Nicotera. “Nicotera, quale futuro?”. Questo è il titolo che don
Francesco Vardè, parroco della Cattedrale di Nicotera, ha voluto dare ad un
incontro con i cittadini, svoltosi lunedì pomeriggio nella sala Giovanni XXIII.
Una chiamata rivolta a tutte le persone di “buona volontà”,
ma anche alle istituzioni, alle associazioni, ai comitati civici.
«Il momento storico che stiamo vivendo nella nostra Comunità non è certo
facile,- aveva scritto don Francesco nella lettera di invito- il terzo
scioglimento per mafia e altri terribili fatti di cronaca, come il vile atto
profanatorio al camposanto, potrebbero indurre allo
scoraggiamento e allo sconforto». L’intenzione di don Francesco è quella di «riproporre
a chiunque lo voglia, un itinerario di autoformazione e di risveglio del senso
civico nella nostra realtà, ognuno col suo carico di responsabilità da doversi
tributare. Si tratta di dare vigore a percorsi virtuosi di ripresa e crescita
ad ogni livello». Il grave fatto di cronaca che ha visto la profanazione della
cappella della famiglia Reggio nel cimitero di Nicotera, ha dato l’input a una
serie di iniziative, firmate dal parroco, rivolte al risveglio civico della
comunità nicoterese. Presenti all’incontro esponenti politici locali
e rappresentanti delle associazioni. Nel suo discorso programmatico don
Francesco ha fatto il focus dei problemi che attanagliano la città, correlati
all’ambiente, alla sicurezza, alla salute pubblica, soprattutto ha posto
l’attenzione su quello che ha definito “il problema dei problemi”, cioè «lo sfilacciamento e disintegrazione
(scannamento) vicendevole e sociale. La città è dilaniata al suo interno da
lotte fratricide, l’un contro l’altro armati, spesso senza un apparente motivo». Poi ha invitato tutti a «fare un sincero
mea culpa», della necessità di «intraprendere una nuova mentalità, pena la
stagnazione totale. Incentivare iniziative assembleari per la partecipazione
attiva ai processi democratici della città, vista la grave situazione dei tre
scioglimenti per mafia e la mancanza di vera vitalità politica a favore dei
cittadini, superando l'idea affaristica della cosa pubblica». A seguire gli
interventi dei vari esponenti di partiti e associazioni. Tutti con una ricetta
per uscire da un periodo difficile della storia nicoterese. Sullo sfondo un dato
di fatto rimane incontestabile: una realtà sociale che conta una cinquantina di
associazioni e vari esponenti di partiti nazionali per creare momenti di
dibattito e nuovi sentieri politici ha bisogno di farsi guidare dal parroco: e
così la sagrestia si trasforma, ancora una volta, in un laboratorio politico.
Fuori da lì mancano stranamente coraggio e determinazione.
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