Esiste, tra le plaghe
di questo territorio, così ricco di fascino e contraddizioni, un Vibonese che
non ti aspetti: quello delle fortificazioni medievali, insospettabilmente tante. Presenze mute,
gravide cultura e di storia; una storia lunga secoli, in cui si sono succeduti
eventi e migliaia di vite e di destini, stritolate dalla ruota implacabile del
tempo. Vestigia testimoni di un mondo contraddistinto da invasioni nemiche,
carestie, fame ed epidemie, e vissuto con il conforto della fede cristiana, che
tutto aiutava a sopportare, in virtù della redenzione celeste.
Le fortificazioni medievali
sono in tutto venti. Un numero ragguardevole per un territorio di 1.139 km².
All’interno di esse si consumavano storie avvincenti, i cui personaggi sono
principi e marchesi, cavalieri valorosi e gentili donzelle, principesse trafitte
da amori infelici e serve fedeli, segrete confidenti delle loro signore.
Cominciamo la nostra
rassegna da Arena, qui vi sono i
resti del castello normanno, costruito da Ruggero in difesa di Mileto. La
fortificazione subì gravi danneggiamenti in seguito al terribile sisma del
1783, che devastò tutta la provincia. A Maierato
troviamo i ruderi del castello di Rocca Angitola. La sua
fondazione risale all’anno Mille, ad opera dello stratega Niceforo Foca. La
fortificazione, posta sul luogo elevato, doveva raccogliere le popolazioni dei
vari paesi, terrorizzate dalle minacce saracene.
Il castello di Vibo Valentia: edificato nel 1070 per volere di Ruggero il Normanno.
Il castello fu ampliato ed in parte rifatto in epoca sveva da Matteo Marcofaba, governatore della Calabria, su incarico di Federico II.
Il castello fu ampliato ed in parte rifatto in epoca sveva da Matteo Marcofaba, governatore della Calabria, su incarico di Federico II.
Anche presso Bivona è sito un castello, edificato
tra il XII e il XIV secolo, probabilmente a difesa dell'antico porto. Attualmente
versa in condizioni di fatiscenza. Su tale antico maniero una leggenda vuole
che sia dotato di un tunnel sotterraneo segreto lungo tre chilometri che lo
collega al castello di Vibo Valentia. La distruzione del castello di Tropea ebbe inizio nel 1876 ad opera di
Carlo Toraldo, con l’uso di mine. Il perché dello scempio fu motivato con il
fatto di voler evitare ogni contesa per la proprietà di quel bene. Era stato
edificato nel VI sec. dopo C. dal generale bizantino Belisario. Il palazzo
edificato sul castello ha inglobato un piccolo cubicolo paleocristiano
contenenti due epigrafi, che si trovavano anticamente all’interno dell’antico
maniero. Famoso il castello aragonese di Pizzo,
edificato nel XV secolo. Qui vi fu prima rinchiuso e poi fucilato, il 13
ottobre 1815, il generale Gioacchino Murat, fedelissimo di Napoleone.
Esistono poi, tutta una serie di
palazzi, mura e porte che risalgono al periodo medievale e che si trovano principalmente
a Tropea e a Nicotera. Qui, in
particolar modo, oltre al Baglio, che ospitava la fortificazione normanna, vi è
il quartiere ebraico, voluto da Federico II di Svevia. In tema di antichi
palazzi, una menzione speciale spetta a Palazzo Romei (costruito nel 1400), che
si trova a Vibo Valentia e a Palazzo Galluppi, a Caria, dove attualmente si stanno svolgendo lavori di restauro.
Un capitolo a parte meritano le
torri di avvistamento, di cui è disseminato il territorio, in specie sulla
costa. Esse sono poste a distanza, l’una dall’altra, di circa tre chilometri. Servivano
a monitorare i mari, in un’epoca in cui le incursioni saracene portavano gravi
devastazioni. Alcune di esse erano dette “cavallare”, perché al suo interno
stazionavano i cavalli in attesa di essere usati dai guardiani, che, in caso di
necessità, correvano ad allertare la cittadina minacciata dai barbari.
Le troviamo disseminate da Nicotera
fino a Briatico. Nel territorio di Ricadi ce ne sono addirittura cinque.
Le loro condizioni sono assai
degradate. Urgono lavori di restauro, prima che rovinino a suolo, come sta
accadendo alla torre Parnaso di Nicotera.
Interpellata in merito Silvana
Iannelli, funzionaria della Sovrintendenza ai Beni archeologici di Reggio
Calabria, ha subito precisato che le fortificazioni medievali sono di
competenza della Sovrintendenza dei beni paesaggistici e monumentali di Reggio. Però, da persona
esperta in materia, ha auspicato che tali strutture, siano attenzionate da
tutti gli enti preposti (Ministero dei Beni culturali, Regione, Comuni), in
quanto «potrebbero entrare di diritto a far parte del progetto del rilancio
turistico e culturale del territorio». Inoltre, secondo la Iannelli,
bisognerebbe «redigere un itinerario per i turisti che si accingono
a visitare il Vibonese». La restaurazione delle fortificazioni è la vera nota
dolente. «Sono strutture- ha argomentato la funzionaria- che vanno restaurate
tenendo presente il gusto e la sensibilità dell’epoca in cui sono state edificate».
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