lunedì 29 febbraio 2016

Nuovi acquirenti per la Valtur. Ma la strada della riapertura è lastricata di incognite.



Nicotera. «Ho soggiornato dal 16 al 23 agosto 2009; le stanze mi sembravano rifugi per soggiorni obbligati, erano vecchie, umide, sporche, arredamenti da mercatone, rubinetterie arrugginite, scarichi wc rotti e gocciolanti; il cibo era discreto ed abbondante; l'animazione era ottima, con personale che si è fatto in quattro; la struttura non è a norma, legge 626/94 (sicurezza e igiene sul lavoro, ndr);
Il mare sembrava l'acqua verde per le olive (salamoia). Questa è vacanza secondo voi? Dall'uscita di Rosarno della A/3 fino al villaggio mi sembrava di essere arrivato a Beirut dopo la guerra».
Questo è uno degli ultimi commenti comparsi sul noto portale dei vacanzieri TripAdvisor, in merito al noto villaggio Valtur di Nicotera che chiuse definitivamente i battenti nel 2010. I siti per turisti, in quell’estate del 2009, pullularono di commenti dello stesso tenore. Da oltre cinque anni la Valtur è chiusa e abbandonata a un lento e inesorabile degrado. Al suo fallimento, come si è già sottolineato sulle pagine di questo giornale, hanno contribuito una serie di fattori, da quello ambientale (le pessime condizione del mare) ad altre problematiche connesse, pare, a pressioni mafiose  e alle continue ruberie da parte dello stesso personale. Circostanza questa non di poco conto e che andava ad incidere pesantemente sui conti aziendali. La chiusura della Valtur creò una tremenda disoccupazione a Nicotera Marina, dove la metà della popolazione sbarcava il lunario proprio grazie al villaggio turistico. Dopo cinque anni di silenzio, qualcosa però sembra si stia muovendo. Le novità sono arrivate insieme al 2016. Ai primi di gennaio di quest’anno il sindaco di Nicotera, Franco Pagano, ha reso noto che ci sarebbe una società anglo-greca interessata ad acquisire la struttura. Notizia delle ultime settimane è che altri investitori si siano fatti avanti.

La struttura, come già precisato, è di proprietà della Pirelli Re, che a sua volta l’aveva acquistata dalla Valtur alla fine del 2005- insieme ad altri tre villaggi- per un totale di 106 milioni di euro. Ciò che sembrerebbe emergere è che gli eventuali acquirenti, nel rilevare il villaggio, avrebbero ipotizzato un suo eventuale ridimensionamento.
La cosa che rincuora è sapere che eventuali investitori guardino la Valtur con occhi colmi di interesse. Tuttavia è il caso di dire che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e non è solo un modo di dire. Sembrerebbe infatti che i possibili acquirenti abbiano chiesto al comune di Nicotera precise garanzie in merito alla salubrità delle acque del mare. Dunque, prima ancora di accarezzare sogni di rivalsa per Nicotera, è necessario guardare con estrema obiettività le condizione del territorio, anzi le emergenze che lo riguardano e che non è più possibile, da parte delle istituzioni, ignorare: mare sporco, in primis, ma anche le pietose condizioni dell’acqua che giunge nelle case di Marina. Ma c’è dell’altro, che non solo l’amministrazione comunale ma anche la Regione deve tenere in debito conto. Ovvero la condizione delle strade che portano a Nicotera Marina. Beirut dopo la guerra, come ha scritto il turista pentito.
Comunque vadano le cose, l’ipotetica apertura della Valtur, che i più ottimisti fissano già per il 2017, porterebbe un sollievo alla dilagante disoccupazione che attanaglia la frazione Marina, sempre nel caso in cui il personale da assumere sia autoctono, per così dire, e non giunga da altre regioni.

venerdì 26 febbraio 2016

Acqua sporca in Marina. Le analisi del Comune evidenziano manganese e pseudomonas.



Nicotera. La situazione nella frazione Marina sulla questione acqua si fa sempre più critica. Dai rubinetti dei cittadini sgorga un liquido che definire acqua sarebbe un eufemismo. Le cose si complicano sempre di più, e il malcontento dei cittadini, com’è facile immaginare, aumenta in modo esponenziale. Non si contano le foto e i video sui social che ritraggono impietosamente il disservizio che si consuma giornalmente. Allo stesso modo diventa sempre più palpabile il loro sdegno, sentendosi privati di un servizio essenziale. E al danno si unisce la beffa: sono infatti tenuti a pagare un oneroso balzello per un diritto non goduto. Tutto nel silenzio delle istituzioni locali. Il divieto di utilizzo a scopo idropotabile dell’acqua è stato decretato dal comune l’1 ottobre del 2014 con l’ordinanza numero 48. Il serbatoio Sorical sito in località Santa Barbara eroga acqua non idonea al consumo umano. La decisione è scaturita dopo le analisi effettuate dall’Arpacal il 10 settembre del 2014 e che stabilivano che nell’acqua proveniente dal suddetto serbatoio si erano riscontrati dei valori al di fuori delle norme previste dalla legge. Nella fattispecie era stata rilevata una presenza di manganese superiore a quanto consigliato dal decreto legislativo 31/2011. Da quel primo ottobre, poiché non sono giunti contrordini da parte del comune, si presume che l’acqua non sia ancora potabile. Anzi, la presunzione di non potabilità è confermata da un rapporto dell’Accredia del 18 maggio del 2015. Tale esame è stato svolto per conto del comune di Nicotera, esattamente otto mesi dopo dell’ordinanza di non potabilità dell’acqua, emessa, come precisato, in seguito ai controlli dell’Arpacal. Il verbale di campionamento di Accredia è decisamente più drammatico di quello stilato dall’ente regionale per l’Ambiente. Infatti, oltre al temibile manganese è stato riscontrato nelle acque che giungono nelle case di Nicotera Marina la pseudomonas aeruginosa. Trattasi di un batterio che può provocare infezioni serie nell’organismo umano.

Acqua sporca in Marina. Intervista a Claudio Cricenti, avvocato del Codacons.



Nicotera. La situazione acqua in Marina si fa sempre più drammatica. E così i cittadini, finora inascoltati dall’amministrazione comunale e regionale, si sono rivolti alla Codacons, la nota associazione in prima linea nella lotta per i diritti dei consumatori. Si è svolta qualche settimana fa una riunione, proprio in Marina, in cui il comitato ha incontrato l’avvocato Claudio Cricenti, in qualità di rappresentante della Codacons. Proprio al legale della Codacons abbiamo chiesto lumi in merito alla situazione.
-Avvocato Cricenti, ci può delineare lo stato delle cose?
«Il Codacons, dopo aver ricevuto molteplici segnalazioni da parte di cittadini di Nicotera Marina,  circa il gravissimo disagio derivante dalla presenza di acqua maleodorante e marrone, ha ritenuto di avviare una propria attività di indagine, prima informale e poi ufficiale, nei confronti del comune di Nicotera.
A breve invieremo all’ente una istanza per avviare un percorso conoscitivo ma soprattutto di stimolo  in ordine alla problematica sollevata dalla cittadinanza».
-Anche se è prematuro chiederlo, da una prima analisi della situazione cosa ha rilevato il Codacons?
«Il Codacons evidenzia che con l’ordinanza numero 48 del 1/10/2014 l'amministrazione comunale ha disposto il divieto di utilizzo dell'acqua  per uso umano, con riferimento alla frazione Marina, proveniente dal serbatoio Santa Barbara riscontrando presenza di valori chimici e batteriologici non rispettosi della legge. Ed infatti, la situazione di disagio, ovvero di gravissimo e pregiudizievole disservizio, determina problematiche (per come riconosciuto dal Comune stesso con la nota 1254/15) connesse a pericoli igienico-sanitari, oltre che di salvaguardia delle ordinarie esigenze di una famiglia».
-Quale sarà la sua prima mossa, avvocato?
«Alla luce delle circostanze evidenziate dai cittadini, il Codacons, non riscontrando dal sito una comunicazione idonea a far ritenere che l'ordinanza di divieto sia stata revocata, ha ritenuto di fare una istanza di accesso agli atti».
-Cosa chiederete ?
«Nell’ordine: se l'ordinanza è stata revocata; che azioni sono state prese per porre rimedio al problema; se sono state avviate attività di indagine finalizzate ad individuare fonti di approvvigionamento alternativo, ed altro ancora. Se - nel perdurare del divieto- sono state effettuate  alcune fondamentali attività».
-Che sarebbero…
«I controlli sull'utilizzo da parte di esercizi che utilizzano l'acqua nei processi di produzione di alimenti e bevande; controlli sull'utilizzo da parte di esercizi che utilizzano l'acqua nei processi di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto è indubbio che il divieto di utilizzare l'acqua per uso umano e idropotabile  comporti la necessità di controlli anche nei processi alimentari in cui si faccia uso di tale bene primario».
-Vi aspettate quindi delle precise risposte da parte dell’amministrazione?
«Alla luce delle gravissime lamentele dei cittadini, chiediamo che vengano fornite precise indicazioni circa lo stato dell’acqua di Nicotera Marina. Specificando, in via analitica, giorno per giorno, tutte le analisi compiute in autotutela e predisponendo un quadro sinottico comparativo con quelle svolte da Arpacal e gestore del servizio, rendendo evidenti le criticità riscontrate stante l'emanazione dell'ordinanza di divieto. Che avvii un’azione (anche mediante opere pubbliche) finalizzata ad individuare fonti alternative di approvvigionamento idrico. Chiarisca eventuali discordanze tra analisi espletate in autotutela e analisi eseguite da Arpacal e gestore del servizio. Che avvii stringenti campagne informative al fine di rendere edotti i cittadini sul divieto dell’uso dell’acqua. Specialmente per chi viene da fuori».
-E in merito alla tassa sul servizio idrico?
«Chiederemo al Comune di rideterminare le proprie pretese con riferimento al canone idrico tenendo conto che sia dell’adempimento contrattuale sia dei disagi sofferti dai consumatori».


giovedì 25 febbraio 2016

Gian Maria Lebrino, segretario provinciale del Psi, sulla questione poste in Marina.



Sulla questione Poste in Marina si è spesso interessato il segretario provinciale del Psi, Gian Maria Lebrino, che nella nota che segue fa una analisi della situazione.
«Spero che il servizio mobile di Poste Italiane inviato nella frazione Marina sia solo temporaneo e che torni presto un servizio degno, sicuro e adeguato ai giorni nostri», auspica il segretario.
E' inammissibile, aggiunge, «procurare cosi tanti disagi agli utenti: una frazione cosi popolosa e turistica merita da parte del colosso delle Poste  maggiore attenzione».
L'esperienza negativa del passato in vari settori del pubblico servizio, argomenta ancora Lebrino, «ci ha insegnato che il disservizio temporaneo può tramutarsi nella soppressione totale, per questo bisogna tenere alta la guardia e pressare quotidianamente chi di dovere».
La preoccupazione del giovane socialista è che il territorio possa venire ulteriormente depauperato da servizi essenziali e indispensabili la cui assenza sul territorio va a penalizzare soprattutto la fascia più debole della popolazione, in primis gli anziani o chi ha difficoltà a spostarsi in automobile.
Nella fattispecie, la carenza del servizio postale riguarda in vari modi l'intero comune Nicoterese, di fatti, osserva Lebrino, «sono aperti al pubblico solo tre postazioni ubicate in uno stabile non adeguato».
Nicotera- prosegue l’esponente del Psi- «nel corso degli ultimi decenni,  è  stata sottoposta ad un continuo saccheggio di servizi pubblici: è  giunta l'ora di porre fine».
«Il nostro territorio, duramente colpito dalla crisi e dalla miopia dello Stato, ha vitale bisogno di servizi e attenzioni costanti».
Il progresso di uno Stato, per il giovane politico, «si misura anche e sopratutto in base a ciò che riesce ad offrire ai propri contribuenti».

Arriva l'ufficio postale mobile a Nicotera Marina.



Nicotera. E’ arrivato ieri mattina l’ufficio postale mobile alla frazione Marina. Il disagio per i cittadini è durato poco più di mese. Ora l’arrivo del camper di Poste Italiane dovrebbe rendere più facile la vita alla vasta utenza della Marina che così potrà disbrigare le varie pratiche senza dover raggiungere gli sportelli siti a Nicotera superiore. I tecnici dell’ente hanno lavorato tutta la mattinata di ieri, non solo per rendere funzionale l’ufficio su quattro ruote, ma anche per la sua messa in sicurezza, tramite un sistema di vigilanza  moderno e sofisticato. Ma il camper postale è comunque una soluzione tampone. Sarà a disposizione dei clienti finchè le Poste non individueranno una nuova struttura all’interno della quale allocare gli uffici. Secondo voci sempre più insistenti, l’ente avrebbe già individuato l’edificio adatto. D’altra parte, Poste Italiane non ha mai parlato di una definitiva chiusura degli sportelli nella frazione Marina. Anche perché gli utili superano i costi di mantenimento.
Ricordiamo che gli sportelli sono stati chiusi a metà gennaio scorso. La decisione fu presa dallo stesso ente in seguito ad un sopralluogo degli ispettori del reparto Igiene dell’Asp i quali avevano rivelato la non idoneità dei locali in relazione alla sicurezza di impiegati e utenza. 
foto Stefania Pagano