domenica 10 novembre 2019

Il Comune dà incarico ai legali dell’ente di recedere il contratto con la ditta dei rifiuti. Per la Mea un percorso a Nicotera cominciato male (incendi dolosi e furti) e finito peggio.


Nicotera. Alla fine l’amministrazione comunale si è arresa: chiude il contratto con la Mea ecologica, la ditta dei rifiuti, ormai da mesi inadempiente. La Giunta, riunitasi il 30 ottobre, ha così deliberato di dare mandato all’avvocatura del Comune per iniziare le pratiche di recessione del contratto. L’esecutivo, ormai esasperato dal comportamento della Mea, è stato costretto a fare il grande passo. Una scelta probabilmente sofferta perché adesso, guastandosi definitivamente i rapporti tra ditta ed Ente, il paese si appresta ad andare incontro ad una fase di disordine sul piano della raccolta rifiuti che potrebbe avere delle ripercussioni sul piano della salute pubblica e del decoro urbano. La strada percorrere adesso è l’esperimento di una nuova gara, con tutte le lungaggini e i soliti intoppi burocratici che esso comporta. Il sindaco Pino Marasco aveva inaugurato il suo percorso amministrativo ribadendo la volontà di far partire la raccolta differenziata dei rifiuti. Un’ambizione ardimentosa, visto e considerato che nessun amministratore è riuscito, fino ad ora, è riuscito nella biblica impresa. Lo aveva già giurato ai cittadini, ad onor del vero, nel corso della campagna elettorale: se eletto, egli avrebbe varato la differenziata. E così, una volta incoronato sindaco di Nicotera. ha cominciato a darsi da fare in questa direzione. Dall’oggi al domani il chiostro di palazzo Convento si riempì di migliaia di mastelli, ordinatamente allineati in attesa di essere prelevati dai cittadini. In seconda battuta rimosse tutti i cassonetti e predispose la raccolta indifferenziata a porta a porta. Gli utenti erano tenuti a lasciare, di sera, davanti gli usci di casa i loro sacchetti di spazzatura, il mattino seguente sarebbe passato il mezzo della ditta per ritirarli. Tutto sembrava filare liscio come l’olio, tanto che il sindaco dichiarò che la differenziata sarebbe partita ufficialmente a settembre; poi ad ottobre; poi a novembre, ma adesso è tristemente chiaro che nemmeno a novembre partirà, se non altro perché l’amministrazione sta per dare il ben servito alla Mea. In questa breve cronistoria non si può tralasciare il fatto che nella situazione iniziale di apparente idillio un grillo parlante guastava i sogni di gloria del sindaco. Il capo dell’opposizione, infatti, Antonio D’Agostino, vedeva ciò che il sindaco si rifiutava di vedere e cioè che la ditta era inadempiente e che le cose andavano male. Nel consiglio comunale del 4 luglio Movivento presentò una mozione. Eccone una parte del testo: «con la predetta mozione non si chiede la risoluzione immediata del contratto con la ditta Mea, ma si chiede di esercitare i poteri di controllo sul dirigente dell’Area tecnica e, di conseguenza, di disporre che lo stesso emetta i provvedimenti fino ad oggi omessi, diffidando la ditta Mea a dare inizio immediato alla raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta in tutto il territorio comunale, previa distribuzione dei mastelli inspiegabilmente e ingiustificatamente omessa malgrado sia trascorso oltre un anno e mezzo dall’aggiudicazione dell’appalto. Altresì, si chiede di valutare, previa diffida, la possibilità di risolvere anticipatamente il contratto». In pratica, D’Agostino sapeva bene di cosa stava parlando perché già durante la gestione commissariale aveva battagliato per mettere in riga la Mea. Il sindaco, invece, cercò di temporeggiare. Ma da lì in poi fu una pioggia di diffide spiccate bipartisan all’indirizzo della ditta inadempiente. Ma nulla. Era come parlare con muro. Ora la svolta più drastica. Finisce malamente il percorso della ditta foggiana nel Comune di Nicotera. Un percorso iniziato malissimo: il suo esordio fu infatti salutato a suon di attentati, strani furti e incendi dolosi. Un terreno lastricato di insidie per la Mea, che chissà, forse si sentirà sollevata di essere licenziata dal comune di Nicotera, e chi si è visto si è visto.

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