Nicotera. Terremoto nel gruppo
consiliare di minoranza della Lega. Il leader Antonio Macrì viene sfiduciato
dai stessi suoi compagni, quelli che insieme a lui hanno affrontato il faticoso
e appassionante iter elettorale dello scorso maggio. Ma i giovani leghisti che
lo hanno sostenuto non si limitano a dissociarsi, ne chiedono addirittura le
dimissioni dall’incarico di segretario cittadino. Il perché di tale durissima
presa di posizione lo spiegano i militanti del gruppo in una nota che non
lascia spazio ad equivoci. «I sottoscritti Domenica Corigliano, Diego Pagano,
Annarita Sardo, Teresa Thobie, Carmen Zagari, già candidati al consiglio
comunale nella lista della Lega- scrivono- con la presente nota intendono
dissociarsi dalle ultime scelte adottate in consiglio dal segretario cittadino
nonché consigliere comunale Antonio Macrì». Quello, dunque, che il gruppo della
Lega ritiene inaccettabile da parte del leader è l’essersi conformato
passivamente alla maggioranza. Condotta che evidentemente non attiene a un
consigliere di opposizione che, per definizione, precisano gli estensori della
nota, ha il compito di vigilare sull’operato della maggioranza tenendo un
atteggiamento critico ma costruttivo e non certo morbido e complice. Per i
militanti del gruppo politico della Lega le scelte di Macrì «tendenti a sposare
ogni argomentazione proveniente dalla maggioranza sono frutto di valutazioni
personali e non concordate con noi». Sarebbero scelte, per i rappresentati del
gruppo consiliare leghista, che non collimano con lo spirito e gli obiettivi
con cui la lista capitanata da Antonio Macrì si è presentata agli elettori. «La
stragrande maggioranza delle votazioni fatte- argomentano- come quella a favore
dell’aumento della Tari, vanno in senso contrario alle battaglie da sempre
portate avanti dalla Lega e dalle promesse fatte ai cittadini in campagna
elettorale, e soprattutto vanno contro gli interessi stessi dei cittadini
nicoteresi». Gli ex compagni di viaggio di Macrì ribadiscono di essere stati e
di volerlo essere anche in futuro «per la gente tra la gente», per questo
motivo, scrivono, «andremo contro ogni interesse e mire personalistiche». Alla
fine del comunicato si evidenzia con forza una frattura insanabile culminata
con l’invito a dimettersi da segretario comunale del partito di Matteo Salvini:
«invitiamo il consigliere di minoranza- esigono i rappresentanti del gruppo
consiliare- a rispettare il ruolo affidatogli dai cittadini, o a dimettersi
dall’incarico di segretario cittadino ed appoggiare così come ha sempre fatto
l’attuale maggioranza». Più chiaro di così dunque non si può; l’ultimatum è
stato lanciato: Macrì deve prendere una decisione, in ogni caso superare “una
fase di stallo” che penalizza il dibattito democratico all’interno del
consiglio comunale, ma soprattutto deve dare delle risposte a chi con lui ha
combattuto per ottenere uno scranno a palazzo Convento. Una cosa è certa:il
gruppo consiliare della Lega si dissocia dal suo stesso leader. Lo scisma si è
ormai consumato. Adesso a restargli accanto sono solo il fedele e ubbidiente
Carmelo Longo e il giovanissimo Albino La Rocca.
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