Nicotera.
In
corso d’opera in questi giorni, nella cittadina costiera, la redazione del
piano di aggiornamento della toponomastica esistente, per le nuove vie e
numerazione civica. L’incarico fiduciario è stato affidato dal comune al
geometra Giuseppe Gallizzi, per la cifra di 13 mila euro. In effetti la città
da troppo tempo necessita di una nuova toponomastica, che in alcuni casi non è
un semplice aggiornamento, ma si tratterebbe di attribuire delle denominazioni
ad aree che ne sono sprovviste. Si pensi ad esempio al quartiere case cooperative,
che di fatto non ha una definizione. Eppure quello che è un tentativo di
mettere ordine in città, potrebbe invece creare un nuovo caos, per un fatto
molto semplice: la toponomastica già c’è, esiste, malgrado il Comune si
appresti a realizzarne una nuova. La commissione antimafia con la delibera n. 4
del 19 gennaio 2006 diede incarico a tre studiosi nicoteresi, Pasquale
Barbalace, Giuseppe Neri e Domenico Calogero, di redigere la parte
squisitamente storico-culturale della toponomastica. I tre esperti profusero il
loro impegno a titolo gratuito. La parte tecnica fu affidata al geometra Lello
Di Leo.
I quattro
professionisti lavorarono sodo per due anni. Nel gennaio del 2008 la
toponomastica era pronta, con tanto di placet della Commissione di storia
patria.
In particolare, il
lavoro del geometra fu assai arduo. Aggiornamento di numerazione civica, aggiornamento
cartografico, dello stradario e delle sezioni di censimento. Insomma, tutto il
complesso e certosino lavoro oggi affidato al nuovo geometra, Giuseppe
Gallizzi. Un incarico fiduciario da parte del Comune il quale però non ha
tenuto conto del lavoro svolto dal geometra Di Leo, che nel frattempo è
deceduto. Un lavoro finito e consegnato al committente (il comune di Nicotera)
e del quale non si mai saputo nulla. Solo adesso, a distanza di molti anni si
parla di toponomastica. Si parla di un nuovo geometra, di un nuovo lavoro, di
una nuovo corrispettivo (13 mila euro), ma della prestazione professionale del
compianto geometra Di Leo non si fa menzione.
Che ne sarà dell’opera redatta
dal professionista quasi dieci anni fa? Di Leo non potrà reclamare più nulla,
ma in difesa della sua memoria parla adesso la vedova, Rosa Capria. E parla in difesa di quel lavoro intenso e
minuzioso svolto con passione dal marito. «Che fine farà il lavoro di mio marito?
Chiedo rispetto per la sua prestazione professionale. Se una toponomastica già
c’è perché farne un’altra ex novo? Io difendo la sua memoria, e non accetto che
il suo lavoro venga buttato via. In tal caso gli amministratori dicano cos’ha
che non va quanto da lui certosinamente realizzato».
Raggiunta presso la sua
abitazione la signora ci mostra i due faldoni contenenti l’accurato lavoro del
marito: la carta planimetrica, il lavoro cartografico, persino gli appunti
presi in corso d’opera e meticolosamente conservati dalla moglie con infinito
affetto.
Inutile sottolineare che
Di Leo non ha mai visto un centesimo da parte del Comune. E nemmeno la signora
rimasta prematuramente vedova ha mai beneficiato del corrispettivo dovuto al
marito. Per lei si riapre il discorso toponomastica ma solo per apprendere che,
evidentemente, il lavoro del coniuge è da cestinare. Al via quindi la nuova
seconda toponomastica, annunciata con gran clamore. Mentre la prima giace in un cassetto, insieme
alla speranza della signora Capria che l’impegno del marito venga apprezzato e
onorato.
Nessun commento:
Posta un commento