Limbadi. Due giorni fa la foto della Giunta
comunale guidata da Pino Morello insieme a Giovanni Impastato, fratello di
Peppino, morto per mano della mafia, campeggiava sul gruppo social “Lista
democratica” relativa alla compagine politica che tiene le redini del comune
limbadese. Una foto mostrata con orgoglio da Pino Morello. Ad essa era
corredata una breve dichiarazione del sindaco: «Avendo
saputo delle vicende che coinvolgono il nostro comune, ha voluto esprimere la sua
vicinanza, per infondere coraggio a chi come lui lotta per la legalità. Le sue
parole di stima nei confronti dell'amministrazione e del sindaco ci riempiono
di orgoglio». Ma per l’amministrazione è in arrivo una doccia fredda. E’ giunta
infatti all’attenzione del Quotidiano una breve nota, vergata proprio da
Giovanni Impastato, il quale “ritira” la solidarietà offerta a Pino Morello, in
quanto ignorava alcune vicende che riguardano un componente
dell’amministrazione limbadese, che, avrebbe chiesto (il condizionale è d'obbligo e la circostanza è ancora da dimostrare anche se c'è in corso un'inchiesta giudiziaria) aiuto ai Mancuso,
indiscusso clan egemone del territorio, per ottenere sostegno elettorale.
«Con grande sorpresa e stupore- scrive Giovanni Impastato- vengo a
conoscenza di alcuni fatti a me totalmente sconosciuti, riguardo ad alcune
inchieste in corso per intercettazioni e legami con la ndrangheta da parte
dell'amministrazione comunale di Limbadi. Sono convinto che la mia cultura
garantista non può giustificare questa mia visita, avvenuta il 3 Marzo come
segno di solidarietà nei confronti di un'amministrazione molto discussa. Questo
gesto che ho compiuto nella mia totale buona fede- ha spiegato Impastato- ha
suscitato molte polemiche e non le nascondo che per la mia sensibilità e' stato
mortificante». A tale precisazione seguono parole di scuse: «Mi scuso con
quelle persone che si sono sentite infastidite e che mi hanno richiamato
all'attenzione. Purtroppo- aggiunge- non voglio sostenere che sono stato raggirato,
però mi sono fidato di persone che con superficialità mi hanno condotto nel
posto sbagliato, come nel caso del prof. Salvatore Rizzo esponente
dell'Associazione Libera nel territorio. Forse- conclude il fratello di Peppino
Impastato- ho fatto male ha fidarmi di un'Associazione che storicamente ha
combattuto sempre contro la mafia. A questo punto dobbiamo pure diffidare di
Libera?».
Nella fattispecie, la componente della compagine amministrativa la cui
posizione risulta ambigua è Domenica Gurzì, assessora alla Cultura: stante
all’inchiesta Purgatorio, contro la ndrina dei Mancuso, eseguita dalla Dda di
Catanzaro, vi sono alcune intercettazioni che documentano che la Gurzì abbia bussato a casa di
Pantaleone Mancuso per chiedere espressamente sostegno elettorale per la sua
candidatura con la precedente lista elettorale. Tali circostanze, che riguardano
un elemento della giunta Morello, sono state fonte di grande imbarazzo per
Giovanni Impastato, che per mafia ha visto morire il fratello.
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