giovedì 28 novembre 2019

Condannato a 30 anni, Ezio Perfidio, autore dell'omicidio di Stefano Piperno. Sei anni a Francesco Perfidio, padre dell'assassino.


Nicotera. La sentenza emessa dal giudice Tiziana Macrì ha condannato l’autore dell’omicidio, Ezio Perfidio, a 30 anni di carcere. Sei anni invece sono stati inflitti al padre di Ezio, Francesco. Per lui l’accusa è di occultamento è distruzione di cadavere. Una pena pesante, per un omicidio efferato, nonostante gli imputati abbiano scelto il rito abbreviato. Eppure, per i genitori di Stefano, il professore Gregorio, e la professoressa Gina Pagano, ieri è stata una giornata durisima. La sentenza infatti non gli dà serenità o consolazione, perché nessuno potrà riportare in vita il figlio amatissimo. Abbiamo chiesto alla mamma di Stefano se si considerano soddisfatti del verdetto emesso dal giudice. «Soddisfatti? No, affatto, siamo distrutti», ha detto la madre del giovane insegnante di alfabetizzazione, «perché Stefano non c’è più, e non potrà più tornare a casa». «Il vero ergastolo- ha aggiunto Gina Pagano- l’hanno inflitto a noi quando ci hanno portato via nostro figlio; quando l’hanno ucciso; è un ergastolo di dolore e di tristezza per un figlio che non c’è più, ucciso in un modo barbaro e cruento. Nessuno potrà più ridarci la serenità». Parole condivise dal padre, che beve lacrime di dolore, mentre il fratello Alberto attende da Milano notizie dal tribunale di Vibo. In quella fredda aula del Palazzo di Giustizia, nel corso del processo, i genitori hanno visto, attraverso la notevole mole delle prove sottoposte all’attenzione della corte dal Pm Filomena Aliberti, gli ultimi istanti di vita del loro figlio. E’ stato difficile per loro scoprire, nel corso del dibattimento, quanta crudeltà e orrore si è consumato quel giorno di giugno sul povero Stefano. E benchè la giustizia abbia fatto il suo corso e punito i colpevoli, rimane un vuoto incolmabile. La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio, ma loro già in mattinata erano in giunti in tribunale. Hanno ascoltato le requisitorie del Pm e dell’avvocato difensore dei Perfidio. Aspettando con un peso sul cuore il momento della sentenza, per poi tornare a casa e scoprire che la stanza di Stefano, piena dei suoi libri, la sua chitarra, le sue passioni rimarrà vuota per sempre, nonostante quei trent’anni comminati al suo assassino. Unica consolazione: che la giustizia è arrivata. Anche se adesso bisognerà attendere il processo d’appello: un nuovo calvario per due genitori orfani di un figlio meraviglioso.

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