sabato 11 aprile 2015

Le fortificazioni medievali nel Vibonese.







Esiste, tra le plaghe di questo territorio, così ricco di fascino e contraddizioni, un Vibonese che non ti aspetti: quello delle fortificazioni medievali,  insospettabilmente tante. Presenze mute, gravide cultura e di storia; una storia lunga secoli, in cui si sono succeduti eventi e migliaia di vite e di destini, stritolate dalla ruota implacabile del tempo. Vestigia testimoni di un mondo contraddistinto da invasioni nemiche, carestie, fame ed epidemie, e vissuto con il conforto della fede cristiana, che tutto aiutava a sopportare, in virtù della redenzione celeste.
Le fortificazioni medievali sono in tutto venti. Un numero ragguardevole per un territorio di 1.139 km². All’interno di esse si consumavano storie avvincenti, i cui personaggi sono principi e marchesi, cavalieri valorosi e gentili donzelle, principesse trafitte da amori infelici e serve fedeli, segrete confidenti delle loro signore.
Cominciamo la nostra rassegna da Arena, qui vi sono i resti del castello normanno, costruito da Ruggero in difesa di Mileto. La fortificazione subì gravi danneggiamenti in seguito al terribile sisma del 1783, che devastò tutta la provincia. A Maierato troviamo i ruderi del castello di Rocca Angitola. La sua fondazione risale all’anno Mille, ad opera dello stratega Niceforo Foca. La fortificazione, posta sul luogo elevato, doveva raccogliere le popolazioni dei vari paesi, terrorizzate dalle minacce saracene.
Il castello di Vibo Valentia: edificato nel 1070 per volere di Ruggero il Normanno.
Il castello fu ampliato ed in parte rifatto in epoca sveva da Matteo Marcofaba, governatore della Calabria, su incarico di Federico II.
Anche presso Bivona è sito un castello, edificato tra il XII e il XIV secolo, probabilmente a difesa dell'antico porto. Attualmente versa in condizioni di fatiscenza. Su tale antico maniero una leggenda vuole che sia dotato di un tunnel sotterraneo segreto lungo tre chilometri che lo collega al castello di Vibo Valentia. La distruzione del castello di Tropea ebbe inizio nel 1876 ad opera di Carlo Toraldo, con l’uso di mine. Il perché dello scempio fu motivato con il fatto di voler evitare ogni contesa per la proprietà di quel bene. Era stato edificato nel VI sec. dopo C. dal generale bizantino Belisario. Il palazzo edificato sul castello ha inglobato un piccolo cubicolo paleocristiano contenenti due epigrafi, che si trovavano anticamente all’interno dell’antico maniero. Famoso il castello aragonese di Pizzo, edificato nel XV secolo. Qui vi fu prima rinchiuso e poi fucilato, il 13 ottobre 1815, il generale Gioacchino Murat, fedelissimo di Napoleone.
Esistono poi, tutta una serie di palazzi, mura e porte che risalgono al periodo medievale e che si trovano principalmente a Tropea e a Nicotera. Qui, in particolar modo, oltre al Baglio, che ospitava la fortificazione normanna, vi è il quartiere ebraico, voluto da Federico II di Svevia. In tema di antichi palazzi, una menzione speciale spetta a Palazzo Romei (costruito nel 1400), che si trova a Vibo Valentia e a Palazzo Galluppi, a Caria, dove attualmente si stanno svolgendo lavori di restauro.
Un capitolo a parte meritano le torri di avvistamento, di cui è disseminato il territorio, in specie sulla costa. Esse sono poste a distanza, l’una dall’altra, di circa tre chilometri. Servivano a monitorare i mari, in un’epoca in cui le incursioni saracene portavano gravi devastazioni. Alcune di esse erano dette “cavallare”, perché al suo interno stazionavano i cavalli in attesa di essere usati dai guardiani, che, in caso di necessità, correvano ad allertare la cittadina minacciata dai barbari.
Le troviamo disseminate da Nicotera fino a Briatico. Nel territorio di Ricadi ce ne sono addirittura cinque.
Le loro condizioni sono assai degradate. Urgono lavori di restauro, prima che rovinino a suolo, come sta accadendo alla torre Parnaso di Nicotera.
Interpellata in merito Silvana Iannelli, funzionaria della Sovrintendenza ai Beni archeologici di Reggio Calabria, ha subito precisato che le fortificazioni medievali sono di competenza della Sovrintendenza dei beni paesaggistici e  monumentali di Reggio. Però, da persona esperta in materia, ha auspicato che tali strutture, siano attenzionate da tutti gli enti preposti (Ministero dei Beni culturali, Regione, Comuni), in quanto «potrebbero entrare di diritto a far parte del progetto del rilancio turistico e culturale del territorio». Inoltre, secondo la Iannelli, bisognerebbe «redigere un itinerario per i turisti che si accingono a visitare il Vibonese». La restaurazione delle fortificazioni è la vera nota dolente. «Sono strutture- ha argomentato la funzionaria- che vanno restaurate tenendo presente il gusto e la sensibilità dell’epoca in cui sono state edificate».

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