Nicotera.
La
sconfitta di Pino Marasco alle ultime elezioni apre il varco a una serie di
dati di fatto che meritano di essere sottolineati, in quanto possono raccontare
il grado di maturità politica del tessuto sociale nicoterese. La lettura della
geografia dei voti, così come sono stati distribuiti tra i candidati, svela se
Nicotera è riuscita ad emanciparsi dalle logiche familistiche così marcate nei
piccoli paesi del Sud Italia. Se ha saputo, cioè, subodorare il candidato
migliore al di là dell’appartenenza alla “gens” spezzando il laccio dei legami
genealogici.
I voti andati
esclusivamente a Pino Marasco, leader della lista “Rinascita nicoterese” (le
schede, cioè, senza preferenze) sono seicento. Preferenze libere da parte di
quegli elettori che hanno voluto tributare il proprio apprezzamento
all’infermiere forzista, persona molto conosciuta in paese, decisamente
affabile e disponibile. Tuttavia, scorgendo le preferenze accordate agli altri
componenti della lista qualche sorpresa salta fuori. In particolare merita una
riflessione il caso di Maria Rosaria Corigliano, l’unica candidata a seguire di
poco il piazzamento del leader. Infatti ha messo a segno 423 voti, un
gruzzoletto di tutto rispetto che agli occhi di molti è giunto inaspettato, se
confrontato alla popolarità di cui gode la Corigliano in paese, praticamente
bassissima, dato che essa non vive a Nicotera ormai da molti anni, in quanto
stabilitasi da tempo a Vibo. Perfettamente spiegabile il consenso se invece si
considera che l’avvocatessa in corsa per palazzo Convento proviene da una
famiglia nicoterese ampia e ramificata, il che potrebbe oggettivamente essere
l’unico motivo per cui ha fatto incetta di voti. Un surplus di preferenze da
far impallidire, ad esempio, Patrizia Rocchi, stabilmente residente a Nicotera
da svariati anni e soprattutto ampiamente impegnata nel sociale, dove eccelle
per le sue doti umane e la sua disponibilità. La Rocchi ha infatti incassato
106 voti (la quota più bassa della lista), esattamente 317 in meno dell’avvocatessa
vibonese di adozione. Allo stesso modo, la Corigliano ha superato di 300 voti
Pino Leone (124 preferenze), nicoterese doc e noto per i suoi report culturali.
Come interpretare, dunque, il successo elettorale di Maria Rosaria Corigliano
rispetto ai candidati più presenti e incisivi nel territorio nicoterese? La
spiegazione più logica che si possa dare è che l’en plein sia dovuto esclusivamente,
come si accennava, all’estesa famiglia di cui proviene. Un consenso, il suo, quindi,
di tipo familistico, come nelle migliori tradizioni dei paesi di provincia,
quando a prevalere, nelle consultazioni elettorali, è la scelta del parente,
fino al terzo o quarto grado, piuttosto che la persona che meglio possa
incarnare i criteri per una ferrea difesa degli interessi dei cittadini e del
territorio, che non può non partire da una capillare conoscenza dello stesso.
Ciò rivela che Nicotera è ancorata ad assunti in vigore quarant’anni fa e che
non accennano a venire meno. Della Corigliano possiamo infatti affermare che la
sua forza è l’entourage familiare e la parrocchia di provenienza, ma non certo
l’impegno sociale e politico concreto sul territorio nicoterese.
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