Nicotera.
Ancora
irrisolta la strana e ingarbugliata vicenda delle trentasei villette site in contrada
Filippella. Il Consiglio di Stato ha dato ragione alle proprietarie del
terreno: l’intera area su cui sono state edificate appartiene alle
due signore che hanno fatto causa al Comune, su cui, in virtù di tale sentenza,
adesso grava un debito di 600 mila euro. E che ne sarà ora delle trentasei
villette e delle famiglie che vi abitano? Per l’organo giurisdizionale che ha
emesso il verdetto agli inquilini delle villette rimane la proprietà
dell’immobile, ma non del terreno su cui esso sorge. Una situazione anomala,
che per essere compresa appieno è necessario fare un passo indietro di almeno due decenni.
Siamo agli inizi degli
anni Novanta. La magnifica zona panoramica situata al di sotto della Madonna
della Scala nelle intenzioni dell’ufficio tecnico comunale doveva diventare una
deliziosa area residenziale. All’epoca non era che una zona incolta, in preda
alla vegetazione selvaggia. Il Comune decide così, in virtù di un interesse
pubblico, e apponendovi il vincolo urbanistico, di procedere all’espopriazione.
Alle due proprietarie del terreno, Cristina Cipriani e Yvonne Castella, spetta,
per come previsto dalla legge in materia, l’indennità di esproprio. E proprio a
partire da questo momento si è sviluppata l’intera controversia, perché il
Comune di Nicotera non ha mai versato quanto doveva alle possidenti: una cifra
non certo eccessiva, ma che adesso, dopo tanti anni, è lievitata fino a
raggiungere la ragguardevole cifra di 600 mila euro. Il Consiglio di Stato,
come precisato all’inizio di questo articolo, ha dato ragione alle due signore
che possono far valere i loro diritti sul terreno in questione. La noncuranza
dell’ente nicoterese, il non aver fatto le cose rispettando le regole, ha
creato una situazione incresciosa che ha legittimamente gettato nella
preoccupazione i proprietari delle villette, che, per il tramite degli avvocati
delle querelanti, hanno scoperto che il terreno che credevano di aver
regolarmente acquistato vent’anni fa, per costruirvi l’agognata villetta, non è
di loro proprietà, ma appartiene a Cristina Cipriani e Yvonne Castella. Alla
colpevole trascuratezza iniziale si è poi aggiunta l’inierzia delle successive
amministrazioni, comprese quelle commissariali, che non hanno mai affrontato la
questione di petto, lasciando che il debito crescesse a dismisura, fino ad
arrivare ad una cifra astronomica, che adesso qualcuno dovrà pagare. Ed il
problema è proprio questo, perché esiste la possibilità concreta che parte del
debito venga “spalmato” sui trentasei residenti dell’area espropriata.
Cittadini che pensavano di aver ormai pagato quanto dovuto, anzi, qualcuno, per
quell’acquisto, sta ancora pagando un mutuo. La Terna commissariale sta
cercando una soluzione che non metta in difficoltà i residenti, sta di fatto
che in qualche modo la vertenza va chiusa al più presto, perché quelle 600mila
euro potrebbero continuare a lievitare senza sosta.
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