Nicotera.
Alla
fine l’amministrazione comunale si è arresa: chiude il contratto con la Mea
ecologica, la ditta dei rifiuti, ormai da mesi inadempiente. La Giunta,
riunitasi il 30 ottobre, ha così deliberato di dare mandato all’avvocatura del
Comune per iniziare le pratiche di recessione del contratto. L’esecutivo, ormai
esasperato dal comportamento della Mea, è stato costretto a fare il grande
passo. Una scelta probabilmente sofferta perché adesso, guastandosi
definitivamente i rapporti tra ditta ed Ente, il paese si appresta ad andare incontro
ad una fase di disordine sul piano della raccolta rifiuti che potrebbe avere
delle ripercussioni sul piano della salute pubblica e del decoro urbano. La
strada percorrere adesso è l’esperimento di una nuova gara, con tutte le
lungaggini e i soliti intoppi burocratici che esso comporta. Il sindaco Pino
Marasco aveva inaugurato il suo percorso amministrativo ribadendo la volontà di
far partire la raccolta differenziata dei rifiuti. Un’ambizione ardimentosa,
visto e considerato che nessun amministratore è riuscito, fino ad ora, è
riuscito nella biblica impresa. Lo aveva già giurato ai cittadini, ad onor del
vero, nel corso della campagna elettorale: se eletto, egli avrebbe varato la
differenziata. E così, una volta incoronato sindaco di Nicotera. ha cominciato
a darsi da fare in questa direzione. Dall’oggi al domani il chiostro di palazzo
Convento si riempì di migliaia di mastelli, ordinatamente allineati in attesa
di essere prelevati dai cittadini. In seconda battuta rimosse tutti i
cassonetti e predispose la raccolta indifferenziata a porta a porta. Gli utenti
erano tenuti a lasciare, di sera, davanti gli usci di casa i loro sacchetti di
spazzatura, il mattino seguente sarebbe passato il mezzo della ditta per
ritirarli. Tutto sembrava filare liscio come l’olio, tanto che il sindaco
dichiarò che la differenziata sarebbe partita ufficialmente a settembre; poi ad
ottobre; poi a novembre, ma adesso è tristemente chiaro che nemmeno a novembre
partirà, se non altro perché l’amministrazione sta per dare il ben servito alla
Mea. In questa breve cronistoria non si può tralasciare il fatto che nella
situazione iniziale di apparente idillio un grillo parlante guastava i sogni di
gloria del sindaco. Il capo dell’opposizione, infatti, Antonio D’Agostino,
vedeva ciò che il sindaco si rifiutava di vedere e cioè che la ditta era
inadempiente e che le cose andavano male. Nel consiglio comunale del 4 luglio
Movivento presentò una mozione. Eccone una parte del testo: «con la predetta
mozione non si chiede la risoluzione immediata del contratto con la ditta Mea,
ma si chiede di esercitare i poteri di controllo sul dirigente dell’Area
tecnica e, di conseguenza, di disporre che lo stesso emetta i provvedimenti
fino ad oggi omessi, diffidando la ditta Mea a dare inizio immediato alla
raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta in tutto il territorio
comunale, previa distribuzione dei mastelli inspiegabilmente e
ingiustificatamente omessa malgrado sia trascorso oltre un anno e mezzo
dall’aggiudicazione dell’appalto. Altresì, si chiede di valutare, previa
diffida, la possibilità di risolvere anticipatamente il contratto». In pratica,
D’Agostino sapeva bene di cosa stava parlando perché già durante la gestione
commissariale aveva battagliato per mettere in riga la Mea. Il sindaco, invece,
cercò di temporeggiare. Ma da lì in poi fu una pioggia di diffide spiccate
bipartisan all’indirizzo della ditta inadempiente. Ma nulla. Era come parlare
con muro. Ora la svolta più drastica. Finisce malamente il percorso della ditta
foggiana nel Comune di Nicotera. Un percorso iniziato malissimo: il suo esordio
fu infatti salutato a suon di attentati, strani furti e incendi dolosi. Un
terreno lastricato di insidie per la Mea, che chissà, forse si sentirà
sollevata di essere licenziata dal comune di Nicotera, e chi si è visto si è
visto.
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