martedì 5 novembre 2019

Case popolari: fogna a cielo aperto. Grave rischio igienico-sanitario per i residenti.



Nicotera. Case popolari. In un’atmosfera avvolta dal caldo tepore ottobrino, nel silenzio dei palazzi dai cui balconi sventola il bucato steso al sole, tra i gatti che rovistano nei sacchetti di immondizia non raccolti, un intenso tanfo di fogna di sparge per ogni dove, ammorbando l’aria. Da dove arrivino i miasmi è facile capirlo: come dimostra la foto a corredo di questo articolo, si tratta di un grosso scavo, effettuato per riparare un guasto all’impianto fognario delle vicine case cooperative. Da lì gli scarichi di fogna zampillano a cielo aperto, emanando l’odore di cui si è precisato e attirando voraci insetti che ronzano su quelle acque nerastre. Una vera e propria voragine, a due passi dagli appartamenti. Ad occhio e croce non più di cinque metri dagli alloggi. Il rischio igienico sanitario è dunque elevatissimo; ma si profila anche un attentato all’incolumità di bambini e adulti, il fosso è infatti recitato da un nastro segnaletico, e finirci accidentalmente dentro è un attimo. A quanto pare il problema risale all’agosto del 2018, e cioè all’epoca della seconda alluvione che ha messo in ginocchio il territorio nicoterese. L’area dove è stato scavato il fossato è fortemente segnata dal rischio idrogeologico, il terreno sprofonda sempre più, lentamente ma inesorabilmente, rendendo più profonda la voragine. Da allora nessuno ha fatto nulla per cambiare una situazione decisamente preoccupante. I residenti si sono recati diverse volte al Comune per protestare sulla criticità in atto; per far presente al sindaco, all’assessore ai Lavori Pubblici e al responsabile dell’Ufficio Tecnico, che è impossibile convivere con la puzza della fogna; che non è decoroso che un quartiere sia crivellato da una voragine; e che soprattutto il rischio che qualcuno ci finisca dentro è elevatissimo. «Il sindaco da che ha vinto le elezioni non l’abbiamo visto più», ci dice un cittadino ormai rassegnato alla negligenza dell’amministrazione. E infatti basta guardarsi intorno per capire che qualcuno si è dimenticato del quartiere case popolari. L’erbaccia cresce indisturbata, mentre la spazzatura non viene raccolta regolarmente, tanto che spesso finisce in mezzo alla strada, alla mercè di cani e gatti. Ma il destino del quartiere delle case popolari è sempre lo stesso. In tempo di elezioni, orde di aspiranti amministratori lo prendono d’assalto promettendo vita nuova per i suoi abitanti; ma poi, come si dice, “passato il santo, passata la festa”, e chi è visto si è visto. Nessuno torna più alle popolari per vedere come se la passano i cittadini; anzi, adesso sono i cittadini a recarsi al Comune, ma le porte delle stanze degli amministratori rimangono chiuse. Sorte a metà degli anni ’80, i complessi abitativi delle case popolari si trovano orientativamente alle spalle della frazione Preitoni. L’abitato ospita ben 70 famiglie e di per sé il quartiere, per numero di abitanti, rappresenta una piccola frazione. I fabbricati sono stati costruiti grazie alla legge 167, che introdusse in Italia i cosiddetti "Piani di Edilizia Economica Popolare" (Peep). Il comune individuò agli inizi degli anni ’80 cinque “zone 167”. Il quartiere case cooperative e popolari avrebbe dovuto quindi diventare un’estesa zona residenziale, ma ha sempre assunto l’aria di un ghetto, staccato dalla città.

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