Nicotera. E’ stato pubblicato in questi giorni , sul sito on line del
Comune, il regolamento per la destinazione e l’utilizzo dei beni confiscati
alla criminalità organizzata. Il documento, nato su impulso della terna
commissariale, disciplina la procedura, le modalità, i
criteri e le condizioni per la destinazione e l'utilizzo dei beni immobili
confiscati alla mafia, ai sensi della legge 109/96 e della legge 50/2010 e dal
Codice Antimafia. Un documento importante che si attendeva da troppo tempo, in
una realtà, come quella nicoterese, in cui i soli terreni sequestrati alla
mafia ammontano ad una grandezza di quasi 7 mila m/q. Un’estensione notevole
che attende di essere affidata ad enti disposti, e con le carte in regola, per
essere gestita e riutilizzata per il vantaggio sociale della collettività.
I beni sequestrati alla
ndrina locale e incamerati nel patrimonio comunale dovranno diventare, nelle
intenzioni del regolamento, strumento di sviluppo e riscatto del territorio. Per
quanto riguarda gli immobili da utilizzare per uso sociale, essi dovranno essere
necessariamente preposti “ad attività a servizio del territorio, al fine di
attuare politiche di promozione sociale, culturale, ambientale, della legalità
e della sicurezza, creando opportunità di sviluppo e di lavoro, per combattere
il disagio sociale, l'emarginazione e la disoccupazione”.
I beni, pertanto, non
potranno essere usati come “mera sede sociale di una associazione, enti e cooperative
sociali”, dovendosi in essi svolgere una attività a servizio per la
collettività. La durata della concessione va da un periodo non inferiore a cinque
anni e non potrà superare trent’anni.
Gli immobili comunali a
Nicotera centro e frazioni, tra terreni e fabbricati, sono in tutto 74. Di
questi, otto sono stati confiscati alla criminalità organizzata e solo uno è
stato riutilizzato: nella fattispecie un’abitazione di Nicotera superiore,
attuale sede dell’associazione bandistica cittadina. Per altri si deve ancora pensare
il modo di adoperarli. Sorte avversa e complicata ha avuto il famoso “Elefante
rosso” a Nicotera Marina, sito in località Timpa. Per anni in attesa di trovare
una destinazione d’uso. Quando finalmente si decise di allocarvi la sede di una
scuola di musica e cinematografia, un incredibile furto mise fine
all’importante progetto di alto valore artistico e sociale, oltre che simbolico.
Ignoti, approfittando dalla mancata attivazione del sistema di vigilanza
elettronica, portarono via strumenti musicali dal valore di 200 mila euro. Per
quanto riguarda i terreni, sono in tutto sei. Tre si trovano a Badia, e
possiedono la ragguardevole estensione di più di quasi 6500 m/q. Due si
estendono a Comerconi, località Sant’Irene. 1700 m/q è la loro ampiezza. Un
sesto terreno si trova a località “sopra la Torre”, più o meno nei pressi della
stazione ferroviaria. La sua grandezza è di 440 m/q e la sua posizione è
strategica per quanto riguarda l’approvvigionamento di acqua potabile a
Nicotera Marina. Infatti, è proprio questo il terreno sequestrato alla mafia
all’interno del quale doveva essere costruito, dal Comune, un pozzo per
estrarre acqua dalle falde sotterranee. Le amministrazioni fin qui succedutesi
non hanno mai messo in pratica una volontà che è rimasta nelle delibere
comunali, senza tradursi in azioni concreta. Tale area, accatastata come
terreno agricolo, è stata definita “non raggiungibile per mancanza di strada di
accesso”. I commissari hanno però deciso di realizzare un varco per raggiungere
la zona, e qui realizzarvi il tanto agognato pozzo. I lavori saranno realizzati
dalla Regione in collaborazione con la Sorical. Così è stato deciso nell’incontro
dibattito tenutosi recentemente al Liceo Classico di Nicotera che ha visto la
presenza del presidente Oliverio.
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