Nicotera.
Nei
giorni scorsi la Sorical ha divulgato gli esiti degli esami dell’acqua in
uscita dall’acquedotto Medma. Le analisi sono state effettuate in seguito ai
lavori effettuati nell’impianto che hanno visto l’inserimento di un sistema di
filtraggio del ferro e del manganese. Abbiamo chiesto all’ingegnere Antonio D’Agostino,
tecnico delegato del Movimento 14 luglio, il suo parere in merito.
-Ingegnere,
pare che il livello di manganese presente nell’acqua sia più che accettabile.
Tutto a posto quindi?
«E’ necessario in
premessa ricordare che i lavori di potabilizzazione all’impianto Medma sono
stati eseguiti con colpevole ritardo dalla Sorical, dopo quasi due anni
dall’ordinanza di divieto d’uso umano dell’acqua da parte del sindaco di
Nicotera e dopo le note manifestazioni di protesta della popolazione nicoterese
a causa degli enormi disagi che ha sofferto insieme ai gravi pericoli per la
propria salute. Dopodiché debbo fare anche presente che la conformità dei
parametri al d.lgs. 31/2001 non riguarda soltanto il manganese e il ferro, ma
molti altri parametri sia chimico-fisici (38) che batteriologici (2) che rappresentino
un pericolo, anche solo potenziale, per la salute umana. Vi sono poi altri
9 parametri di potenziali contaminanti
(tra cui il Pseudomonas aeruginosa, riscontrato
mesi fa) la cui ricerca può essere disposta dall’autorità sanitaria. Come si
vede si tratta di una quantità rilevante di possibili inquinanti che, nella
gran parte, non sono oggetto delle analisi, di routine e di verifica (con la
frequenza e lo spettro previsto dalla normativa citata), né da parte dell’Arpacal
né della Sorical. Ricordo, a solo titolo di esempio, che nel luglio 2015, a
seguito di un allarme lanciato dal direttore del Dipartimento di Prevenzione
dell’Asp di Vibo Valentia, è stato chiesto all’Asp di fornire i dati sulla radioattività.
Ebbene, la risposta fu che il laboratori Arpacal competenti non erano dotati
della strumentazione necessaria per effettuare tale ricerca. Sarebbe
interessante conoscere se, da allora ad oggi, è cambiato qualcosa…».
-E’
la stessa Sorical a sottolineare che nell’acqua che giunge nella frazione
Marina si sono riscontrati alti livelli di cloruri che sarebbero imputabili a
un pozzo comunale. Nuovi problemi all’orizzonte?
«Direi piuttosto vecchi
problemi anche se la situazione appare in via di miglioramento. Le alte
concentrazioni di cloruro e di sodio erano state già rilevate in altre analisi
del recente passato. Né vale dire, come afferma il direttore tecnico della
Sorical, Sergio De Marco, che tali elementi si trovano nell’acqua immessa nel serbatoio
di Nicotera Marina che proviene da un pozzo comunale. Infatti, da notizie
assunte personalmente presso gli uffici comunali, detto pozzo non sarebbe attualmente attivo. Ancora, la
Sorical, citando l’art. 14 del d.lgs. 31/2001, rileva che tali sostanze,
compreso il manganese, rientrano tra i parametri “indicatori”. Ciò però non
significa che non possano costituire pericolo per la salute umana su cui è
competente l’Asp e non certo la Sorical. E se l’Asp ha ritenuto di prescrivere
al sindaco di Nicotera di intervenire entro 24 ore per ripristinare i valori di
legge, qualche pericolo vuol dire che lo ha ravvisato. In ogni caso non ci
stancheremo mai di ricordare che l’art. 4 del decreto citato parla chiaro: “le acque destinate al consumo umano debbono
essere salubri e pulite”».
-Il
Movimento 14 luglio di cui lei è tecnico delegato ha spesso ribadito che è
opportuno che il comune di Nicotera di sganci dalla Sorical. Può motivare il
perché di questa decisione?
«Da una recente
delibera abbiamo appreso che l’importo annuo da corrispondere alla Sorical da
parte del nostro comune è di oltre 250.000 euro all’anno per i circa 20-25
litri al secondo erogati, molti dei quali non fatturati (per perdite e
sottrazioni abusive). A conti fatti, per i 6.500 abitanti del nostro comune, ne
basterebbero molti di meno. Inoltre, attingendo a pozzi comunali (realizzabili
con i 201.000 euro conquistati dal movimento nicoterese al tavolo tecnico
regionale), da trivellare in prossimità dei vari serbatoi a servizio del
capoluogo e delle frazioni, si potrebbero conseguire sensibili economie (che
potrebbero servire per ammodernare la rete idrica) e nel contempo assicurare
una migliore qualità dell’acqua che giunge nelle nostre case. In più, con
“l’acqua del sindaco” verrebbe rispettata la volontà espressa da 27 milioni di
italiani col referendum che ha sancito la volontà che questo bene comune vitale
debba essere pubblico e non fonte di
business. Molti comuni calabresi stanno seguendo questa strada. Questa
richiesta sarà oggetto di una prossima assemblea dei cittadini e delle
cittadine nicoteresi che decideranno se e con quali modalità portarla
all’attenzione degli attuali amministratori».
-Una
recente delibera comunale ha stabilito che il Comune accetta di transigere il
debito pregresso con la Sorical che ha ceduto il credito accumulato dall’ente
(negli anni 2009-2013) ad una società di riscossione inglese. Cosa pensa di
questa transazione? Quali vantaggi ne può trarre l’ente e quali i cittadini ?
«Con la transazione il
comune andrà a pagare circa la metà dei circa 1,5 milioni richiesti, il ché
rappresenta una notevole economia per l’ente. Aggiungiamo però che, per equità
e giustizia, a ciò dovrebbe corrispondere una correlativa e proporzionale
restituzione ai cittadini nicoteresi che, in questi anni, hanno pagato canoni
iniqui sia per la qualità dell’acqua sia per le tariffe illegali a lungo
praticate dalla Sorical. Anche questo argomento sarà oggetto di una prossima
discussione pubblica».
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