Nicotera. Il
comune di Nicotera annaspa in problemi finanziari dai quali fatica a
riemergere. La Sogefil ha lasciato dopo di sé più che il diluvio il deserto. I
soldi non ci sono, le entrate tributarie non bastano evidentemente a coprire
nemmeno le spese correnti, meno che mai quelle straordinarie, ad esempio la
messa in cantiere di opere pubbliche, di cui la cittadina necessita. Prova ne è
la recente richiesta dell’ente di un’anticipazione di tesoreria di 1.178.279,77
euro, cioè una cifra pari ai tre dodicesimi delle entrate accertate nel
penultimo anno precedente, ovvero il 2012. In base al conto consuntivo di tale
anno, approvato con una delibera del consiglio comunale nell’aprile del 2013,
le entrate accertate erano pari a 4.713.119,08. Ora, poiché «il Comune
dovrà affrontare inderogabili impegni finanziari, per i quali potrebbe non
essere assicurata la disponibilità di cassa»- così si legge nella delibera di
giunta in merito alla richiesta- si vede costretto a richiedere il
finanziamento presso la Banca Carime, in virtù di una convenzione secondo la
quale l’ente affidava a tale istituto il servizio di Tesoreria comunale. Come
previsto dal Tuel (testo unico enti locali) l’anticipazione di tesoreria è
stata istituita affinché l’ente possa far fronte a pagamenti urgenti e non
procrastinabili, e che non può onorare a causa della carenza di disponibilità
liquide.
In pratica
vi si ricorre quando si configura una “incongruenza” temporale tra le uscite e
le entrate economiche. E’ dunque un prestito, che dovrebbe risolversi in tempi
brevi (entro il 31 dicembre): va infatti restituito man mano che le entrate
vengono riscosse.
Il tasso di
interesse è stabilito dalla convenzione tra tesoriere ed ente, ma a quanto
ammonta non è dato sapere, perché nella delibera in oggetto non se ne fa
menzione, quel che certo è che il comune si impegna «ad istituire nel bilancio
dell’esercizio in corso, nell’apposito titolo delle uscite il capitolo con il
relativo stanziamento al pagamento degli interessi ed accessori in via presuntiva
sull’importo dell’anticipazione ottenuta. Ove tale stanziamento dovesse
risultare insufficiente, questo ente si impegna ad integrarlo mediante
opportuno storno di fondi». In buona sostanza, il comune, entro il 31 dicembre
del 2014, dovrà restituire l’anticipazione di cassa al Tesoriere. Si impegna
altresì di mettere in bilancio lo stanziamento per il pagamento degli interessi
e delle spese accessorie. Qualora l’ente non riesca a garantire il pagamento di
tali spese dovrà integrarle stornando eventuali fondi, magari destinati ad
altro. Evidentemente, tale evenienza fa parte della convenzione che, a sua
volta, si richiama alle regole codificate dal Tuel. Tutto rientra quindi nella
logica in materia di finanziamento e bilancio del testo unico degli enti locali,
solo che “lo storno” di fondi destinati per opere pubbliche, o ad altre
necessità cittadine, si configura per Nicotera come una specie di “deja-vu”:
già in passato la città costiera ha visto fondi vincolati e stornati, anche se
per salvare un bilancio-fantasma, in un contesto ancora tutto da chiarire.
Fantasma perché, pare, le somme non “ancora” versate dalla Sogefil, già Saigese
e già chissà cos’altro, non hanno il crisma dell’inesigibilità. Ossia sono
ancora lì a “drogare” il bilancio dell’ente perché nessuna sentenza ha statuito
nulla in merito. Situazione questa cristallizzata già nel bilancio della
gestione della terna commissariale retta dall’ex prefetto Palmieri. I soldi già
non c’erano allora: diversi milioni di euro mancanti all’appello e iscritti a
bilancio perché garantiti da una fideiussione stipulata dalla commissione
straordinaria citata e che non sarebbe stata onorata ad oggi per un “busillis”
della convenzione che non coprirebbe casi di ruberie. Se così è, appare
evidente che vi è stata quantomeno una grandissima leggerezza nell’accettare la
garanzia di una fideiussione così redatta, perché non sarebbe stato necessario
il protagonista de “Il profumo” di Suskind per sentire puzza, e non certo di
essenza di violette estratta col metodo “enflorage a huile”. E’ da annotare
comunque che la vicenda della Sogefil appare come un filo che unisce diversi
corsi politici e amministrativi nicoteresi. E secondo la mitologia greca il
filo del destino era retto dalla Moira Lachesi, il cui volto in questa storia
rimane oscuro e inquietante, malgrado le risultanze delle indagini.