Nicotera.
Gli
alberi che costeggiano la villa Galasso si ergono “alti e schietti” come i
cipressi di Bolgheri decantati da Giosuè Carducci, solo che i “giganti
giovinetti” che fanno da sentinelle all'edificio in questione non sortiscono certo negli osservatori sentimenti poetici.
Tutt’altro. Infatti, gli altissimi fusti più in vista di Nicotera ostruiscono la
visuale ai nicoteresi, e questa cosa suscita un certo malcontento: il panorama
è decisamente compromesso dallo svettare dei pini e di altre specie legnose che
crescono senza sosta e che all’orizzonte sembrano immergersi nelle nuvole.
Varie le segnalazioni giunte al Comune sull’opportunità di una decisa potatura,
anche perché l’ultima risale a parecchi anni fa. Da allora gli alberi hanno
avuto il tempo di moltiplicare le loro foglie. I pini si trovano precisamente
su una lingua di terra, a margine della villa, che si estende fino all’inizio
delle mura dell’affaccio della Cattedrale, e a questo punto riprende
l’estensione del terreno di proprietà dei Galasso. L’edificio di tre piani (200 mq cadauno) è
sempre stato molto chiacchierato per via della sua posizione. Tuttavia, quando
è stato edificato, non esisteva a Nicotera alcun Piano regolatore (anche perché
in Italia è entrato in vigore solo nel 2005), nessuna severa direttiva
urbanistica se non un programma edilizio generico con un indice di
fabbricabilità. Era il 1963 e lo spregio delle regole in materia urbanistica e
paesaggistica era una cosa ovvia di cui nessuno si poneva il problema. Solo nel
1971 il Comune di Nicotera si avvalse di un programma di fabbricazione che
venne definitivamente approvato nel ’78. E ancora prima del ’78 i proprietari
della villa rimossero il tetto per allungare l’edificio di un piano e
costruirvi l’attuale, odiata, terrazza. La visuale del panorama per i
nicoteresi si accorciò sempre di più e da dietro il castello c’era chi, in
preda allo sdegno, vi lanciava sopra bucce di banane e frutta marcia. Il
progetto della villa che ha mutilato il paesaggio nicoterese ottenne la licenza
edilizia nel 1964: a firmarla fu Caterina D’Agostino, l’unico sindaco donna di
Nicotera nonchè zia dell’ingegnere D’Agostino famoso per le sue battaglie in
difesa della Marina di Nicotera. In un secondo momento la proprietaria
dell’immobile, moglie dell’avvocato Galasso, divenne assessore. E fu in
quell’epoca che la struttura subì nuove variazioni.
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