Nicotera.
E’ morto la mattina di Natale, davanti alla Cattedrale dedicata all’Assunta,
Fausto Mercuri, 60 anni. Ad accorgersi del suo corpo esanime riverso a terra un
passante che ha immediatamente allertato i soccorsi. Ma il medico di Guardia
non ha potuto che constatare il decesso. Per lui, infatti, non c’era più niente
da fare: a stroncarlo, secondo una prima ispezione della salma, un infarto
fulminante che non ha lasciato scampo. Sul posto sono giunti anche i
Carabinieri della locale stazione. Fausto è morto improvvisamente e per cause
naturali. Caso chiuso. Rimane, tuttavia, altro da raccontare di questa storia e
di questa morte avvenuta per strada la mattina di Natale, mentre le campane
suonano a festa per la nascita del Redentore. E’ una storia soprattutto di
solitudine, una solitudine probabilmente scelta come stile di vita e non
necessariamente subita, ma che non alleggerisce il quadro di una vita vissuta all’insegna
di un ritiro dal mondo e del ruolo di una società che forse è poco attenta a
chi non è propenso ad omologarsi allo stile di vita caotico e ultra social di
questi tempi. Fausto non era sposato, viveva con suo fratello maggiore, un uomo
anch’esso solitario e amante dei libri, tanto che la sua camera da letto è
sommersa da volumi. Entrambi amavano leggere e vivere mille storie e
avventurose vicende attraverso i loro amati libri. Umberto Eco una volta
scrisse che «chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria!
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo
sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito… perché la lettura è una
immortalità all'indietro». E così Fausto e suo fratello cavalcavano le ali del
tempo grazie alla loro fornitissima biblioteca. Ma, all’infuori di queste
entusiasmanti esperienze letterarie, la vita sociale vera e propria si riduceva
a ben poca cosa. Fausto soleva uscire in bicicletta. Ogni tanto lo si vedeva
per le vie del paese: si recava ad acquistare qualcosa da mangiare o per una
boccata d’aria. Poi il rientro a casa a riprendere la vita di sempre, tra un
libro e l’altro. A Fausto e suo fratello non manca nulla a livello economico,
dato che provengono da una famiglia agiata. Il grande gap è forse
quell’isolamento che, per quanto scelto, dovrebbe destare attenzione da parte
della comunità e attivare le antenne di coloro i quali sono spesso dediti alla solidarietà,
magari attuata verso chi vive dall’altra parte del mondo, ma quasi mai spesa nei
confronti di chi vive a due passi da casa nostra. Fausto è morto la mattina di
Natale, da solo, davanti alla chiesa matrice di Nicotera che si apprestava a
spalancare le sue porte per accogliere i fedeli in festa. Un giorno particolare
in cui la tristezza, come la gioia, possono dilatarsi enormemente; e in cui la
solitudine pesa come un macigno e può non lasciare scampo.
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