Nicotera.
Emergenza loculi al
cimitero. Il Comune non ha più posti per poter seppellire i morti. La salma di
una signora deceduta è rimasta cinque giorni nella cappella centrale del
camposanto in attesa di trovare un posto che poi non è arrivato. Così la
defunta è stata trasferita nel cimitero di Rombiolo, dove i familiari hanno
potuto reperire un loculo. La famiglia in questione non era indigente, quindi
la sepoltura non poteva essere eseguita a carico del Comune, per come prevede
la legge. Si riapre, così, l’emergenza spazio per il cimitero di Nicotera. “Anche
morire è diventato un lusso”, osserva sconsolato il custode, che conosce bene
la situazione.
Urge, dunque, un
ampliamento, ma urge, nel contempo, la necessità di rivedere il regolamento
comunale, oltre che l’opportunità, già ventilata dal sindaco nel corso della
campagna elettorale, di affidare tutti i servizi cimiteriali ad una ditta
esterna, dato che, come sembra, le cose sono gestite con una certa anarchia. Un modus
operandi, a carico delle famiglie, che spesso non rispetta le norme previste
dalla legge in materia, in specie nelle operazioni di estumulazione e gestione
dei rifiuti cimiteriali. Il sindaco Giuseppe Marasco fa sapere che i lavori
dell’ampliamento del cimitero sono già in agenda. Un progetto esiste già: è
stato redatto, nell’ottobre del 2013, dall’allora assessore ai Lavori Pubblici
Federico Polito. Un prospetto che non riguardava solo la parte squisitamente
tecnica, ma anche le politiche cimiteriali; ad esempio: la rielaborazione del
regolamento, la questione delle tasse di concessione dei lotti e un censimento
globale e anagrafico del luogo sacro. Un vero e proprio organigramma che il
sindaco ha deciso di adottare in quanto in tal modo si abbattono i tempi di
realizzazione delle opere previste. Il progetto nel suo insieme ha un costo di
200 mila euro. Nelle spese sono incluse il frazionamento del terreno in lotti,
le spese tecniche, la realizzazione dei muri di recinzione e quella dei canali
di scolo per le acque bianche, illuminazione e pavimentazione, anche di aree
per le quali non è mai stato costruito un selciato decente. In tutto verranno
espropriati 2278 metri quadri di terreno. Solo la fase espropriativa ha un
costo di circa 28 mila euro. Ma qui l’amministrazione ha trovato il modo di abbattere
i costi di espropriazione: l’ente è infatti riuscito ad addivenire ad un
accordo con il proprietario del terreno in questione: cessione dell’area
edificabile in cambio di due lotti. Con le tasse di concessione si procederà ai
lavori di pavimentazione, illuminazione e raccolta delle acque piovane.
Occorrerà, inoltre, eseguire il censimento delle antiche edicole gentilizie dei
cui proprietari si è persa la memoria, nonché l’abbattimento di altre ormai
decadenti, come una, sita nella parte più antica del luogo sacro, a cui anni fa
qualcuno ha dato fuoco, distruggendola.
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