Nicotera.
La
realizzazione dell’impianto fognario di Nicotera Marina è, forse, una delle più
costose opere che siano mai state realizzate a Nicotera. Un impianto realizzato
a più riprese, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, e per il quale sono
stati versati fiumi di soldi. Era un’altra epoca. Allora l’economia girava, e i
fondi governativi giungevano copiosi anche a queste latitudini. Tuttavia,
nonostante i notevoli finanziamenti, le ditte specializzate, gli ingegneri,
direttori di lavori con spiccate vocazioni ambientaliste, il risultato può
definirsi deludente. Non è chiaro cosa non sia andato bene: se progetti
inadeguati alle caratteristiche dell’area con le sue particolari pendenze, se i
materiali usati siano stati scadenti, come nella migliore tradizione della
storia degli appalti a Nicotera, o se invece i direttori dei lavori non abbiano
vigilato a dovere su quelle imprese. Sta di fatto che quell’impianto troppi
problemi ha cagionato alla frazione Marina e al suo turismo. Infatti, le
pietose condizioni del mare non possono non dipendere dal suo cattivo
funzionamento. Anche se è doveroso aggiungere che la scellerata convenzione che
il Comune ha stipulato con la Iam, negli anni Novanta, ha finito per dare il colpo
di grazia al turismo del territorio.
L’impianto fognario non
ha mai funzionato adeguatamente. E non sono solo quei misteriosi fiumi marroni
a solcare le acque marine a rivelarlo. Vi sono altre gravi criticità di cui
questo giornale si è spesso occupato. Ad esempio, gli insopportabili miasmi
esalati dai tombini rivelano il difettoso funzionamento dell’incanalamento
delle acque nere che evidentemente non vengono trasportate verso le pompe di
sollevamento. Finiscono dunque per ristagnare emanando così degli odori disgustosi,
specialmente d’estate. Essi sono divenuti, inoltre, ricettacolo di
popolatissime colonie di scarafaggi, che nelle sere d’estate, escono fuori a
flotte dai loro nascondigli seminando panico sul lungomare. I blitz notturni
degli insetti delle fogne sono così noti ai cittadini di Nicotera Marina che
essi sono soliti porre dei tappetti o dei fogli di cartone sulle grate dei
tombini, proprio per evitare le visite degli orripilanti insetti. E non è
tutto. Il clou delle criticità e il senso profondo di quei lavori fatti con i
piedi è visibile in tutta la sua drammaticità nei giorni di pioggia. In quelle
occasioni è possibile osservare la fogna zampillare copiosa dai tombini che
saltano come tappi in seguito alla pressione sottostante di acque piovane e di
quelle luride delle fognature. Spettacoli indecenti.
Dei realizzatori di
tale obbrobrio si è ormai persa la memoria. Ma gli archivi, per loro vocazione,
non dimenticano. E qui arrivano le sorprese. I lavori della rete idrica e
fognaria sono spesso stati inseriti nel medesimo appalto. Ma alcuni erano
specifici. Il primo lavoro, infatti, riguardava esclusivamente la rete
fognaria: è stato appaltato il 4 maggio del 1966 per 20 milioni di lire. Nel 1968,
il 7 maggio, 10 milioni di lire furono invece destinati alla rete idrica. Entrambi realizzati sotto la sindacatura di
Pasquale Barbalace. Intanto entrava in scena il sindaco Ricciotti Mileto. Il 16
maggio 1973, altri soldi arrivavano nell’ente, l’appalto, questa volta, era di
100 milioni di lire: finalità rete idrica e fognante. Nel 1975 piovvero
sull’ente altri 200 milioni di lire, vincolati alla medesima destinazione. Nel 1976
l’ente beneficiò di 77.250 milioni di lire, esclusivamente, questa volta, per
la rete fognaria. Direttore dei lavori l’ingegnere Antonio D’Agostino, tecnico
e addetto stampa dell’associazione ambientalista, Movimento 14 luglio. Egli è
probabilmente uno dei pochi superstiti di una sequenza di lavori di un’opera
pubblica costosissima che tante criticità avrebbe procurato alla frazione
Marina. L’ingegnere D’Agostino lo
ritroviamo ancora una volta negli anni Ottanta, mentre era sindaco Antonio
Ricottili. In quell’occasione il militante ambientalista si occupò di strade,
marciapiedi e ancora una volta di sistema fognario.
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