Nicotera.
Al
centro della storica piazza Cavour, tra i palazzi nobiliari settecenteschi, si
erge scarna e spoglia quella che doveva essere la base di un monumento in
cemento rappresentante una barca, simbolo dello spirito marinaro della città di
Nicotera e coronamento di quei lavori di riqualificazione dell’antichissimo
quartiere Baglio, iniziati quasi un anno fa, e costati 750 mila euro. Sulle sue
vuota vestigia qualcuno nella notte vi ha affisso dei cartelloni gialli con su
scritto, con accenti di amaro sarcasmo, “discarica comunale”. Infatti, quel che
resta della costruzione è adesso quasi diventato una specie di immondezzaio.
Uno spettacolo non certo edificante per una delle più antiche piazze della
cittadina, oltre che punto di snodo verso le vie che conducono agli
antichissimi quartieri nicoteresi. Ma non solo. Qui si trova il cuore pulsante
del commercio cittadino, con tutta una serie di negozi snodati sui due lati del
percorso.
La storia della
“barcaccia” inizia nel cuore della scorsa estate. Al centro di piazza Cavour
era sorta la costruzione in questione. Di grandi proporzioni, essa raffigurava
un’imbarcazione, simbolo, come precisato, dell’anima marinara della città, Ma la costruzione voleva anche
ispirarsi alla monumentale Fontana della Barcaccia, sita in piazza di Spagna a
Roma. Un’opera ambiziosa e carica di significato, nelle intenzioni
dell’amministrazione comunale, che però non piacque affatto ai cittadini, i
quali, tramite petizione, interpellarono i compaesani. A loro fu chiesto se la
barca era di loro gradimento oppure no. La risposta fu negativa. Da qui, i
promotori della raccolta firme chiesero ed ottennero l’intervento della
Soprintendenza dei Beni monumentali di Reggio Calabria e di Vibo. L’ente interessato verificò che i lavori
erano addirittura in contrasto con il progetto presentato e con le prescrizione
dettate dalla stessa Soprintendenza. In pratica, il monumento non era previsto
nel progetto originario di riqualificazione e né era mai stata presentata,
dall’ufficio tecnico, dall’amministrazione comunale o dalla ditta,
un’integrazione. Quindi, fu immediatamente disposto il fermo dei lavori e
conseguente rimozione.
La demolizione iniziò e si concluse nel corso di caldo pomeriggio di fine
agosto. E della barca di berniniana memoria rimase un cumulo di macerie. La
vittoria del comitato civico spontaneo in difesa di piazza Cavour, non bastò
però a disarmare lo spirito di iniziativa e la creatività dell’assessore ai
Lavori Pubblici Federico Polito. Lo stesso, infatti, dichiarava
nell’immediatezza della rimozione della barca che presto avrebbe presentato
alla Soprintendenza un progetto di integrazione, o, per meglio dire, una
richiesta di variante, secondo la quale l’opera sarebbe stata ancora più grande
e bella: «Sarà di dimensioni maggiori- precisò- rifinita in
travertino e all’interno avrà una fontana di enormi dimensioni tutta illuminata
a giorno con giochi acquatici, e fungerà da luogo di ritrovo qualificando la
piazza». Da allora sono passati tre mesi e mezzo e, a due
settimane da Natale, la situazione appare in una fase di stallo. Cresce invece
il malcontento di cittadini e commercianti.