Nicotera.
Il
suggestivo presepe vivente di Comerconi compie vent’anni. Un anniversario
speciale, che sarà festeggiato in modo emozionante il 26 dicembre, giorno della
sua inaugurazione. A tagliare il nastro saranno infatti i 19 “bambinelli” che
in questo ventennio hanno impersonato Gesù Bambino nella sua culla.
Un’inaugurazione particolare, in virtù della quale è stata allestita una mostra
fotografica che ritrae questi vent’anni di presepe vivente nell’affascinante
centro storico della frazione pedemontana nicoterese. Qui, prima di addentrarsi
nel borgo antico vero e proprio, una lunga esposizione di fotografie
racconteranno vent’anni di vita paesana attraverso la magica trasformazione del
centro storico nella Betlemme di duemila anni fa. I volti, i sorrisi, gli
sguardi della gente della piccola comunità, anche di chi non c’è più, o di chi
è stato costretto ad emigrare per lavoro.
Dietro le quinte di uno
dei presepi viventi più visitati della Calabria, un lavoro straordinario
condotto con fede, passione e abnegazione dall’intera comunità sotto la guida
attenta e amorevole del parroco Don Saverio Callisti, sacerdote alla guida
delle anime di questo piccolo borgo di campagna. Don Saverio si adopera ogni
anno con passione per la buona riuscita dell’evento, un’occasione, spiega il
parroco, “di comunione per l’intera comunità”, che si ritrova a condividere un
meritorio impegno, tra fede e lavoro per ricreare la vita com’era una volta,
tra lavoro artigianale e semplicità. Il presente vivente di Comerconi è,
dunque, aggiunge ancora Don Saverio, “un’incursione nel passato, tra arti e
mestieri antichi, ormai scomparsi, la rapprestazione scenica e vivida della
vita di campagna, a contatto con la natura, con gli animali; un mondo lontano
in cui si era immersi in un’esistenza spesso dura ma genuina e semplice,
accompagnata dalla fede e dalla speranza di un domani migliore”. Nel presepe
vivente di Comerconi di potrà vedere da vicino l’antica arte della realizzazione
della ricotta, del pane fatto in casa, le mansioni del fabbro, dell’arrotino e
di tutti quei mestieri ormai soppiantati dalla tecnologia. Ma non manca il
palazzo del feroce Erode e ovviamente la grotta santa con la sua mistica
rappresentazione dell’incarnazione di Dio.