Nicotera.
Negli
ultimi tempi i consigli comunali nella cittadina costiera sono caratterizzati
da un inizio turbolento, segnato dalle polemiche e da un duro testa a testa tra
maggioranza e opposizione. In ossequio a tale tendenza, anche ieri mattina la
civica assise ha visto l’abbandono della sala consiliare da parte del gruppo
“Movivento”, capitanato dall’ingegnere Antonio D’agostino. La motivazione è
sempre la stessa: il rifiuto da parte del sindaco Pino Marasco di inserire nei
punti all’ordine del giorno quelli proposti dalla minoranza. L’emergenza
democratica, concretizzatasi nella chiusura e nell’indisponibilità della
maggioranza, è stata però affrontata e risolta dal prefetto di Vibo, Francesco
Zito. Il rappresentante governativo ha, infatti, ingiunto al sindaco di
accogliere le richieste del gruppo “Movivento”, e di indire un consiglio
comunale che contempli come punti da discutere proprio quelli proposti dalla
minoranza. Minoranza che, ricordiamo, aveva scritto al prefetto per evidenziare
l’atteggiamento refrattario del primo cittadino. Le sue continue bocciature non sono più
ammesse, anche se è stato necessario scomodare il rappresentante governativo
per poter ottenere ciò che sembrerebbe ovvio in uno stato di democrazia. Val la
pena di sottolineare che i temi proposti da “Movivento” sono di stringente
attualità nel contesto dei problemi da cui è afflitta Nicotera: e cioè,
l’emergenza sanitaria, un piano di evacuazione in caso di calamità naturale, la
questione mare che, con grande lungimiranza, l’opposizione tenta di affrontare
in anticipo. Ma niente da fare. Grande risalto è invece stato dato alla
questione di capitale importanza della
cimice asiatica, del disciplinare della cosiddetta De.Co. (denominazione
comunale dei prodotti made in Nicotera) e del ricordo delle Foibe. Un tema,
quest’ultimo, che non era inserito nei punti all’ordine del giorno. Antonio
D’Agostino ha sottolineato l’arbitrarietà dell’iniziativa di Marasco, anche
alla luce del fatto che gli argomenti richiesti dal suo gruppo non erano stati
inseriti. Ciò nonostante si è preceduto con la commemorazione del doloroso
evento storico, iniziato con un minuto di silenzio, richiesto dal consigliere
della Lega, Antonio Macrì. Subito dopo ha preso la parola il sindaco. Una dura
filippica, contenuta in almeno tre pagine, contro i "comunisti", corresponsabili, nelle parole di Marasco, dell’eccidio. La
ricorrenza si è tristemente vestita di colori politici, facendo emergere, per
chi non ne fosse a conoscenza, da quale parte, politicamente, sta il sindaco
(Forza Italia). Concluso l’intervento del primo cittadino, come gesto di
protesta, il leader di “Movivento”, si è imbavagliato con un fazzoletto e ha
lasciato l’aula consiliare, seguito dalla consigliera Maria Adele Buccafusca.
L’assise è continuata, mutilata di una parte attiva ed energica del consiglio,
a cui il prefetto ha ridato il ruolo che dovrebbe detenere.
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