Nicotera. Mattinata
concitata quella di ieri in via Barriera. Si riaccende un contrasto tra un
privato e il Comune sullo sfondo di una annosa contesa tra confinanti. Oggetto
del contendere la proprietà di un terreno al cui centro si apre un’arteria del
fosso Santa Barbara, cosa, questa, non di poco conto, se si pensa che la
salvaguardia dei fossi è la prima cautela da adottare per proteggere il
territorio dalla piaga del dissesto idrogeologico. Ma entriamo in merito ai
fatti che hanno visto fare ingresso in scena, oltre che uno dei confinanti,
anche i carabinieri della stazione di Nicotera e il sindaco Franco Pagano.
Attorno alle 11, Salvatore Corigliano, si è accorto che sul
suo terreno, adiacente al fosso Santa Barbara, alcuni operai stavano facendo
lavori di pulizia, con taglio alberi e bruciando sterpaglie. Per inciso, anche
alberi di una certa altezza e con notevole fusto. Allarmato, chiamava i
Carabinieri, intimando nel frattempo agli operai di fermare i lavori. In realtà
non si trattava di lavoratori privati, bensì di uomini in forza alla
cooperativa denominata Calabria Verde, che ha tra l’altro effettuato
recentemente lavori di pulizia nelle campagne limbadesi. Tuttavia Corigliano, a
primo acchito, aveva addirittura temuto che si trattasse di un intervento
manutentivo disposto dal confinante, la ditta V.S., con la quale esiste un
contenzioso ormai da diversi anni. L’esasperazione della famiglia Corigliano è
arrivata a un tale punto che è stato necessario l’intervento del legale di
parte, l’avvocato Francesco Tripaldi, oltre che quello solerte dei Carabinieri
di Nicotera al comando del Luogotenente Raffaele Castelli, per riportare la
questione nei giusti binari. “In ogni caso –afferma Corigliano- è certo il dato
che sono stati disposti lavori di pulizia e di manutenzione straordinaria su
un’area privata che, atto notarile alla mano, è di proprietà di mio padre
Giuseppe da sempre, oltre che da me posseduta in via pacifica ed ininterrotta
da decenni”. Nelle concitate ore del loro intervento, i rappresentanti della
Benemerita hanno preso i nominativi
delle persone intervenute sul luogo ad effettuare i lavori e assunto sommarie
informazioni sugli eventi denunciati dal Corigliano. Immediatamente dopo,
Castelli in persona si è recato sul comune sollecitando l’intervento del
sindaco e dell’assessore Federico Polito, giunti sul posto insieme al
comandante Gregorio Melidoni. L’assessore Polito ha accennato ai lavori
incriminati, affermando che i medesimi sarebbero stati disposti sulla scorta di
schede regionali. Un fatto è certo, su quell’area insisteva ed insiste il fosso
Santa Barbara, con confini però tutti da definire. In questo senso l’avvocato
Tripaldi afferma a chiare lettere “che già in un passato processo civile,
incoato da un collega dinanzi alla sezione di Tropea, era stato asseverato da
un consulente tecnico lo sconfinamento da parte dell’allora proprietario della
costruzione vicina nel Fosso Santa Barbara, deviandone l’alveo, oltre che nella
proprietà dei miei clienti. Il processo in questione –prosegue il legale- non è
arrivato a sentenza solo perché il collega che seguiva allora i Corigliano
perse la capacità di stare in giudizio. Il processo si è estinto senza che
nessuno si preoccupasse di farlo proseguire ed eccoci qui nella palude”. La
vicenda non si è arrestata, però, come chiarisce il difensore. “Esistono
certificati di destinazione urbanistica –afferma- i quali evidenziano un
vincolo di inedificabilità affermato dallo stesso Ente. Alle mie rimostranze
l’Ufficio Tecnico, dopo una sospensione quindicinale dei lavori, ha opposto il
20 di agosto 2014 dei rilievi ritenuti "soddisfacenti" di controparte
effettuati il 7 di luglio 2014 per mezzo di un tecnico che, per inciso, è
entrato a far parte dello staff del sindaco quello stesso 20 di agosto.
Circostanza che ho chiarito al Dirigente di area al quale sottolineavo la
persistenza di un conflitto di funzioni, pubbliche e private, quantomeno
inopportuno a prescindere dal merito dei rispettivi operati”. Una storia,
questa, che afferisce, quindi, oltre che ad una contesa tra vicini anche e
soprattutto ad un intricato caso di denunciato abusivismo edilizio.
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