Nicotera.
Si
è spento ieri, alle primissime luci dell’alba, Princivalle Adilardi, 73 anni, che
per ben due volte ha ricoperto la carica di sindaco nella cittadina medmea.
Negli ultimi anni si era ritirato a vita privata, anche a causa dell’aggravamento
di una malattia degenerativa, da cui era affetto fin dall’età giovanile.
Adilardi era affetto dalla sindrome di Buerger, una patologia vascolare infiammatoria
rara che colpisce la circolazione degli arti. La sofferenza, infatti, l’ha accompagnato
per tutto il corso della sua vita; il suo incedere era sostenuto da un bastone
poiché specie la gamba destra gli provocava grandi fastidi e difficoltà a
deambulare. Ciò nonostante, l’ex sindaco non ha mai perso la voglia di lavorare
per la sua città; né mai è venuta meno quell’eleganza nel portamento e la
gentilezza dei modi che in molti ricordano come una delle caratteristiche
principali della sua persona. L’ex sindaco per anni ha lavorato al Liceo
Classico di Nicotera come bibliotecario, poi il richiamo della politica si è
fatto irresistibile e così ha deciso di candidarsi a sindaco. Il suo primo
esecutivo è cominciato nel 1994 ed è durato fino al 1998. Il secondo esecutivo
(eletto a furor di popolo) durò dal 2001 al 2005, anno in cui il consiglio
comunale fu sciolto per infiltrazione mafiose. Da quel momento in poi
l’amarezza e la certezza di essere vittima di un’ingiustizia lo accompagnarono ogni
giorno. Intanto si inaspriva la sua malattia, partecipava poco alla vita
sociale del paese, pur continuando ad osservare gli eventi che si avvicendavano
sullo scenario politico nicoterese.
Princivalle Adilardi
lascia la moglie, Maria Teresa Cannatà, tre figli, Maria Teresa, Gancola e
Maria Paola, e un nipotino. Ed è proprio la figlia Maria Teresa a ricordarlo
con immenso affetto: «mio padre», ha detto la figlia con la voce rotta dal
pianto, «ha rappresentato la vera e bella politica, quella fatta in maniera
onesta e coerente, sempre con il sorriso sulle labbra, senza guardare il colore
politico della persona che aveva davnti; era la politica- ha aggiunto- che ogni
politico dovrebbe fare. Mio padre- ha proseguito Maria Teresa- amava
intensamente il suo paese e per esso si è speso senza tregua, anche quando era
tormentato dai suoi problemi di salute». Anche il sindaco Giuseppe Marasco ha
voluto esprimere parole d’affetto per Adilardi: «è venuto a mancare- ha detto
il primo cittadino- un uomo politico che ha rappresentato degnamente la destra
nicoterese. Ma per me era soprattutto un caro amico, un uomo che è stato una
guida per tanti di noi che ci affacciavamo alla politica. Con lui- spiega il
sindaco- ho condiviso un percorso politico, dal 2002 al 2005». A riprova
dell’affetto e della stima che Marasco nutriva per Adilardi, ha voluto che la
camera ardente fosse allestita all’interno dell’aula consiliare di palazzo
Convento, quell’aula in cui, molti anni fa, avevano riecheggiato le parole del
due volte sindaco, sempre dal tono intenso e solenne.
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