giovedì 23 novembre 2017

Nicotera. Comune sul ciglio del dissesto economico.



Nicotera. Il settore economico dell’Ente continua a destare preoccupazioni nella Terna commissariale. È un ambito afflitto da criticità, come spesso sottolineato da questo giornale, a causa della pregressa malagestione delle finanze pubbliche da parte degli amministratori che si sono succeduti a palazzo Convento ma, soprattutto, a causa della notissima vicenda del sacco perpetrato dalla Sogefil. Il sistematico furto dei proventi delle tasse da parte della società cosentina di riscossione tributi si è fermato nell’agosto del 2012 quando, cioè, la Procura cominciò ad indagare sui mancati versamenti del denaro nelle casse comunali. Un saccheggio che ha letteralmente messo in ginocchio lo stato delle finanze comunali e i cui effetti, come un boato che fa rimbalzare onde di eco, continuano a farsi sentire anche adesso. Il Comune, da allora, marcia pericolosamente sull’orlo del dissesto economico. Il commissario Nicola Auricchio, in quanto funzionario economico-finanziario della Terna, è al lavoro per cercare di scongiurare lo sprettro del dissesto, le cui conseguenze graverebbero ancora una volta sulle spalle dei cittadini. Per questo la Commissione ha dato incarico al dottor Giuseppe Curciarello- convocato lo scorso maggio per ricoprire il ruolo di responsabile dell’area finanziaria- di relazionare sulle condizioni economiche del comune. Un rendiconto di grande importanza che non solo dirà come sono conciate le casse comunali ma che indicherà ai commissari prefettizi la strada da intraprendere. Il commissario Auricchio, che da settimane è impegnato in tale ambito, non nasconde una certa apprensione. D’altronde sarebbe impensabile stare sereni visti i ragguardevoli disavanzi che attanagliano il Comune, come ad esempio i soldi che deve alla Regione per il debito sulla raccolta rifiuti, oppure l’aumento scriteriato dei debiti fuori bilancio, maturati nel corso degli anni a causa delle varie sentenze passate in giudicato, e per cui l’ente non ha mai, finora, studiato un metodo per alleggerirne il peso. Per queste passività lo Stato avrebbe anticipato, durante l’amministrazione Pagano, una cospicua somma (oltre sei milioni di euro). Poi c’è la questione sempre aperta dei residui attivi che il Comune non riesce ad incamerare; a questo si deve aggiungere il fatto che i trasferimenti statali sono ormai ridotti al lumicino per cui gli unici proventi che entrano nelle casse dell’ente sono quelli riconducibili alle tasse. Una situazione delicata e pronta a deflagrare. Il “sacco” della Sogefil continua, a distanza di tempo a far sentire i suoi nefasti effetti, e la brutta notizia è che il Comune fatica a recuperare, almeno in parte, quanto sottratto dalla Società cosentina. Se poi si considera che lo spazio temporale tra la Sogefil e la terna commissariale è stato occupato dalla Giunta Pagano, la quale non è certo brillata per frugalità ed economia, il quadro si fa ancora più chiaro: anzi, l’ex amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose è nota per le reiterate richieste di anticipazioni di cassa (anche tre volte in un anno), oltre che per un uso facile del denaro pubblico. Ora a raccogliere la pesante eredità di anni oscuri è l’attuale terna prefettizia e, come, sempre, i cittadini. 

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