Nicotera.
Il
ragazzo ritratto nella foto a corredo di questo articolo si chiama Soni e ha 27
anni. È ospite presso il Centro migranti di Briatico e ieri mattina di buon ora
ha preso il treno per raggiungere Nicotera. Destinazione: i raccoglitori degli
indumenti e delle scarpe dell’Anpvi-Onlus, posti nella trafficatissima traversa
di via Luigi Razza. Soni ha passato l’intera mattinata a rovistare in quei
cassonetti, tirando fuori l’intero contenuto e scegliendo in quel marasma di
magliette dai colori sbiaditi, pantaloni dagli orli usurati e giubbotti
sgualciti ciò che poteva fare al suo caso.
L'"Associazione nazionale
privi della vista ed ipovedenti" ha posto quei cassonetti in virtù di una
iniziativa che ha la finalità promuovere un’attività di autofinanziamento,
recuperando e riciclando vestiario e scarpe usate. Ma per Soni non sono altro
che una buona occasione per rimediare un guardaroba di fortuna. Quando si è
diretto verso i cassonetti ricolmi di indumenti probabilmente già sapeva che
all’interno di quei raccoglitori gialli avrebbe trovato ciò che gli serviva. È
giunto in treno verso le nove del mattino con le tasche piene di sacchetti
neri, quelli usati per l’immondizia. Ha percorso il lungo tragitto in salita da
Nicotera scalo fino in paese e qui ha cominciato a
frugare nei contenitori gialli. Quando ci avviciniamo, reagisce con diffidenza
e sospetto, anche se si può cogliere sul suo viso un filo d’imbarazzo per
essere stato beccato ad impossessarsi di qualcosa destinato a chissà chi. Lo
tranquillizziamo dicendogli che non siamo lì per multarlo o per giudicarlo, ma
semplicemente perché vogliamo capire chi è e perché è costretto a rovistare nei
cassonetti degli abiti usati.
Soni parla pochissimo
italiano, ma dalle poche parole che dice capiamo che non ha di che mettersi
addosso, che nel centro di accoglienza di Briatico ha la moglie e un figlio di
quattro anni, e che anche per loro sta cercando degli indumenti. Infatti, tra
il vestiario accatastato a terra, in attesa di essere imbustato nei sacchi neri
della spazzatura, si scorgono abiti da bambino: c’è un giubbottino dalle
maniche consumate e delle magliette con su impressa una stampa del cartone
Spongebob, destinata al suo figliolo; mentre per la moglie ha trovato una
camicetta con dei ricami e dei bottoni gioiello, un capo demodè saltato fuori
da chissà quale armadio dopo almeno quarant’anni di confino, con ancora le
sfere di naftalina appiccicate addosso. Soni finisce la sua opera di raccolta
in tarda mattinata, riesce a riempire almeno quattro sacchi. Si carica il
malloppo sulle spalle e si dirige velocemente verso la stazione ferroviaria
perchè il treno non aspetta e perché forte è il desiderio di portare a moglie e
figlio gli unici regali che gli può fare. Destinazione Briatico, verso uno di
quei Centri di accoglienza in questi giorni protagonisti di una vicenda poco
edificante che vede delle interdittive antimafia nei confronti di due
cooperative che gestiscono le strutture, e conseguente commissariamento di tre
centri. Già noto alle cronache
l’incredibile flusso di denaro che passa per le mani di queste cooperative,
mentre ora si affaccia l’ombra della mafia. Ma Soni forse nemmeno immagina il
lordume che ci può essere dietro, lui, senza scarpe e senza vestiti, pensa solo
a come sopravvivere.
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