Nicotera.
La
cittadina costiera tenta da anni di risalire la china nell’ambito
dell’industria turistica, ma le difficoltà sul suo cammino sono
troppe. In primis non si possono non citare il dramma del mare sporco e lo
spaventoso calo demografico degli ultimi anni, che ha visto centinaia di
persone abbandonare il proprio paese per trasferirsi altrove. Come in un
rovinoso effetto domino, ad essere colpito da queste contingenze è stato anche
il settore del commercio. Un ambito, questo, da troppo tempo in crisi e per il
quale non si intravedono i segni di una ripresa. A dirlo sono gli stessi
protagonisti del settore. A mancare sono proprio i clienti, affermano. Colpa
del calo demografico, colpa della crisi del turismo, sta di fatto che le cose
non girano affatto bene. Per i commercianti nicoteresi la crisi non è mai
finita, anzi, pervasi da un certo pessimismo, dichiarano che le cose non
possono che andar male, se non interviene un grande cambiamento a risollevare
le sorti del territorio. Il centro storico si estende da viale Luigi Razza fino
al Corso Cavour, passando per la zona panoramica di via Castello. Altra zona
centrale è anche quella che va da via Tondo percorrendo tutto il viale Foschea,
e si ricongiunge con Corso Cavour. Sono queste le arterie dove insistono
maggiormente tutti gli esercizi commerciali: qui troviamo negozi alimentari,
ortofrutta, tre edicole, nove dei dieci bar che abbondano in città, negozi di
abbigliamento, e vari punti vendita di merci varie. «Alla fine dell’anno
chiuderò i battenti», sostiene la proprietaria di un negozio a due passi da via
Castello. «Troppe tasse», spiega. «E’ impossibile andare avanti così, c’è poca
clientela, mentre le tasse ci divorano».
Un edicolante afferma
che tra i problemi che attanagliano i commercianti c’è anche il fatto che non
sia mai partita la raccolta differenziata della spazzatura, per cui smaltire
rifiuti e cartone costa tantissimo. «Vogliamo un Comune più efficiente, più
presente, vogliamo un sindaco che ascolti e risolva le esigenze di noi
esercenti, perché paghiamo tasse salate ottenendo poco nulla in cambio»,
puntualizza.
«Lavoriamo solo
quindici giorni l’anno: dal primo al 15 agosto, quando si vede un po’ più di
gente in giro», dichiara il proprietario di un supermarket.«C’è urgentemente
bisogno di una politica mirata sul turismo, che porti più visitatori in paese,
perché il problema vero è che Nicotera si sta svuotando».
Il gestore di un
negozio di articoli vari nel cuore del centro storico vede invece le cose da un
altro punto di vista. «Ciò che non fa emergere Nicotera è il pessimismo
radicato dei nicoteresi, che vedono tutto nero e non provano ad essere più
creativi e intraprendenti». L’esercente fa autocritica dell’intera categoria
cittadina. «Noi commercianti dovremmo essere più motivati, più attivi, invece
di auto commiserarci».
«Alle sette di sera
chiudo», dice il gestore di un bar. «Non c’è un’anima in giro, lo spettacolo è
desolante, e la situazione sembra aggravarsi di anno in anno. Nicotera non pare
affatto una delle perle della costa tirrenica, ma ormai somiglia sempre più a
un paese dell’entroterra. Un miglioramento potrebbe apportarlo una cura mirata
per il turismo e per le esigenze dei commercianti». Per esempio, spiega,
«Nicotera non ha un’area parcheggi, né esistono intrattenimenti per turisti e
visitatori». Il pessimismo pare imperante tra i commercianti, mentre le loro
richieste possono riassumere in una sola: una politica nuova e intelligente che
miri a rilanciare turisticamente il paese, altrimenti molti saranno costretti a
chiudere. Ma non solo. Urge un decalogo di regole da seguire, stilato dal
Comune, con orari precisi di apertura e chiusura dei negozi, nonché cura del
decoro urbano nella zona adiacente l’esercizio commerciale. Anche gli esercenti
sono tenuti a fare la loro parte in questo difficile lavoro di miglioramento.
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