Nicotera.
L’articolo
per state leggendo è l’ennesimo che questo giornale propone sul tema acqua
inquinata a Nicotera Marina. Il Quotidiano ha spesso trattato la grave
criticità con cui i cittadini della frazione marittima sono costretti a convivere,
una situazione che sarebbe riduttivo bollare come disservizio, ma che si può
definire, senza tema di smentita, un vero e proprio attentato alla salute
pubblica. Dati ormai conclamati asseriscono che l’acqua erogata dai rubinetti è
inquinata dal manganese, dal temibile batterio pseudomonas e solo Dio sa
cos’altro. L’Arpacal aveva stabilito, con degli esami effettuati nel settembre
del 2014, un’allarmante presenza di manganese, ben al di sopra i limiti
consentiti dalla legge. Il sindaco Franco Pagano, il primo ottobre dello stesso
anno, emanò un’ordinanza con cui si vietava il consumo dell’acqua. Ma il decreto
del primo cittadino fu soltanto l’ufficializzazione di un divieto che i
cittadini si erano imposti in autotutela, per così dire, poiché l’acqua in
Marina da sempre arriva nelle case sporca di fango e caratterizzata da un
cattivo odore. Nel maggio dell’anno successivo il comune di Nicotera effettuò
degli esami tramite Accredia, e in quell’occasione emerse tutto ciò che
l’Arpacal non aveva evidenziato e cioè che nell’acqua vi era anche la
pseudomonas aeruginosa, un batterio notoriamente pericoloso per la salute
umana. Questa è dunque la situazione a Nicotera Marina. Da un lato i freddi e
assai poco confortanti dati scientifici e dall’altro la disperazione dei
cittadini, ormai stremati da una convivenza troppo difficile con un problema
che le istituzioni preposte sembrano ignorare. E proprio per sopperire
all’indifferenza delle istituzioni locali è nato un gruppo civico che si batte
per la tutela dei diritti essenziali dei cittadini. Il Comitato, dopo aver
attenzionato tutti gli organi possibili e immaginali- dalla prefettura alla
Regione ai Carabinieri, passando ovviamente per il comune- si è appellata al
Codacons, per il tramite dell’avvocato Claudio Cricenti, ancora in attesa di
risposte da parte dell’ente comunale.
Ma in questa avvilente
storia di ordinario disservizio ciò che desta maggiore sconcerto è il silenzio
del comune di Nicotera. Una latitanza, quella dell’ente comunale, che fa
sentire sempre più soli i cittadini e che non può essere la cifra di paese
evoluto. Alla Marina di Nicotera la situazione è da Terzo Mondo. L’approvvigionamento
idrico ricorda da vicino una plaga del Burundi o della Sierra Leone. Una
situazione che non sembra onorare le aspettative cui la frazione marittima
mira: quella di essere rilanciata nel circuito del turismo. Alla situazione di
totale disservizio fa da contraltare, come precisato, l’atteggiamento
dell’amministrazione comunale. L’assessore ai Lavori Pubblici, Federico Polito,
sembra essere chiuso in un mondo tutto suo, in cui l’unica evoluzione possibile
per un paese è la crescita esponenziale di opere cementizie. Sembra essere
convinto che gli interventi da esso promossi siano lo “spiraglio di luce dopo
anni di buio” e “importanti opere con impatti inimmaginabili per la città”.
Nessun accenno invece al disastro ambientale che incombe sulla Marina, nessun
accenno al fatto che un paese civile si misura dalla qualità della vita dei
cittadini, dell’erogazione dei servizi essenziali e la tutela dei diritti
basilari. Senza di essi nessuna città sarà mai veramente evoluta.
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