mercoledì 6 novembre 2019

Omicidio Vinci. Il Comune di Limbadi non sarà parte civile. Parla il Commissario Antonio Reppucci: "Lunga fase di tentennamenti non è dipesa da me".


Limbadi. «Sono amareggiato e rammaricato», questo lo sfogo di Antonio Reppucci, Commissario prefettizio alla guida del Comune di Limbadi, in merito alla mancata ammissione dell’Ente come parte civile nel processo che vede indagati i Di Grillo-Mancuso per la morte di Matteo Vinci. «E’ il Pm o Gip che dovevano notificare al Comune le date dell’udienza, una volta individuate le parti civili- spiega- nel caso in specie non è pervenuta alcuna comunicazione né del Pm né del Gip. Forse avremmo dovuto apprendere la notizia dalla stampa?»,  ha osservato con una punta di sarcasmo il Commissario prefettizio. «Leggere il giornale- rimarca- non equivale alla ricezione di notifica». Ora che le cose hanno preso questa piega il rappresentante governativo alla guida di uno dei Comuni più "caldi" della Calabria vuole smarcarsi di dosso ogni accusa gratuita di non aver agito per tempo e di non essersi schierato contro i Mancuso. Ad avere un ruolo determinante, come anche hanno riportato le cronache, “è stata una lunga fase di tentennamenti, che di fatto ha costituito una perdita di tempo”. Un’esitazione generale, che ha riguardato non solo il Comune di Limbadi, ma anche l’Associazione Libera.
«Ora, dunque, nessuno osi mettere sotto inchiesta il commissario Reppucci», dardeggia il capo della Terna commissariale. La chiave di tutto starebbe nel comprendere “il perché di tale incertezza”; e proprio per questo motivo, tiene a ribadire, che “in quella fase di tentennamenti” in cui erano in corso consultazioni con organi dirigenti superiori, si è perso del tempo prezioso e che lui, per tale ragione, non è responsabile di quanto adesso avvenuto. «Nessuno può mettere in dubbio la mia storia personale,- sottolinea- Mi sono sempre sono schierato contro i Mancuso, ho sempre detto che Limbadi non è Mancuso-city, che i Mancuso inquinano l’aria e mortificano il territorio: sono cose che ho detto chiaramente nei convegni organizzati sul tema della legalità», ribadisce. Spiega ciò che ha fatto per togliere potere al clan nel territorio: «Nei giorni scorsi mi sono recato in un terreno coltivato da soggetti riconducibili ai Mancuso per riacquisirlo al Comune. La mia storia personale- conclude- parla da sola».

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