Nicotera. Case popolari. In un’atmosfera
avvolta dal caldo tepore ottobrino, nel silenzio dei palazzi dai cui balconi
sventola il bucato steso al sole, tra i gatti che rovistano nei sacchetti di
immondizia non raccolti, un intenso tanfo di fogna di sparge per ogni dove,
ammorbando l’aria. Da dove arrivino i miasmi è facile capirlo: come dimostra la
foto a corredo di questo articolo, si tratta di un grosso scavo, effettuato per
riparare un guasto all’impianto fognario delle vicine case cooperative. Da lì
gli scarichi di fogna zampillano a cielo aperto, emanando l’odore di cui si è
precisato e attirando voraci insetti che ronzano su quelle acque nerastre. Una
vera e propria voragine, a due passi dagli appartamenti. Ad occhio e croce non
più di cinque metri dagli alloggi. Il rischio igienico sanitario è dunque
elevatissimo; ma si profila anche un attentato all’incolumità di bambini e
adulti, il fosso è infatti recitato da un nastro segnaletico, e finirci
accidentalmente dentro è un attimo. A quanto pare il problema risale all’agosto
del 2018, e cioè all’epoca della seconda alluvione che ha messo in ginocchio il
territorio nicoterese. L’area dove è stato scavato il fossato è fortemente
segnata dal rischio idrogeologico, il terreno sprofonda sempre più, lentamente
ma inesorabilmente, rendendo più profonda la voragine. Da allora nessuno ha
fatto nulla per cambiare una situazione decisamente preoccupante. I residenti
si sono recati diverse volte al Comune per protestare sulla criticità in atto;
per far presente al sindaco, all’assessore ai Lavori Pubblici e al responsabile
dell’Ufficio Tecnico, che è impossibile convivere con la puzza della fogna; che
non è decoroso che un quartiere sia crivellato da una voragine; e che
soprattutto il rischio che qualcuno ci finisca dentro è elevatissimo. «Il sindaco
da che ha vinto le elezioni non l’abbiamo visto più», ci dice un cittadino
ormai rassegnato alla negligenza dell’amministrazione. E infatti basta
guardarsi intorno per capire che qualcuno si è dimenticato del quartiere case
popolari. L’erbaccia cresce indisturbata, mentre la spazzatura non viene
raccolta regolarmente, tanto che spesso finisce in mezzo alla strada, alla
mercè di cani e gatti. Ma il destino del quartiere delle case popolari è sempre
lo stesso. In tempo di elezioni, orde di aspiranti amministratori lo prendono
d’assalto promettendo vita nuova per i suoi abitanti; ma poi, come si dice,
“passato il santo, passata la festa”, e chi è visto si è visto. Nessuno torna
più alle popolari per vedere come se la passano i cittadini; anzi, adesso sono i
cittadini a recarsi al Comune, ma le porte delle stanze degli amministratori
rimangono chiuse. Sorte a metà degli anni
’80, i complessi abitativi delle case popolari si trovano orientativamente alle
spalle della frazione Preitoni. L’abitato ospita ben 70 famiglie e di per sé il
quartiere, per numero di abitanti, rappresenta una piccola frazione. I
fabbricati sono stati costruiti grazie alla legge 167, che introdusse in Italia
i cosiddetti "Piani di Edilizia Economica Popolare" (Peep). Il comune
individuò agli inizi degli anni ’80 cinque “zone 167”. Il quartiere case
cooperative e popolari avrebbe dovuto quindi diventare un’estesa zona
residenziale, ma ha sempre assunto l’aria di un ghetto, staccato dalla città.
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