Nicotera.
La
conferenza che si è tenuta ieri mattina contro la violenza sulle donne ha avuto
come teatro la sala consiliare di palazzo Convento; il pubblico all’ascolto era
composto dai ragazzi dell’Iti “Achille Russo e del Liceo Classico “Bruno Vinci”,
diretti dal dirigente scolastico Marisa Piro. Ad organizzare l’evento è stato
l’ente costiero, nello specifico la vice sindaca Valeria Caronte, l’assessore
alla Scuola, Lorella Di Stefano, e la consigliera con delega alla Legalità,
Rosy Barillari. Al tavolo dei relatori
sedevano le amministratrici promotrici dell’evento; Alessia Bausone, docente di
Scienze Giuridiche all’Università Magna Graecia di Catanzaro, nonché attivista
impegnata nel campo dei diritti civili e delle pari opportunità; il presidente
dell’Associazione “Roberta Lanzino”, Franco Lanzino, e padre della sfortunata
19enne che trent’anni fa stuprata e uccisa da due soggetti vicini ad ambienti
ndranghtistici. Tra la Bausone e Lorella Di Stefano, Bruna Catalano, assistente
sociale, anch’essa titolata ad insegnare ai giovani studenti come combattere la
violenza sulle donne. Ed è proprio la presenza della Catalano che, in un
contesto così importante e delicato, ha sollevato non poche perplessità tra chi
è a conoscenza delle “grane” giuridiche della signora. Bruna Catalano, infatti,
è stata rinviata a giudizio per diffamazione aggravata a mezzo stampa. Il
prossimo 15 gennaio dovrà rispondere penalmente di fronte al giudice
monocratico di Vibo. La persona offesa è un’altra donna, la giornalista del
Quotidiano Enza Dell’Acqua, che nel settembre di tre anni fa denunciò
l’assistente sociale presso il Comando dei Carabinieri di Vibo per una lunga
serie di insulti e calunnie in merito alla sua attività giornalistica,
pubblicate con cadenza quasi giornaliera sul social network Facebook. Insieme a
lei, nel medesimo procedimento, è stato rinviato a giudizio Emanuele Mancuso,
figlio del boss Pantaleone, detto l’ingegnere, all’epoca dei fatti non ancora
collaboratore di giustizia, e altre due signore: anch’esse avevano preso
pesantemente di mira la Dell’Acqua, sempre a causa dei suoi articoli sulla
cultura mafiosa che domina la cittadina costiera. Ma non è tutto. Bruna
Catalano è stata colpita da un ammonimento da parte del Questore di Vibo. Anche
questa volta in buona compagnia: insieme a lei infatti venivano ammoniti anche
Emanule Mancuso e Maria Lombardo. Il provvedimento la invitava a «tenere una
condotta conforme alla legge», di smettere, dunque, gli attacchi e gli insulti
via web ai danni, ancora una volta, di un’altra donna. Questa volta la
destinataria delle frasi lesive dell’assistente sociale era Lia Starapoli,
all’epoca dei fatti incinta all’ottavo mese di gravidanza, presidente
dell’Associazione “Condivisa”, da anni a fianco delle Forze dell’Ordine nella
difficile lotta contro la criminalità organizzata. Circa l’urgenza del
provvedimento si è già pronunciato il Tar. Nel decreto di ammonimento si rende
noto, altresì, che la reiterazione dei comportamenti prevede una pena che va
dai sei mesi ai cinque anni. Questi sono i fatti, e una domanda o una perplessità
non possono non nascere spontaneamente: una donna che ha reso vittime altre
donne dei suoi attacchi a mezzo stampa, fino a che punto è titolata a spiegare
ai ragazzi delle scuole superiori cos’è la violenza di genere? Allo stesso modo
rimane da capire perché il Comune costiero non abbia selezionato con cautela i
relatori per una manifestazione che aveva come oggetto un argomento attuale e
molto delicato. Il sindaco Pino Marasco si dice «dispiaciuto e rammaricato» per
“l’inciampo” di ieri mattina, e, benchè l’evento sia stato organizzato dalle
tre donne della Giunta, fa sapere che intende assumersi ogni responsabilità dell’imbarazzante
incoveniente. «Non eravamo a conoscenza delle vicende giudiziarie della
Catalano- ha dichiarato Pino Marasco- e logicamente prendiamo le distanze dalla
condotta tenuta dalla Catalano, esprimendo nel contempo la nostra solidarietà e
vicinanza alla dottoressa Lia Staropoli e alla giornalista Enza Dell’Acqua».(dal Quotidiano del Sud, ed. Vibo, 30 novembre 2019)
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