lunedì 30 dicembre 2019

Via Duomo: due auto in fiamme nella notte.


Nicotera. Un incendio, ieri, alle primissime luci dell’alba, ha turbato la quiete di via Duomo, un’arteria storica a due passi dal quartiere Giudecca, che lambisce una fiancata laterale della cattedrale consacrata all’Assunta. Due automobili e la facciata di un antico palazzo sono stati avvolti dalle fiamme.A far scattare l’allarme gli stessi residenti, che hanno avvisato Vigili del Fuoco e Carabinieri. I primi a giungere sul posto proprio questi ultimi; subito dopo, con l’arrivo dei pompieri, sono cominciate le operazioni di spegnimento. Una volta sedato il rogo si è potuto osservare lo stato delle cose con più chiarezza. Le auto distrutte dalle fiamme sono una Fiat 500 di proprietà di R.P., e una Fiat Panda appartenente a Z.F.S. Le fiamme, come precisato, si sono estese sulla facciata esterna di un antico palazzo nobiliare, distruggendo completamente l’antico portone in legno. Il fumo si è propagato all’interno dell’edificio ma, per fortuna, il proprietario, Michelangelo Mercuri, è riuscito a mettersi in salvo, prima che le esalazioni ammorbassero completamente l’ambiente, uscendo da una porta posta sul lato posteriore dello stabile. Secondo i rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco, l’incendio sarebbe divampato per cause accidentali, è dunque esclusa la matrice dolosa. Sembrerebbe che una delle auto, forse la Fiat 500, abbia preso fuoco spontaneamente a causa di un guasto al motore e che poi le fiamme abbiano avvolto l’auto vicina e il palazzo adiacente. Una tragedia sfiorata, anche perché accanto al portone c’era una bombola di gas, fortunatamente inesplosa. Poteva dunque andare peggio. Ma protagonista di questa storia è una persona a cui avevamo accennato sulle pagine di questo giornale qualche giorno fa, e precisamente il 26 dicembre, quando abbiamo raccontato la storia di Fausto Mercuri, il 60 enne morto di infarto, il mattino di Natale, davanti alla chiesa dell’Assunta. Abbiamo scritto che Fausto viveva solo, in una grande casa, immerso nei libri, e che condivideva la sua vita, con un fratello; quel fratello è proprio l’anziano scampato all’incendio, Michelangelo, anche lui solitario per scelta, e volutamente privo di una vita sociale. Nemmeno il tempo di seppellire suo fratello e di elaborare il lutto, che la mala sorte ha bussato di nuovo alla sua porta, questa volta sotto forma di lingue di fuoco e di un fumo denso e nero che poteva non lasciar scampo. Michelangelo probabilmente adesso si trasferirà in una casa accanto, perché il rogo l’ha privato della casa che per una vita ha condiviso con l’amato Fausto, e di tutti i ricordi che essa conteneva. 

Muore la mattina di Natale, davanti alla Cattadrale.


Nicotera. E’ morto la mattina di Natale, davanti alla Cattedrale dedicata all’Assunta, Fausto Mercuri, 60 anni. Ad accorgersi del suo corpo esanime riverso a terra un passante che ha immediatamente allertato i soccorsi. Ma il medico di Guardia non ha potuto che constatare il decesso. Per lui, infatti, non c’era più niente da fare: a stroncarlo, secondo una prima ispezione della salma, un infarto fulminante che non ha lasciato scampo. Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della locale stazione. Fausto è morto improvvisamente e per cause naturali. Caso chiuso. Rimane, tuttavia, altro da raccontare di questa storia e di questa morte avvenuta per strada la mattina di Natale, mentre le campane suonano a festa per la nascita del Redentore. E’ una storia soprattutto di solitudine, una solitudine probabilmente scelta come stile di vita e non necessariamente subita, ma che non alleggerisce il quadro di una vita vissuta all’insegna di un ritiro dal mondo e del ruolo di una società che forse è poco attenta a chi non è propenso ad omologarsi allo stile di vita caotico e ultra social di questi tempi. Fausto non era sposato, viveva con suo fratello maggiore, un uomo anch’esso solitario e amante dei libri, tanto che la sua camera da letto è sommersa da volumi. Entrambi amavano leggere e vivere mille storie e avventurose vicende attraverso i loro amati libri. Umberto Eco una volta scrisse che «chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito… perché la lettura è una immortalità all'indietro». E così Fausto e suo fratello cavalcavano le ali del tempo grazie alla loro fornitissima biblioteca. Ma, all’infuori di queste entusiasmanti esperienze letterarie, la vita sociale vera e propria si riduceva a ben poca cosa. Fausto soleva uscire in bicicletta. Ogni tanto lo si vedeva per le vie del paese: si recava ad acquistare qualcosa da mangiare o per una boccata d’aria. Poi il rientro a casa a riprendere la vita di sempre, tra un libro e l’altro. A Fausto e suo fratello non manca nulla a livello economico, dato che provengono da una famiglia agiata. Il grande gap è forse quell’isolamento che, per quanto scelto, dovrebbe destare attenzione da parte della comunità e attivare le antenne di coloro i  quali sono spesso dediti alla solidarietà, magari attuata verso chi vive dall’altra parte del mondo, ma quasi mai spesa nei confronti di chi vive a due passi da casa nostra. Fausto è morto la mattina di Natale, da solo, davanti alla chiesa matrice di Nicotera che si apprestava a spalancare le sue porte per accogliere i fedeli in festa. Un giorno particolare in cui la tristezza, come la gioia, possono dilatarsi enormemente; e in cui la solitudine pesa come un macigno e può non lasciare scampo.

I cento anni di Nonna Serena. Badia di Nicotera in festa.





Nicotera. Una festa davvero inaspettata per nonna Serena, quella che si è svolta venerdì pomeriggio, nella sua casetta di Badia, piccola frazione di Nicotera. Un giorno da ricordare per un compleanno speciale (cento gli anni compiuti), che la Giunta comunale al completo ha voluto festeggiare. E così alle tre del pomeriggio il sindaco Pino Marasco, accompagnato dalla sua squadra al gran completo, si è recato dalla nonnina di Badia portandole in dono una mega torta, vassoi ricolmi di dolci e bottiglie di spumante da stappare. In un attimo la sua casetta si è riempita di persone desiderose di partecipare alla festa.
Naturalmente non potevano mancare i figli, Annunziata e Nino; i suoi quattro adorati nipoti: Rosalba, Caterina, Rosamaria e Cosimo; e cinque pronipoti: Francesco, Maria, Domenica, Giuseppina, Giovanni e Domenico. Una discendenza nutrita e amorevole che si prende cura con assiduità di nonna Serena che con sacrificio e fatica ha portato avanti la sua famiglia in momenti difficilissimi, attraversando il Novecento armata di forza e di tenacia. Il giorno del suo compleanno per lei è stata una grande emozione. Lucida e sveglia come non mai ha ringraziato tutti della presenza, in primis il sindaco Pino Marasco. Lei l’ha visto crescere, ed è stata felicissima di vederlo con la fascia tricolore: «vederti sindaco per me è una grande gioia- gli ha detto- ti ho visto in fasce, ti ho crescere ed adesso sei diventato sindaco». Allo stesso modo, la centenaria ha salutato il parroco del paese, don Cosma Raso;  il suo medico condotto, la dottoressa Aurora Corso e poi tutti gli amici e il vicinato. Per nulla frastornata dalla confusione, ha accettato con gioia gli auguri e i brindisi di tutti. «Questo evento mi ha regalato una grande emozione- ha dichiarato da parte sua il sindaco- è stata una grande gioia festeggiare i cento anni di comare Serena; un evento, per quanto mi riguarda- ha aggiunto- che si ripete per la seconda volta, in veste di amministratore. Qualche anno fa, quando ricoprivo la carica di assessore, ho avuto l’onore di festeggiare un altro centenario, sempre di Badia, quella volta si trattava di un nonnino». «Persone così anziane- ha aggiunto il sindaco- sono la nostra memoria storica; abbiamo di venerarli e accudirli con amore».  La signora Serena Rizzo ha vissuto una vita intensa. Ha conosciuto la vedovanza in giovanissima età; come spesso accadeva all’epoca,  se una ragazza restava vedova spesso era consuetudine che andasse in sposa al fratello del defunto, e così è stato anche per lei. Ha lavorato tantissimo. Aveva un manipolo di caprette e in testa al suo piccolo gregge si recava in tutti i paesi limitrofi a vendere latte fresco porta a porta. Il freddo, la pioggia e il vento non la spaventavano, e neanche le torride giornate di sole. Le sue fedeli capre la seguivano per strade ripide o scoscese, per sentieri impervi e quei percorsi privi di asfalto che collegavano un paesino ad un altro. In molti attendevano l’arrivo della signora Rizzo e delle sue caprette, il latte delle quali per decenni ha nutrito generazioni di persone. Nonna Serena è ancora autonoma e tiene alla sua indipendenza, pur essendo assistita assiduamente da una nipote che la va trovare almeno tre volte al giorno

giovedì 5 dicembre 2019

Lavori abusivi in contrada Gattota: il Comune ordina l'immediato ripristino dello stato dei luoghi.


Nicotera. Ha novanta giorni di tempo, a partire dalla notifica della Polizia Municipale, Giovanni Rizzo, classe ’72, di ripristinare lo stato dei luoghi in località Gattota, nel Comune di Nicotera. Qui Rizzo, per come si legge sull’ordinanza firmata da Carmelo Ciampa, responsabile dell’Ufficio Tecnico del municipio costiero, avrebbe realizzato abusivamente un manufatto di cui ora si richiede l’immediata rimozione. Nello specifico, l’ordinanza precisa che il Rizzo, «in assenza delle prescritte autorizzazioni» avrebbe «eseguito una movimentazione di terra di circa 800 metri quadrati, realizzando abusivamente un piazzale in terreno calcareo e misto, movimentando circa 2000 metri cubi di terreno, creando un dislivello dalla strada interpoderale a mezzo costa dai 2,5 metri a 3,5 metri di altezza, significando che tale area risulta attigua ad un fosso attiguo denominato “Gattota”, ivi presente». I lavori sarebbero iniziati in assenza di concessione e permesso di costruire. Ma è interessante analizzare l’area oggetto della costruzione abusiva. Il fosso acquifero, conosciuto come Gatto dai residenti ma definito nelle mappe comunali “Gattota”, è una vecchia conoscenza di questo giornale, dato che è il protagonista di numerosi reportage sul dissesto idrogeologico, in specie quello dove insiste la famosa e disastrata “variante” realizzata per accorciare le distanze tra Limbadi e Nicotera ma che in realtà è un inno allo spreco del denaro pubblico e di una sconsiderata ingegneria edile: quella strada infatti è stata costruita su terreno da riporto; al di sotto di essa sono stati aggiunti degli scatolari di cemento che avevano il compito di reggere il peso della carreggiata, ma non hanno mai assolto correttamente il loro compito. Insomma, non sono state prese le misure necessarie per un’area ad alto rischio idrogeologico, come precisato, anche in virtù del fatto che il terreno è lacerato da una delle tante fiumane che compongono il reticolo che segnano il territorio nicoterese. Tornando al manufatto da abbattere e alla necessità di ripristinare lo stato dei luoghi, l’area in questione è franosa, e urge valutare se un eventuale sbancamento potrebbe cagionare nuovi smottamenti. A rilevare quanto stava avvenendo i Carabinieri della stazione di Limbadi, che hanno indirizzato la “comunicazione di reato” al protocollo generale dell’ente costiero, il 9 settembre scorso. Di questi giorni è invece l’ordinanza firmata dal responsabile dell’area tecnica, che darà mandato alla Polizia Municipale di dare esecuzione di quanto previsto dalla legge.

Spaccatura nel gruppo consiliare della Lega: i militanti sfiduciano il loro leader

Nicotera. Terremoto nel gruppo consiliare di minoranza della Lega. Il leader Antonio Macrì viene sfiduciato dai stessi suoi compagni, quelli che insieme a lui hanno affrontato il faticoso e appassionante iter elettorale dello scorso maggio. Ma i giovani leghisti che lo hanno sostenuto non si limitano a dissociarsi, ne chiedono addirittura le dimissioni dall’incarico di segretario cittadino. Il perché di tale durissima presa di posizione lo spiegano i militanti del gruppo in una nota che non lascia spazio ad equivoci. «I sottoscritti Domenica Corigliano, Diego Pagano, Annarita Sardo, Teresa Thobie, Carmen Zagari, già candidati al consiglio comunale nella lista della Lega- scrivono- con la presente nota intendono dissociarsi dalle ultime scelte adottate in consiglio dal segretario cittadino nonché consigliere comunale Antonio Macrì». Quello, dunque, che il gruppo della Lega ritiene inaccettabile da parte del leader è l’essersi conformato passivamente alla maggioranza. Condotta che evidentemente non attiene a un consigliere di opposizione che, per definizione, precisano gli estensori della nota, ha il compito di vigilare sull’operato della maggioranza tenendo un atteggiamento critico ma costruttivo e non certo morbido e complice. Per i militanti del gruppo politico della Lega le scelte di Macrì «tendenti a sposare ogni argomentazione proveniente dalla maggioranza sono frutto di valutazioni personali e non concordate con noi». Sarebbero scelte, per i rappresentati del gruppo consiliare leghista, che non collimano con lo spirito e gli obiettivi con cui la lista capitanata da Antonio Macrì si è presentata agli elettori. «La stragrande maggioranza delle votazioni fatte- argomentano- come quella a favore dell’aumento della Tari, vanno in senso contrario alle battaglie da sempre portate avanti dalla Lega e dalle promesse fatte ai cittadini in campagna elettorale, e soprattutto vanno contro gli interessi stessi dei cittadini nicoteresi». Gli ex compagni di viaggio di Macrì ribadiscono di essere stati e di volerlo essere anche in futuro «per la gente tra la gente», per questo motivo, scrivono, «andremo contro ogni interesse e mire personalistiche». Alla fine del comunicato si evidenzia con forza una frattura insanabile culminata con l’invito a dimettersi da segretario comunale del partito di Matteo Salvini: «invitiamo il consigliere di minoranza- esigono i rappresentanti del gruppo consiliare- a rispettare il ruolo affidatogli dai cittadini, o a dimettersi dall’incarico di segretario cittadino ed appoggiare così come ha sempre fatto l’attuale maggioranza». Più chiaro di così dunque non si può; l’ultimatum è stato lanciato: Macrì deve prendere una decisione, in ogni caso superare “una fase di stallo” che penalizza il dibattito democratico all’interno del consiglio comunale, ma soprattutto deve dare delle risposte a chi con lui ha combattuto per ottenere uno scranno a palazzo Convento. Una cosa è certa:il gruppo consiliare della Lega si dissocia dal suo stesso leader. Lo scisma si è ormai consumato. Adesso a restargli accanto sono solo il fedele e ubbidiente Carmelo Longo e il giovanissimo Albino La Rocca.