venerdì 11 luglio 2014

Salvatore Campisi, avvocato del Comune di Nicotera, rinuncia a rappresentare l’ente costituitosi parte civile contro la Sogefil



Nicotera. Non sarà Salvatore Campisi, avvocato del Comune di Nicotera, a rappresentare l’ente costituitosi parte civile contro la Sogefil nel procedimento penale presso il tribunale ordinario di Cosenza.
Il Comune, con precedente deliberazione, lo scorso 30 maggio si è costituito parte civile. L’avvocato, però, l’11 giugno chiedeva di essere esonerato. Motivazione: “la mole di lavoro cui è oberato per conto del Comune” e  “la brevità del termine di costituzione parte civile”.
L’ente ha quindi indicato e nominato l’avvocato Colistra Alessio, del Foro di Vibo Valentia.
Una vicenda, questa della Sogefil, assai complessa e a tratti misteriosa, avvolta da una nebbia che attende ancora di essere dipanata.
L’avvocato Campisi ha vissuto anch’egli in prima linea l’affaire Sogefil, infatti, in quegli anni oscuri di cinica ruberia, egli era già avvocato del comune costiero. Nella cronistoria della vicenda, delineata dalla Procura di Cosenza, si fa menzione delle gravi anomalie in merito al mancato versamento nelle casse dell’ente da parte della società dei tributi, e di come l’avvocato Campisi e la collega Giulia Russo avessero scritto delle missive in cui diffidavano la Sogefil a fornire conto giudiziale per l’anno 2008. Il comune costiero è, notoriamente, l’ente maggiormente depauperato dalla Sogefil.
8.350. 623 (fatti sparire tra il 2004 e il 2010). Questa la somma che la Sogefil deve al comune di Nicotera. Volendo essere precisi, 3.600.000 euro è la cifra indebitamente trattenuta dalla società. 150.425 gli interessi maturati. 4.600.202 euro quale somma non riscossa dalla Sogefil, al netto dei discarichi.
Allo stato attuale sussiste scarsa liquidità in quanto le entrate tributarie riescono solo a finanziare le spese correnti per il mantenimento dell’ente.  Gli inquirenti hanno voluto vederci chiaro fino in fondo, nelle carte dell’inchiesta si legge infatti che: «Al fine di poter meglio comprendere le motivazioni sottese alla differenza tra le comunicazioni formulate dalla Sogefil e dal comune di Nicotera, riguardo al credito vantato da quest’ultimo, nonché per determinare le responsabilità dei mancati riversamenti ed individuare i relativi responsabili, si è proceduto a svolgere accertamenti diretti presso l’ente, con l’acquisizione di specifica documentazione».
Sono, tra le altre cose, emersi «elementi di criticità anche riguardo alla determinazione dei residui attivi stralciati nei bilanci delle pregresse annualità dell’ente».
La documentazione fornita dal comune è definita «frammentaria» dagli inquirenti. Quel che emerge inoltre dalle carte dell’inchiesta è che in questi sei anni di criminosa gestione Sogefil dei tributi comunali, si sono viste solo delle lettere di diffida.
Tiepide appaiono le reazioni al perpetrato furto da parte dei commissari prefettizi, i quali si sono limitati a  intimare  alla Sogefil (notiziando la procura, il prefetto e la Guardia di Finanza di Vibo, la Corte dei conti di Catanzaro) di trasmettere, con urgenza, la documentazione relativa a tutte le procedure avviate e, in particolare, i rendiconti di gestione degli anni dal 2004 al 2010, nonché a riversare con tempestività tutte le somme incassate e non riversate nel corso del tempo.
In seguito al dietrofront della Eticofidi, partì finalmente dai commissari la denuncia –querela alla Sogefil. Era il 21 agosto 2012.
Nonostante il “sacco”, nel 2008 l’ente aveva in cassa 3.000.000 di euro. Erano questi fondi destinati a investimenti.
«In sostanza- si legge nelle carte- parrebbe che l’Ente non abbia vincolato fondi destinati ad investimenti (verosimilmente accreditati a seguito del commissariamento) e che, per questo motivo, si sia potuto utilizzarli, ovviando così ai mancati riversamenti della Sogefil».

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