mercoledì 22 novembre 2017

Nicotera. Soni, ghanese 27enne, ospite in un centro di accoglienza di Briatico, fruga nei cassonetti degli indumenti usati.




Nicotera. Il ragazzo ritratto nella foto a corredo di questo articolo si chiama Soni e ha 27 anni. È ospite presso il Centro migranti di Briatico e ieri mattina di buon ora ha preso il treno per raggiungere Nicotera. Destinazione: i raccoglitori degli indumenti e delle scarpe dell’Anpvi-Onlus, posti nella trafficatissima traversa di via Luigi Razza. Soni ha passato l’intera mattinata a rovistare in quei cassonetti, tirando fuori l’intero contenuto e scegliendo in quel marasma di magliette dai colori sbiaditi, pantaloni dagli orli usurati e giubbotti sgualciti ciò che poteva fare al suo caso.
L'"Associazione nazionale privi della vista ed ipovedenti" ha posto quei cassonetti in virtù di una iniziativa che ha la finalità promuovere un’attività di autofinanziamento, recuperando e riciclando vestiario e scarpe usate. Ma per Soni non sono altro che una buona occasione per rimediare un guardaroba di fortuna. Quando si è diretto verso i cassonetti ricolmi di indumenti probabilmente già sapeva che all’interno di quei raccoglitori gialli avrebbe trovato ciò che gli serviva. È giunto in treno verso le nove del mattino con le tasche piene di sacchetti neri, quelli usati per l’immondizia. Ha percorso il lungo tragitto in salita da Nicotera scalo fino in paese e qui ha cominciato a frugare nei contenitori gialli. Quando ci avviciniamo, reagisce con diffidenza e sospetto, anche se si può cogliere sul suo viso un filo d’imbarazzo per essere stato beccato ad impossessarsi di qualcosa destinato a chissà chi. Lo tranquillizziamo dicendogli che non siamo lì per multarlo o per giudicarlo, ma semplicemente perché vogliamo capire chi è e perché è costretto a rovistare nei cassonetti degli abiti usati.
Soni parla pochissimo italiano, ma dalle poche parole che dice capiamo che non ha di che mettersi addosso, che nel centro di accoglienza di Briatico ha la moglie e un figlio di quattro anni, e che anche per loro sta cercando degli indumenti. Infatti, tra il vestiario accatastato a terra, in attesa di essere imbustato nei sacchi neri della spazzatura, si scorgono abiti da bambino: c’è un giubbottino dalle maniche consumate e delle magliette con su impressa una stampa del cartone Spongebob, destinata al suo figliolo; mentre per la moglie ha trovato una camicetta con dei ricami e dei bottoni gioiello, un capo demodè saltato fuori da chissà quale armadio dopo almeno quarant’anni di confino, con ancora le sfere di naftalina appiccicate addosso. Soni finisce la sua opera di raccolta in tarda mattinata, riesce a riempire almeno quattro sacchi. Si carica il malloppo sulle spalle e si dirige velocemente verso la stazione ferroviaria perchè il treno non aspetta e perché forte è il desiderio di portare a moglie e figlio gli unici regali che gli può fare. Destinazione Briatico, verso uno di quei Centri di accoglienza in questi giorni protagonisti di una vicenda poco edificante che vede delle interdittive antimafia nei confronti di due cooperative che gestiscono le strutture, e conseguente commissariamento di tre centri.  Già noto alle cronache l’incredibile flusso di denaro che passa per le mani di queste cooperative, mentre ora si affaccia l’ombra della mafia. Ma Soni forse nemmeno immagina il lordume che ci può essere dietro, lui, senza scarpe e senza vestiti, pensa solo a come sopravvivere.

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