domenica 10 gennaio 2016

Dissidio tra confinanti: trambusto in via Barriera.



Nicotera. Mattinata concitata quella di ieri in via Barriera. Si riaccende un contrasto tra un privato e il Comune sullo sfondo di una annosa contesa tra confinanti. Oggetto del contendere la proprietà di un terreno al cui centro si apre un’arteria del fosso Santa Barbara, cosa, questa, non di poco conto, se si pensa che la salvaguardia dei fossi è la prima cautela da adottare per proteggere il territorio dalla piaga del dissesto idrogeologico. Ma entriamo in merito ai fatti che hanno visto fare ingresso in scena, oltre che uno dei confinanti, anche i carabinieri della stazione di Nicotera e il sindaco Franco Pagano.
Attorno alle 11, Salvatore Corigliano, si è accorto che sul suo terreno, adiacente al fosso Santa Barbara, alcuni operai stavano facendo lavori di pulizia, con taglio alberi e bruciando sterpaglie. Per inciso, anche alberi di una certa altezza e con notevole fusto. Allarmato, chiamava i Carabinieri, intimando nel frattempo agli operai di fermare i lavori. In realtà non si trattava di lavoratori privati, bensì di uomini in forza alla cooperativa denominata Calabria Verde, che ha tra l’altro effettuato recentemente lavori di pulizia nelle campagne limbadesi. Tuttavia Corigliano, a primo acchito, aveva addirittura temuto che si trattasse di un intervento manutentivo disposto dal confinante, la ditta V.S., con la quale esiste un contenzioso ormai da diversi anni. L’esasperazione della famiglia Corigliano è arrivata a un tale punto che è stato necessario l’intervento del legale di parte, l’avvocato Francesco Tripaldi, oltre che quello solerte dei Carabinieri di Nicotera al comando del Luogotenente Raffaele Castelli, per riportare la questione nei giusti binari. “In ogni caso –afferma Corigliano- è certo il dato che sono stati disposti lavori di pulizia e di manutenzione straordinaria su un’area privata che, atto notarile alla mano, è di proprietà di mio padre Giuseppe da sempre, oltre che da me posseduta in via pacifica ed ininterrotta da decenni”. Nelle concitate ore del loro intervento, i rappresentanti della Benemerita hanno  preso i nominativi delle persone intervenute sul luogo ad effettuare i lavori e assunto sommarie informazioni sugli eventi denunciati dal Corigliano. Immediatamente dopo, Castelli in persona si è recato sul comune sollecitando l’intervento del sindaco e dell’assessore Federico Polito, giunti sul posto insieme al comandante Gregorio Melidoni. L’assessore Polito ha accennato ai lavori incriminati, affermando che i medesimi sarebbero stati disposti sulla scorta di schede regionali. Un fatto è certo, su quell’area insisteva ed insiste il fosso Santa Barbara, con confini però tutti da definire. In questo senso l’avvocato Tripaldi afferma a chiare lettere “che già in un passato processo civile, incoato da un collega dinanzi alla sezione di Tropea, era stato asseverato da un consulente tecnico lo sconfinamento da parte dell’allora proprietario della costruzione vicina nel Fosso Santa Barbara, deviandone l’alveo, oltre che nella proprietà dei miei clienti. Il processo in questione –prosegue il legale- non è arrivato a sentenza solo perché il collega che seguiva allora i Corigliano perse la capacità di stare in giudizio. Il processo si è estinto senza che nessuno si preoccupasse di farlo proseguire ed eccoci qui nella palude”. La vicenda non si è arrestata, però, come chiarisce il difensore. “Esistono certificati di destinazione urbanistica –afferma- i quali evidenziano un vincolo di inedificabilità affermato dallo stesso Ente. Alle mie rimostranze l’Ufficio Tecnico, dopo una sospensione quindicinale dei lavori, ha opposto il 20 di agosto 2014 dei rilievi ritenuti "soddisfacenti" di controparte effettuati il 7 di luglio 2014 per mezzo di un tecnico che, per inciso, è entrato a far parte dello staff del sindaco quello stesso 20 di agosto. Circostanza che ho chiarito al Dirigente di area al quale sottolineavo la persistenza di un conflitto di funzioni, pubbliche e private, quantomeno inopportuno a prescindere dal merito dei rispettivi operati”. Una storia, questa, che afferisce, quindi, oltre che ad una contesa tra vicini anche e soprattutto ad un intricato caso di denunciato abusivismo edilizio.

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