Nicotera. 18 dicembre. Giornata internazionale del
migrante e del rifugiato. Lo ha stabilito nel 1990 l’Assemblea generale delle
Nazioni Unite, in seguito all’adozione della Convenzione internazionale per la
tutela dei diritti di tutti i lavoratori immigrati. Il 18 dicembre di ogni anno
è il momento in cui si focalizza maggiormente l’attenzione, da parte di tutte
le istituzioni mondiali, sul dramma dei popoli migranti, sui loro diritti
negati, sulla tematica dell’integrazione e su quella sempre attuale del razzismo.
In Italia. L’Istat
ci fornisce un quadro chiaro e puntuale sui numeri degli stranieri presenti in
Italia. Gli stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2013 sono 4.387.721.
334 mila in più rispetto all'anno precedente (+8,2%).
Ma quali sono le nazioni maggiormente rappresentate sul suolo italiano? E’ sempre l’Istat a snocciolare, con dovizia di particolari, nazionalità e numeri.
Ma quali sono le nazioni maggiormente rappresentate sul suolo italiano? E’ sempre l’Istat a snocciolare, con dovizia di particolari, nazionalità e numeri.
In tutto sul suolo
italico si trovano i rappresentanti di ben 194 Paesi. Nelle prime cinque
posizioni troviamo, in ordine di rilevanza numerica, la Romania, l’Albania, il
Marocco, la Repubblica Popolare Cinese e l’Ucraina. Il fatto che i cittadini
più numerosi siano i romeni e gli albanesi, può essere facilmente spiegato con
gli accordi di Schengen, secondo i quali è ammessa la libera circolazione tra
gli stati comunitari, eliminando così i controlli alle frontiere.
I romeni I romeni
sono dunque in pole position nella classifica Istat. Anzi, si può dire che l’Italia
detiene il primato europeo per presenza di cittadini romeni sul proprio
territorio, ben 1.071.342 (+20% in due anni), sul totale di 2,5 milioni di
romeni presenti in tutta l'Ue
Nel Vibonese. Il
Vibonese rispecchia fedelmente il trend nazionale. Infatti anche qui i
residenti stranieri maggiormente numerosi provengono dalla Romania.
In totale gli
stranieri presenti sono 5.801 e rappresentano il 3.5% della popolazione
residente. Di questi 1.904 sono romeni, e rappresentano quasi il 33% della
popolazione straniera. Seguono bulgari, ucraini, polacchi, e, a sorpresa,
tedeschi (101 presenze). Andando nello specifico, rileviamo che il capoluogo
conta 1.126 immigrati, prevalentemente romeni e marocchini.
Il secondo comune
del Vibonese ad ospitare più stranieri è Pizzo, con 487 presenze. Ben il 95%
per cento è costituito da bulgari, e ciò suggerisce che la cittadina murattiana
ospita una piccola comunità. A Tropea troviamo 307 stranieri, romeni e ucraini.
Nicotera le presenze straniere sono 234, anche qui troviamo romeni, ucraini e
polacchi. Rombiolo, 233 stranieri, quasi tutti romeni. Tutti gli altri comuni
del Vibonese rispecchiano questa tendenza, maggiore presenza di romeni, a
seguire marocchini, albanesi e bulgari. Mentre i cittadini della Repubblica
Popolare cinese oscillano, in quasi tutti i comuni, dal 7 al 9% sul totale
degli immigrati.
Solidarietà e lavoro Come vivono gli stranieri presenti sul suolo vibonese?
Si sentono inseriti nella società o discriminati? Focalizziamoci sulla comunità
maggiormente presente, quella romena. In genere, gli uomini lavorano nell’edilizia
e nell’agricoltura, le donne impiegate nel servizio alla persona. Mandano i
figli a scuola, la quale si attiva per eliminare ogni forma di discriminazione,
e per facilitare l’inserimento nella scuola e nella società dei piccoli
immigrati. Tanta la solidarietà. A Limbadi, le associazione più sensibili alle
esigenze delle minoranze, organizzavano raccolte fondi per donare aiuti
economici alle famiglie romene. Quando però i civici sodalizi presero atto che molti
di essi usano i soldi, frutto delle beneficenze, per acquistare alcool da
scolare fin dal primo mattino, forse per anestetizzare il dolore causato una
vita grama, non fornirono più denaro, ma derrate alimentari.
Valerica Valerica è romena, ha 40 anni, ma ne dimostra almeno
dieci di più. Da ragazza doveva essere molto bella, pelle chiari, capelli rossi
e occhi verdi. Tuttavia, una vita di fatica e di lotta per la sopravvivenza le
hanno rubato la bellezza. Si è trasferita a Limbadi parecchi anni fa, ha
lasciato in Romania gli anziani genitori. La scelta di partire era obbligata,
perché la sua patria non offriva a lei a
i suoi figli di che vivere. E’ arrivata in Italia, piena di paura e di
speranza, con due figli piccoli e il marito. Adesso Valerica fa la
collaboratrice domestica; instancabilmente, svolge qualsiasi mansione. Il
marito lavora saltuariamente nell’edilizia e nell’agricoltura. I due figli
frequentano la scuola. Lei tenta ogni giorno di rendere migliore la sua vita e
la vita della sua famiglia. La società limbadese l’ha accolta, e cerca sempre
di farla sentire a casa. In fondo, i calabresi sono anch’essi un popolo di
migranti.
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