Nicotera.
Il
consiglio comunale di ieri si è svolto a mezzogiorno in una sala praticamente
deserta. Di fronte all’emiciclo, il vuoto. Un teatro vacante per la
celebrazione di una pubblica assise che ha affrontato due tematiche di
stringente attualità: beni confiscati alla mafia e Dieta mediterranea. Ma
nonostante la contemporaneità dei temi, ciò che è doveroso evidenziare è quel
baratro corre tra il palazzo e il paese.
In merito al tema del
bene sequestrato alla criminalità organizzata: trattasi di un enorme immobile
sito in località Gatto. Un atto dovuto, «ma che riveste un grande valore
simbolico e sociale» ha ribadito il sindaco Franco Pagano, che ha però tenuto a
precisare che «permangono delle difficoltà oggettive nella gestione del bene»,
quindi, «di concerto con la Prefettura valuteremo- ha annunciato- l’opportunità
di indire una manifestazione di interesse alle varie associazioni presenti sul
territorio». «Un obbligo morale», ha definito tale iniziativa il sindaco, «a
cui l’amministrazione non si sottrae».
Chiuso questo delicato
capitolo, si è parlato ancora una volta della questione della Dieta
Mediterranea, grande risorsa immateriale dell’umanità, che, secondo la defunta
legge Grillo avrebbe dovuto veder nascere a Nicotera una Fondazione. La 45/2013
è stata praticamente invalidata dalla nuova legge, in merito, Greco/Sergio. Il
secondo tema importante all’ordine del giorno riguardava proprio l’esame della
mozione urgente presentata da Pino Brosio, uno dei più accaniti sostenitori
della legge Grillo. Il consigliere di opposizione ha ricordato che «a
commissione regionale aveva approvato la nuova proposta di legge senza tenere
conto delle varie istanze partite da Nicotera e dalle varie associazioni». E
poi tutta una serie di appunti su una faccenda su cui si continuano a celebrare
consigli, convegni e dibattiti pubblici: la Fondazione, ha precisato Brosio, «è
diventata Odmir, ovvero un Osservatorio», il quale parrebbe privo di ogni
potere esecutivo o amministrativo. «Una delle tante furbizie messe in campo
dagli amici cosentini», ha osservato con ironico rammarico Brosio. A Nicotera
dunque solo “un pennacchio”: in pratica non è da lì che passerà l’enorme flusso
di denaro destinato a regimentare il bene dell’Unesco. Brosio, dopo aver
snocciolato tutte le randellate morali e materiali subite da Nicotera dalla
nuova legge, ha chiesto al consiglio di invitare il presidente Oliverio, a dire
la sua, una volta per tutte, sulla vicenda. La realtà, però, sembra averla
fotografata con lucidità il consigliere di opposizione Vincenzo Campisi. «A
Nicotera, sia Destra, Sinistra che Centro facciamo solo parole- ha esordito,
professando una onesta ammissione di colpa. Finchè la città- ha continuato- non
sarà politicamente rappresentata saremo presi per i fondelli». Una Nicotera
dunque, nel quadro dipinto da Campisi, senza un santo in Paradiso. Il sindaco
ne ha sottoscritto in pieno le parole: «La mancanza di una rappresentanza
istituzionale di peso nel consiglio regionale non porta cose buone per il
nostro territorio», ha ammesso, con consapevolezza e disillusione.
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