mercoledì 22 novembre 2017

Nicotera. Assenza della postazione di 118. Grave gap che mette a rischio la vita dei cittadini.



Nicotera. Il grave gap della mancanza del 118 a Nicotera di tanto in tanto fa sentire i suoi nefasti effetti, come è successo pochi giorni fa quando un giovane uomo di 46 anni è deceduto a seguito di un infarto. Una morte assurda che ha lasciato incredula tutta la comunità. Ma ora alla commozione si è aggiunto lo sdegno per una morte che forse si poteva evitare, se solo la struttura sanitaria nicoterese fosse stata munita di una postazione Suem che conducesse il giovane in ospedale, prestandogli nel contempo le cure necessarie per impedire che l’infarto gli desse il suo fatale colpo di grazia. La postazione Suem è rimasta a Nicotera da luglio fino ai primi di settembre, e cioè per coprire il territorio durante il periodo estivo, dato l’aumento della popolazione a causa dei flussi turistici. Passata la bella stagione, l’ambulanza ha levato le tende, come se i malori e gli incidenti sono eventualità tipicamente estive oppure che i residenti, partiti i turiti, sono tenuti ad arrangiarsi un po’ come possono, tipo arrivare all’ospedale di Vibo con i propri mezzi, anche se hai un infarto in corso o la testa spaccata in seguito a un incidente. La questione in effetti ritorna in auge e deflagra in tutta la sua drammaticità quando accade qualcosa di grave che lascia sul tappeto le vittime innocenti di logiche implacibili che non tengo conto della sacralità della vita umana e quanto sia importante intervenire tempestivamente per strappare una persona alla morte. Impossibile, infatti, dimenticare quella tragica notte di gennaio di quasi tre anni fa in cui due ragazzi, in seguito ad un grave incidente in moto, rimasero a terra sanguinanti e doloranti un’ora e mezza prima che un’ambulanza giungesse dalla postazione vibonese per trasportarli in ospedale. Ne seguì la nascita di un comitato civico pro 118, una raccolta firme, incontri in prefettura, interlocuzioni con politici, addirittura delle interrogazioni parlamentari e, come prevede il copione, un mare di promesse, tragicamente mancate, come le persone che non arrivano al primo ospedale per ricevere le cure che gli potrebbero salvare la vita. Eppure Nicotera e paesi limitrofi distano dai due ospedali più vicini (Tropea e il più attrezzato Vibo) trenta kilometri, da percorrere con cautela, dati i tornanti e le curve che ne caratterizzano il tragitto. La postazione h24, pur tentando di garantire le prime cure ai malcapitati, non possono certo sopperire a ciò che un ospedale può fare. Cittadini stranamente abbandonati al proprio destino; eppure, se si pensa alla mappa delle postazioni della Suem, si può vedere che Vibo ne ha due, Tropea una, Soriano una e Serra San Bruno (il cui ospedale è dotato del Pronto soccorso e di una pista idonea per l’elisoccorso) anch’essa una, e, in certi periodi, grazie all’intervento dell’ex consigliere regionale con delega alla Sanità, Nazzareno Salerno, anche due. L’obiezione a suo tempo mossa dal comitato civico ai vertici dell’Asp di Vibo sul fatto che tra Serra e Soriano intercorressero solo dieci kilometri non trovava risposte esaurienti, ma solo un imbarazzato silenzio. Ma l’obiettivo non era certo imbastire una guerra tra poveri, ma vedere tutelato il diritto a salvarsi la vita.

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