domenica 27 agosto 2017

Rinvenuto un grosso esemplare di “Caretta-caretta” sulla scogliera Preicciola.




Nicotera. Grande esemplare di tartaruga “Caretta-caretta” in una stradina sterrata tra i massi della scogliera “Preicciola”. L’animale, però, al momento del rinvenimento era già morto. Ad accorgersi della sua presenza un gruppo di ragazzi che ieri mattina si sono addentrati all’interno della scogliera per effettuare un’escursione. L’esemplare ha una lunghezza pari ad un metro e venti; dimensioni notevoli: sicuramente la tartaruga più grande finora rinvenuta su questo tratto di costa tirrenica. Allertati i Vigili urbani e la Capitaneria di Porto, ma il recupero della carcassa avverrà lunedì mattina. Interessati dell’inusuale ritrovamento anche i veterinari e i periti del servizio Igiene dell’Asp che ieri stesso si sono recati nella zona del ritrovamento per effettuare una prima osservazione sul rettile marino. Constatata la morte dell'esemplare, con un martello, per come prevede la legge, i veterinari hanno rotto il guscio, poichè lo stesso è molto ambìto nel mercato clandestino: pare che un carapace di medie dimensioni possa fruttare fino a 1500 euro.  In questi casi sono previsti anche degli esami, da parte degli addetti ai lavori, per individuare la causa della morte dell’esemplare. Le risultanze dei rilevamenti (dimensioni, specie, causa della morte)  verranno trasmessi al Centro studi cetacei di Pescara che da trent’anni è un punto di riferimento e di coordinamento per gli interventi e gli studi sui mammiferi e rettili marini. È infatti fondamentale un’attenta attività di monitoraggio sulla presenza di tali specie nei mari italiani e su eventuali migrazioni o rischi di estinzione delle stesse. La tartaruga marina, piuttosto comune nel mar Mediterraneo, spiegano gli esperti del WWF, «sono un tesoro a rischio di estinzione». Viene definita “la chiave di volta” dell’ecosistema, in quanto, «sebbene si nutra anche di alghe e piante acquatiche, è principalmente carnivora e, cibandosi di piccoli invertebrati, molluschi, granchi e ricci di mare, con le potenti mascelle ne rompono il guscio in frammenti, creando un nutrimento ricco di calcio per altri pesci ed animali acquatici». Inoltre, la sua corazza «si trasforma spesso in una tana o in un accogliente riparo per altri esseri viventi presenti nelle acque marine». A minacciarne la sopravvivenza l’inquinamento chimico delle acque; le reti da pesca che ogni anno intrappolano migliaia di esemplari; la distruzione del loro habitat da parte dell’uomo per via del turismo di massa nei luoghi di nidi, l’elevato traffico navale, la cementificazione e il degrado dei litorali.

Intervista al Commissario Nicola Auricchio.



Questa intervista è uscita il 17 maggio 2017.
Nicotera. Dal Giudice di pace al Centro per l’accoglienza dei migranti, dall’anagrafiche tributaria al nuovo organico di palazzo Convento. Sono tanti i punti toccati dal commissario Nicola Auricchio, membro della terna prefettizia attualmente alla guida della casa municipale nicoterese, nell’intervista che segue. La prima domanda che gli abbiamo rivolto riguarda il famigerato Centro per l’accoglienza dei migranti che, secondo rumors sempre più insistenti, dovrebbe presto essere allocato in una struttura alberghiera nicoterese.
«La terna commissariale- ha argomentato Nicola Auricchio- è stata convocata in Prefettura, proprio perché l’ufficio territoriale del Governo voleva avere contezza della situazione, capire se, cioè, Nicotera ha la disponibilità per accogliere un Centro per migranti. La risposta, al momento, è stata negativa, in quanto in città non esistono delle associazioni in grado di occuparsi di una realtà del genere. Anche se in generale, in tale ambito, le associazioni bypassano i Comuni ed entrano direttamente in contatto con la Prefettura, la Commissione non ha notizie in questo senso: nessun Centro di accoglienza è previsto debba nascere a Nicotera. Anche perché, con il decreto ministriale “spalma migranti”, gli ospiti dovrebbero essere tre ogni mille abitanti: Nicotera fa sei mila abitanti, potrebbe accoglierne quindi solo 18, una cifra irrisoria in relazione ai numeri delle persone che arrivano sulle nostre coste. La commissione smentisce, dunque, le voci insistenti che circolano in paese ormai da mesi».
-Parliamo dell’organico di palazzo Convento. Abbiamo assistito nei giorni addietro all’uscita di scena del segretario Vincenzo Calzone e dell’arrivo del nuovo responsabile dell’ufficio monocratico, Amelia Mariano Pagano. Ci sono altre novità?
«Si. Sono in arrivo altre quattro unità. Nell’ufficio tecnico avremo presto il funzionario sovraordinato Marcello Romano, già dirigente dei Lavori Pubblici al Comune di Reggio Calabria. Il Comune ha la necessità di portare a termine numerose e importanti incombenze: il Piano regolatore, il Piano spiaggia, le concessioni edilizie, le nuove concessioni demaniali della spiaggia. C’è il bisogno di implementare il lavoro dell’ufficio tecnico anche in vista del rilancio turistico di Nicotera».
-Ciò vuol dire che l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico, Carmelo Ciampa, vedrà depotenziate le sue prerogative, poiché sarà alla direttive del dottor Romano?
«Le ho già risposto».
-Le altre unità in quale ambito sono previste?
«Avremo altre due figure nella Polizia municipale. Sono due funzionari della Polizia provinciale di Reggio Calabria. Il loro sarà un compito fondamentale: dovranno infatti vigilare in fatto di acqua e sversamenti in mare. Due questioni, come sappiamo, di grande importanza. Per quanto riguarda il mare, l’opera di vigilanza è in linea con quanto stabilito di concerto con il governatore Oliverio a Nicotera, lo scorso aprile, e cioè che anche la polizia municipale dovrà vigilare per individuare eventuali sversamenti abusivi in mare. Per quanto riguarda la questione acqua potabile, anche qui il Comune si propone di monitorare i consumi di acqua, a volte inspiegabilmente eccessivi, tipo di notte, dove in Marina, in queste settimane, si è registrato il consumo di 10 litri di acqua al secondo. Avremo poi una nuova figura nell’ufficio finanziario. Un’area, anche questa, in cui urgono degli interventi: stiamo lavorando per l’anagrafe tributaria telematica, creando una comunicazione on line con i cittadini. In generale il settore tributi richiede una grande revisione».
-La videosorveglianza. Tema sempre attuale a Nicotera che ha l’eterno problema della sicurezza.
«Anche in questo senso cui siamo attivati. Stiamo elaborando e presentando un progetto per poter attingere ai fondi Pon, secondo le direttive del Ministero dell’Interno in ordine alla sicurezza».
-Il Giudice di pace. Altro tema attuale. Ci sono novità in merito?
«La riapertura in città dell’ufficio del Giudice di pace ha dei costi non indifferenti, che rappresentano per il Comune dei costi notevoli. Sarà necessario, infatti, distaccare due dipendenti al servizio dell’organo decidente, senza contare le spese di manutenzione dei locali. Una spesa importante per un comune oberato di problemi da risolvere. Ciò nonostante abbiamo deciso di convocare una riunione alla quale saranno invitate le forze politiche cittadine e le associazioni, per concertare insieme una decisione. A giorni renderemo pubblico l’avviso dell’incontro in cui i cittadini potranno confrontarsi, in ordine all’apertura del’ufficio del Giudice di pace, con la terna prefettizia».

A processo il giovane di San Gregorio di Ippona accusato di stalkeraggio e atti persecutori nei confronti dell'ex fidanzata.



Inizierà il 7 settembre il processo contro Saverio Lacquaniti, 22enne di San Gregorio di Ippona. Per lui  il Gip Gabriella Lupoli del Tribunale di Vibo Valentia ha chiesto il giudizio immediato. Le accuse mossegli sono di stalking e danneggiamento seguito da incendio. Il Lacquaniti era stato arrestato lo scorso maggio con l’accusa di aver perpetrato una serie di atti di stalkeraggio ai danni dell’ex fidanzata. La ragazza sarebbe stata vittima di percosse, pedinamenti, minacce e molestie. L’atteggiamento persecutorio dell’arrestato le avrebbe procurato lesioni anche nella sfera psichica tant’è che la vittima per mesi ha vissuto in un costante stato d’ansia e di paura, stati d’animo scaturiti dal timore per l’incolumità sua e dei suoi familiari e amici. La ragazza, per sfuggire alle morbose attenzioni del suo ex, è stata costretta a modificare le sue abitudini di vita. Aspetti ancor più gravi di questa storia riguardano la circostanza secondo cui la vittima per tre volte, colta da disperazione, ha tentato il suicidio. Ma altri inquietanti episodi emergono dalle trame della vicenda. Come quello in cui il Lacquaniti avrebbe prelevato e fatto salire sulla sua autovettura la giovane per condurla a Tropea per indicargli in quale locale aveva trascorso la serata precedente. Nella stessa circostanza aveva agguantato il cellulare della vittima verosimilmente per controllare il traffico delle chiamate e la messaggeria. Un altro fatto risale al settembre del 2016: il 22enne si era avventato contro il nuovo fidanzato della ragazza, prendendolo a calci e a pugni, nella colluttazione anche la giovane ha riportato lesioni ad un braccio. Ma l’escalation dei gesti persecutori messi in atto da Gregorio Lacquaniti doveva ancora salire di livello, infatti nel primo maggio scorso ha dato alle fiamme l’auto della madre della vittima. Nel contempo un corollario di altre azioni violente: la rottura del vetro dell’auto della ragazza, gli schiaffi ad un suo amico, le minacce di morte al nuovo compagno, mentre quelle rivolte alla vittima non si contavano più, sino al danneggiamento degli pneumatici dell’auto in uso alla donna che finiva per perdere il controllo del mezzo e finire contro un muro.
Il giovane si trova adesso ristretto in carcere. La sua difesa è affidata agli avvocati Francesco Stilo e Lucio Aragona

Arpacal sulle fioriture algali.



 Questo articolo è uscito il 13 luglio 2017.
Nicotera. Niente di nuovo, a parere dell’Arpacal, sotto il sole cocente di questi giorni. Si, perché la nota che il Dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia ha inviato ieri mattina al commissario prefettizio del Comune di Nicotera e al prefetto di Vibo Valentia chiarisce che l’inquietante colore che imbratta il blu del mare in questi giorni altro non è che una vecchia conoscenza del litorale costiero nicoterese, ovvero la fioritura algale.  E’ la stessa Angela Diano, dirigente del Dipartimento di Vibo, che argomenta sullo stato dell’arte. “A seguito della segnalazione di colorazione anomala delle acque antistanti il litorale di Nicotera- spiega la Diano- il Dipartimento di Vibo Valentia ha acquisito il 31 maggio un primo campione di acque di balneazione prelevato dalla Guardia Costiera nel tratto di mare antistante la stazione di sollevamento (Tam Tam) del comune di Nicotera che evidenziava, all’analisi microscopica, una fioritura microalgale. Anche nelle giornate successive diverse segnalazioni comunicavano il perdurare dell’alterazione del colore delle acque. Si acquisivano, pertanto, ulteriori campioni sui quali sono state effettuate le analisi microbiologiche, chimiche e microscopiche”. L’analisi microscopica sui campioni pervenuti all’Arpacal e prelevati dai Carabinieri di Nicotera il 7 e l’8 giugno (nei pressi del fosso S. Giovanni), e  il 9 giugno (tratto di mare antistante il lido “La rotonda” e a sud della struttura turistica Sayonara sul lungomare di Nicotera,  prelevati dalla Guardia Costiera di Nicotera),  “hanno confermato la presenza di un’intensa fioritura in atto”. Il nome scientifico dell’alga infestante è Gymnodiumin litoralis, si tratta di una microalga non tossica. Ma i controlli non sono finiti qui; infatti nella giornata di lunedì 12 i tecnici del Dipartimento, impegnati nell’attività di controllo per il monitoraggio delle acque di balneazione, “hanno riscontrato la persistenza del colore anomalo delle acque di balneazione alla foce del fiume Mesima che si estendeva verso nord fino all’area di balneazione denominata “800 m sud lido Sayonara” e hanno prelevato ulteriori campioni”. Le analisi microscopiche attestano il perdurare della fioritura. Solo a 200 metri a destra del fiume Mesima” è stata rilevata una carica significativa di escherichia coli (450 mpn/100 ml).


MARE. La causa del disastro ambientale non è stata ancora individuata.



Questo articolo è uscito il 16 luglio 2017.
Nicotera. Dalla protesta contro le pessime condizioni del mare è passato esattamente un anno. Si direbbe che l’occupazione del Comune, dei binari ferroviari, degli uffici Igiene dell’Asp di Vibo, da parte del sodalizio civico “Movimento 14 luglio”, non sia servito a nulla. Il mare, infatti, è sporco, esattamente come lo era un anno fa, e come lo è da un ventennio a questa parte; un ventennio che è stato fatale per il territorio, che ha visto chiudere attività ricettive e fuggire frotte di turisti. L’inquinamento marino perdura: promesse, buone intenzioni, esposti in procura e qualsivoglia altra iniziativa, non hanno scalfito di un millimetro una situazione ormai incancrenita. Uno stato di cose così talmente tanto fossilizzato che si è forse giunti al punto che scrivere che “il mare è sporco” non è più una notizia che indigna, che induce qualcuno a trovare una soluzione. L’impraticabilità delle acque marine sta diventando una cosa ovvia, talmente ovvia da diventare normale. La rassegnazione scaturisce dall’amara constatazione, tra le altre cose, che la vibrata protesta dello scorso anno non ha dato i frutti sperati. A condire il tutto ci sono poi le analisi dell’Arpacal che testimoniano che quel lordume percepibile ad occhio nudo altro non è che fioritura algale. Un ipse dixit difficile da scalfire. Una sentenza che non ammette repliche. Eppure nemmeno un mese fa la professoressa Silvia Mazzuca, nel corso di un tavolo tecnico organizzato dalla terna commissariale, in un brillante intervento aveva spiegato da cosa scaturiscono le cosiddette fioriture algali: «Trattasi di decomposizione di rifiuti organici, cioè fognari, che, per effetto della luce e del calore estivo, “germogliano” fino a diventare alghe, non tossiche, ma sicuramente nocive all’ambiente e all’uomo». La Mazzuca, docente di Biologia marina all’Unical, sapeva il fatto suo, e ha argomentato, senza troppi giri di parole, che quelle macchie sono escrementi germogliati. Sul punto, però, l’Arpacal non è d’accordo. In una recente nota, l’Agenzia regionale per l’Ambiente, ha argomentato che non si può stabilire con certezza se la fioritura algale dipenda dalla decomposizione di escrementi oppure no, se siano, cioè, la spia sicura di sversamenti fognari in mare. “Gli scienziati ne stanno ancora discutendo”, scriveva l’Arpacal. Nel mentre della dotta discussione, però, la gente tira via gli ombrelloni dalla spiaggia, i gestori dei lidi vedono assottigliare il loro volume di affari, l’economia muore e tutto va alla malora. Ma sullo sfondo di tutto ciò, pare ancora di sentire le parole del governatore Oliverio, quel giorno di aprile in cui giunse a Nicotera per parlare di questo dramma. La presenza di prefetto e Forze dell’ordine non erano casuali, annunciavano anzi un controllo quasi militare del territorio. Ma, a quanto pare, se uno sversamento c’è è così ben nascosto agli occhi di tutti che per scovarlo non bastano le ruspe, forse sarebbe sufficiente rovistare a dovere nell’Ufficio tecnico comunale.