità di comprendere le motivazioni di un progetto di fusione che per il momento essi non accettano e non comprendono.



Michele Maccarone escluso da socio della Bcc.



San Calogero.  La querelle relativa alla fusione della Bcc di San Calogero con la Bcc di Maierato si arricchisce di nuovi colpi di scena. Infatti è proprio di ieri sera la notizia che  Michele Maccarone, imprenditore nonchè instancabile presidente No fusione, è stato espulso dalla base sociale dell’istituto sancalogerese. Detto in parole semplici, Maccarone è stato escluso da socio dell’istituto della cittadina pedemontana. Stesso trattamento accorso all’azienda Mobili Due Emme Arredo, anch’essa socia dello storico istituto, e che ha come rappresentante legale e amministratore unico lo stesso Maccarone.
L’espulsione dell’intrepido socio si configura come un’iniziativa «in ottemperanza a quanto previsto dallo Statuto Sociale, articolo 14- così si legge nella lettera recapitata all’interessato da parte della Bcc- ed in considerazione della violazione- da parte di Maccarone- dell’obbligo di buona fede e correttezza».
La lettera di espulsione è firmata dal presidente della Bcc di San Calogero Antonino Barone. Tra quest’ultimo e il comitato No fusione, da quanto è dato sapere, c’è sempre stata maretta e una scarsa capacità di interazione. Un muro contro muro che denuncia i segni di una incomunicabilità e di una tensione che ha mostrato il suo acme con l’eclatante espulsione di uno dei primi soci dell’istituto.
Ma Michele Maccarone non si è certo fatto prendere dallo sconforto. Ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica. «Ho piena fiducia nelle istituzioni» ha dichiarato mentre più battagliero che mai, insieme agli membri del comitato, cura gli ultimi dettagli della manifestazione di stasera nella quale a gran voce soci e cittadini esprimeranno, pacificamente, il loro dissenso al progetto di fusione.



Nicotera. News dal Comune. Intrighi di palazzo. Anna Maria Giofrè corteggiata dalla maggioranza?



Nicotera. Come è noto, il primo cittadino della città tirrenica ha recentemente, quanto opportunamente, ritirato le denunce/querele sporte contro il consigliere di opposizione Annamaria Giofrè. Quest’ultima asseritamente rea di avergli addebitato un’eccessiva cura di interessi “terzi”, non meglio specificati. Il clima di distensione comunque è solo apparente, in quanto da indiscrezioni si evince che i conflitti si siano spostati su altri terreni, nella fattispecie all’interno della stessa maggioranza.
La Giofrè nella maggioranza. Echi da palazzo Convento vorrebbero in atto, infatti, un corteggiamento serrato nei confronti del citato consigliere Giofrè da parte dell’assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito. Giovanissimo neofita della politica, che pure ha goduto di un consenso straordinario alle recenti elezioni, evidentemente emulo del più illustre omonimo Federico II, detto appunto “stupor mundi”. Battute a parte, Polito è divenuto un alfiere piuttosto attivo sulla scacchiera politica nicoterese, con frequenti incursioni nelle avanzate traverse regionali (leggi Nazzareno Salerno di Nuovo Centro Destra). Ma che quest’ultimo ne sia entusiasta non è del tutto scontato.
Tornando ai “fattarelli paesani”, il menzionato corteggiamento, politico si intende, pare non lasci indifferente il consigliere, che pure avrebbe diverse resistenze nel gruppo Nicotera Futura, del quale è leader, ad un eventuale passaggio nella “strana maggioranza” di Pagano, mutuando un’espressione che ha qualificato la composita esperienza di governo di Mario Monti. Ma non è questo il profilo più importante della vicenda. La cosa che più desta curiosità, infatti, è capire se sia in atto, come pare, il tentativo di rafforzare il gruppo consiliare di destra all’interno della maggioranza.
Il doppio bilancio di Polito e Pagano. E che i rapporti tra Polito e Pagano siano serenissimi è tutta da vedere, considerate le diverse puntualizzazioni del primo alle uscite sindacali. Non ultimo il “doppio” bilancio dell’azione amministrativa, reso dai due nel dicembre dello scorso anno. Quasi come se all’interno della maggioranza vi siano due maggioranze, due capi: Pagano, il sindaco dei proclami a tambur battente, e Polito, l’instancabile assessore dalle mille risorse, emblema della giunta che lavora davvero. Altro interrogativo è se non ci sia addirittura, sempre da parte del virgulto Polito, la volontà di superare l’attuale esperienza di governo, con il progetto, puntellato con pazienza certosina, di creare una lista “giovane” da lanciare in caso di rottura degli equilibri di maggioranza. E non è detto che le due ipotesi (rafforzare la parte destrorsa della giunta e creare una lista giovane) siano alternative.
Largo ai giovani. Ciò che può essere affermato, avuto riguardo della pazienza cinese di tali manovre, è che al di sotto della calma apparente si agitano inquieti fermenti, un progetto segreto, il cui motto potrebbe essere “largo ai giovani”.
Da questo punto di vista, appare assai strategica la scelta dell’assessore Marasco di aderire a Forza Italia, ponendosi come un ago della bilancia che guarda con grande afflato al lato renziano della giunta.
Tornando alla Giofrè essa sarebbe, secondo indiscrezioni, agli occhi di Polito, l’assessore alla cultura perfetto in seno all’amministrazione. Ricordiamo la defenestrazione di Pina Lapa, lo scorso agosto, che deteneva proprio tale assessorato.
La leader di Nicotera Futura, giovane, di destra, piena di buona volontà, sarebbe la compagna ideale per una battaglia tesa a creare una squadra di nuovissimi politici, di ragazzi brillanti e motivati che si affacciano sulla scena politica nicoterese contro i grandi vecchi della politica che da trent’anni si avvicendano negli scranni di Palazzo Convento.
C’è da scommettere che l’ambizioso assessore Federico Polito regalerà nuove eclatanti sorprese: sa di essere l’anima dell’amministrazione Pagano, sa di distinguersi da alcuni esponenti dell’amministrazione che sembrano perennemente pervasi dal sonno dello spirito.

domenica 16 marzo 2014

Comerconi, antico borgo abbandonato. Necessita di interventi urgenti.






Nicotera. L’antichissimo borgo di Comerconi (la sua fondazione risale al 900 d.c.) somiglia sempre di più a uno di quei paeselli rarefatti in cui il tempo si è fermato, in cui persino la storia sembra essersi dimenticata della sua esistenza. Un piccolo bar, un negozietto di generi alimentari, la chiesa: questi i punti intorno al quale ruota la vita sociale del paese.
Il progressivo spopolamento, dovuto ai flussi migratori, ha svuotato sempre di più la frazione di Nicotera ai piedi del Monte Poro, ma il suo fascino è rimasto immutato: lo si trova negli incantevoli scorci del centro storico; in un affaccio, nella piazzetta del paese, che sotto lo sguardo clemente di Padre Pio, riesce ad abbracciare persino l’immensità del mare. Comerconi è lontanissimo dai ritmi turbolenti dei tempi moderni, che fagocitano il gusto della lentezza e del silenzio, ma è immerso nel suo mondo cristallizzato che conserva intatta la memoria dei tempi andati. E benchè tutto sembra appartenga a un’epoca ormai lontana, Comerconi si distingue per l’incredibile energia e spirito imprenditoriale dei suoi abitanti. Una popolazione, pur se decimata dalla diaspora, tenacemente attaccata al paese d’origine e decisa a migliorarne la qualità della vita. E così è doveroso sottolineare che a  Comerconi vi sono numerose aziende che producono prodotti tipici: salumi, olio, vino.  Particolare l’innato talento artistico e recitativo di questi abitanti che non si arrendono alla monotonia della vita di paese: hanno infatti creato una compagnia d’arte drammatica, grazie alla quale gli attori si cimentano in esilaranti performances che colorano le serate estive, mentre imperdibile è l’appuntamento invernale con il presepe vivente, quando il caratteristico centro storico nel periodo natalizio si trasforma nella Betlemme di duemila anni fa, facendo rivivere l’atmosfera incantevole e magica che accolse la nascita del Salvatore.
Comerconi però presenta una serie di criticità che intralciano l’ottimismo e le buone intenzioni di chi vi abita. Ciò che amareggia gli abitanti dell’antico borgo è che delle problematiche del paese in genere ci si ricorda durante il periodo delle consultazioni elettorali. Poi su tutto cala il silenzio, mentre i problemi di sempre rimangono drammaticamente attuali.
L’attenzione del visitatore che si addentra nella frazione pedemontana viene catturata da una pensilina completamente rovinata dal tempo e dagli agenti atmosferici. Non esiste più la panchina e la copertura presenta vistosi squarci che rendono inutile la sua funzione di protezione dalla pioggia e dal vento. Eppure qui ogni mattina si assiepano i ragazzi che vengono condotti a Nicotera dallo scuolabus. Proseguendo il sopralluogo nel piccolo centro ci si imbatte in una serie di fossi che lastricano tutto il territorio di Comerconi, scendendo dallo scosceso pendio del Monte Poro. Tra questi uno merita una particolare attenzione perché si trova proprio all’ingresso del paese e al di sopra di esso si trova un ponte che conduce in centro. Tale fosso, da quanto si è potuto apprendere, già osservato dai tecnici della Provincia, è completamente invaso da sterpaglie e vegetazione selvaggia, il che compromette il naturale fluire delle acque in caso di pioggia. Per tal motivo esso è percepito dai residenti come fonte di un notevole rischio idrogeologico: la pulizia del canalone non può essere affidata totalmente ai proprietari delle terre limitrofe ad esso, ma urge un attento monitoraggio da parte degli enti preposti.
L’intero territorio nicoterese è solcato da diversi fossi e fiumane che, come abbiamo evidenziato in altre occasioni, nei periodi di piogge torrenziali causano una serie di disagi.  A Comerconi almeno due tagliano il centro abitato: a quello già segnalato se ne aggiunge un altro nel punto più alto del paese, e a quest’ultimo è collegato la storia dell’antichissima e caratteristica fontanella di Comerconi, dalla cui fonte sgorga l’acqua proveniente dalle alture del Poro. Nel momento in cui è stato costruito un argine al fosso, a causa dei lavori in corso, la fontanella è stata spostata dalla sua sede naturale. Non è più poi stato possibile riporla nel suo al suo posto originario. Il problema è che per le molte persone anziane che abitano in paese è faticoso scendere e soprattutto salire la ripida scala che porta alla fontana con le braccia piene di bottiglie.
Addentrandoci all’interno del centro storico, è possibile ravvisare il degrado e la fatiscenza tipici di tanti antichi borghi calabresi. Pur nella bellezza e nel fascino di alcuni scorci, anche per Comerconi, come per molti antichi quartieri nicoteresi, sarebbe auspicabile un censimento delle varie case che sembrano cedere sotto il peso del tempo e dell’incuria. Le strade, come per la vicina Preitoni, sono rovinate e lastricate di solchi, segno di mancata manutenzione. Intanto gli abitanti attendono che un occhio benevolo si posi sul piccolo borgo, e che ci si attivi per donargli un briciolo di decoro, anche se la crisi imperante non ammette di posare lo sguardo su un paesello di 190 abitanti, pur nelle sue eclatanti difficoltà.

sabato 15 marzo 2014

La spiaggia di Nicotera Marina minacciata dall'erosione costiera.





Nicotera. Che la stabilità e il futuro della spiaggia di Nicotera Marina siano gravemente compromessi dall’incessante sopravanzare dell’erosione è ormai cosa arcinota. Ciò che però si profila come una sgradita novità è la velocità con cui il fenomeno erosivo sta effettuando il suo devastante processo, facendo scomparire, anno dopo anno, metri e metri di spiaggia. Le opportune misure per arginare l’abrasione, diventano di anno in anno sempre più urgenti: entro pochissimi decenni infatti Nicotera potrebbe vedere divorata dal mare la sua bella e lunghissima costa. Un dramma che la cittadina non può concedersi di vivere, visto e considerato che è, insieme a Tropea e Pizzo,  una delle perle della costa tirrenica meridionale e che fonda gran parte della sua economia sul turismo,  quindi  sullo sfruttamento di quella spiaggia che tra qualche anno potrebbe diventare solo un bel ricordo. Sul lungomare di Nicotera Marina sono stati, nel corso degli anni, aperte parecchie stazioni balneari. Molti cittadini si sono adoperati creando dei “lidi” con annessi bar, mini parchi giochi per i bambini e punti di ristorazione.  Capire cosa ha permesso al mare di divorare la costa è di basilare importanza per porvi rimedio. Si è sempre sostenuto che il Porto di Gioia Tauro avesse contribuito a deviare le correnti, privando il fondale della sabbia e non permettendo alle correnti di ripascere il litorale. Tempo addietro gli addetti ai lavori tirarono in causa un altro muto colpevole, di nome Tuccina, la secolare fiumana che sgorga dalle pendici del Monte Poro e sfocia in mare. I processi erosivi che interessano il territorio nicoterese hanno cagionato, circa un ventennio fa, la spontanea diramazione dal Tuccina di un corso d’acqua. Piuttosto che tentare di arginare il nuovo ramo, se ne è potenziato il percorso, modificando il corso d’acqua di ottanta metri dal suo alveo naturale e allargando la nuova fiumana di quattro metri. Questo cambiamento del percorso del fiume avrebbe contribuito a deviare le correnti destinate a riportare la sabbia nel loro punto di partenza.
Le opere architettoniche vòlte a salvare il litorale hanno costi onerosi. Nicotera, stranamente, pur essendo una città costiera non ha mai beneficiato dei fondi necessari per l’abbattimento dell’erosione, e che sono destinati proprio alle città marittime.
I progetti Eppure quasi ogni anno a Nicotera Marina si recano gli esperti di Regione e Provincia per valutare i danni dell’erosione e studiarne le modalità di intervento. Ma fin qui, da quanto è dato sapere le visite degli esperti sono rimaste delle semplice comparsate, perché di attività di intervento non si è vista nemmeno l’ombra.
Una soluzione, valutata dall’amministrazione Pagano lo scorso anno, in sede dell’incontro con i tecnici dell’ente Provincia, prevedeva la costruzione di un braccio di mare atto ad arginare le correnti che trascinano via la sabbia dal litorale.
Tale opera architettonica dovrebbe essere realizzata interamente con dei grossi massi di pietra.
Ma ancor prima esisteva un progetto. Per la verità un po’ più datato, firmato qualche anno fa dall’assessore regionale con delega all’ambiente Domenico Basile. Il progetto riguardava un ampio tratto di costa, che andava da località Pennello (Vibo Marina) a Joppolo, escludendo, inspiegabilmente, Nicotera. Recentemente sembra sia allo studio un nuovo progetto, stipulato dalla Regione con l’Università di Reggio Calabria, e prevede una mastodontica opera, che, nel rispetto paesaggistico, dovrebbe fare da deterrente al fenomeno erosivo. Nell’agosto del 2013 la Regione Calabria ha concertato un Piano di salvaguardia e messa in sicurezza delle aree a rischio di erosione costiera. Tale piano, che ha avuto l’approvazione del Master Plan degli interventi di difesa costiera, è suddiviso in 21 aree che coprono l'intero territorio costiero regionale. Necessita di un finanziamento di quasi 400 milioni di euro, fondi che serviranno per la messa in sicurezza dei beni e delle infrastrutture soggette a rischio di erosione costiera.
Gli interventi Ma che genere di interventi prevede l’ingegneria naturalistica? La principale infrastruttura da realizzare è una barriera frangiflutti, di modo che l’onda, invece di abbattersi sull’arenile si infranga su tale costruzione.  Secondo gli esperti, deve essere realizzata con scogli di cava o massi artificiali gettati in cumulo sui fondali. Niente bracci dunque di cemento armato, ma una barriera realizzata con materiali “naturali”, anche, e soprattutto, nel rispetto del paesaggio.
Enza Dell’Acqua