Nicotera.
Il
grave gap della mancanza del 118 a Nicotera di tanto in tanto fa sentire i suoi
nefasti effetti, come è successo pochi giorni fa quando un giovane uomo di 46
anni è deceduto a seguito di un infarto. Una morte assurda che ha lasciato
incredula tutta la comunità. Ma ora alla commozione si è aggiunto lo sdegno per
una morte che forse si poteva evitare, se solo la struttura sanitaria
nicoterese fosse stata munita di una postazione Suem che conducesse il giovane
in ospedale, prestandogli nel contempo le cure necessarie per impedire che
l’infarto gli desse il suo fatale colpo di grazia. La postazione Suem è rimasta
a Nicotera da luglio fino ai primi di settembre, e cioè per coprire il
territorio durante il periodo estivo, dato l’aumento della popolazione a causa
dei flussi turistici. Passata la bella stagione, l’ambulanza ha levato le tende,
come se i malori e gli incidenti sono eventualità tipicamente estive oppure che
i residenti, partiti i turiti, sono tenuti ad arrangiarsi un po’ come possono,
tipo arrivare all’ospedale di Vibo con i propri mezzi, anche se hai un infarto
in corso o la testa spaccata in seguito a un incidente. La questione in effetti
ritorna in auge e deflagra in tutta la sua drammaticità quando accade qualcosa
di grave che lascia sul tappeto le vittime innocenti di logiche implacibili che
non tengo conto della sacralità della vita umana e quanto sia importante
intervenire tempestivamente per strappare una persona alla morte. Impossibile,
infatti, dimenticare quella tragica notte di gennaio di quasi tre anni fa in
cui due ragazzi, in seguito ad un grave incidente in moto, rimasero a terra
sanguinanti e doloranti un’ora e mezza prima che un’ambulanza giungesse dalla
postazione vibonese per trasportarli in ospedale. Ne seguì la nascita di un
comitato civico pro 118, una raccolta firme, incontri in prefettura,
interlocuzioni con politici, addirittura delle interrogazioni parlamentari e,
come prevede il copione, un mare di promesse, tragicamente mancate, come le
persone che non arrivano al primo ospedale per ricevere le cure che gli potrebbero
salvare la vita. Eppure Nicotera e paesi limitrofi distano dai due ospedali più
vicini (Tropea e il più attrezzato Vibo) trenta kilometri, da percorrere con
cautela, dati i tornanti e le curve che ne caratterizzano il tragitto. La
postazione h24, pur tentando di garantire le prime cure ai malcapitati, non
possono certo sopperire a ciò che un ospedale può fare. Cittadini stranamente
abbandonati al proprio destino; eppure, se si pensa alla mappa delle postazioni
della Suem, si può vedere che Vibo ne ha due, Tropea una, Soriano una e Serra
San Bruno (il cui ospedale è dotato del Pronto soccorso e di una pista idonea
per l’elisoccorso) anch’essa una, e, in certi periodi, grazie all’intervento
dell’ex consigliere regionale con delega alla Sanità, Nazzareno Salerno, anche
due. L’obiezione a suo tempo mossa dal comitato civico ai vertici dell’Asp di
Vibo sul fatto che tra Serra e Soriano intercorressero solo dieci kilometri non
trovava risposte esaurienti, ma solo un imbarazzato silenzio. Ma l’obiettivo
non era certo imbastire una guerra tra poveri, ma vedere tutelato il diritto a
salvarsi la vita.
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