Nicotera.
«Il
cantiere sociale è una cosa, il cantiere civico è un’altra». Con questa breve
ma incisiva dichiarazione comincia la nota stampa di Giovanni Raimondi,
presidente del “Cantiere sociale”, attivo da nove anni e che nulla ha a che
fare con il neonato “Cantiere civico” di recentissima costituzione. Una
precisazione che si è resa necessaria, agli occhi di Raimondi, in quanto in
paese in tanti sono caduti in errore confondendo i due “cantieri” o
semplicemente ritenendo che quello “sociale” fosse confluito in quello
“civico”, in questi giorni in pieno travaglio: a breve dovrebbe infatti partorire una
lista da presentare alle comunali di maggio.
«Noi siamo comunisti,
quelli veri- precisa Raimondi, e non c’è nulla, a parte il nome, che ci renda
affini a questa associazione. Noi non ci identifichiamo con nessun partito di
sinistra in Italia, figurarsi, dunque, se potevamo avere qualcosa da spartire
con il Pd (parte attiva del “cantiere
civico”, ndr)». Parole chiarissime quelle del presidente, che aggiunge: «se
proprio ci tenevano a dare un’idea di lavoro e costruzione, potevano benissimo
definirsi officina o fonderia. Non vedo perché bissare il nostro nome,
mostrando così di essere poco originali».
Il “Cantiere sociale” è
nato nel febbraio del 2010, esattamente all’indomani della rivolta di Rosarno.
Il loro impegno è sempre stato incentrato nell’ambito delle grame condizioni
degli immigrati di tutti i tempi, tra disagi e sfruttamento. L’obiettivo,
nobile e audace, «è quello di risollevare il destino degli sfruttati, dei
deboli e dei malpagati».
«Di sensibilizzare-
aggiunge Raimondi- soprattutto i giovani sui grandi temi attuali dell’immigrazione,
ma con uno sguardo al passato, e cioè a i tanti immigrati italiani nel mondo,
sfruttati e oppressi che sono morti mentre svolgevano un lavoro durissimo». Nel
2010 il Cantiere sociale ha prodotto un cortometraggio drammatico e intenso
sulla tragedia di Marcinelle, sul massacro dimenticato degli operai italiani
nelle saline francesi, ed altre tragedie dell’immigrazione italiana nel mondo.
«Cortometraggi a disposizione delle scuole- spiega il presidente di “Cantiere
sociale”- e che vogliono avere il compito di sensibilizzare sul fenomeno
dell’immigrazione”. Il loro impegno è anche rivolto agli operai africani nella
Piana di Gioia Tauro, un impegno affinchè i loro diritti vengano rispettati. E
poi c’è in corso il ripristino della storica Fiume, arteria del secolare
quartiere Giudecca: «Abbiamo acquistato undici immobili, intendiamo ristrutturarli
e creare in quella via suggestiva un teatro sperimentale, con degli appositi
laboratori».
Ma adesso ciò che sta a
cuore al “Cantiere sociale” è marcare le differenze con il loro omonimo
“civico”, con il quale, ribadisce con forza Raimondi, «non abbiamo, dal punto
di vista politico, alcun punto in comune». E aggiunge: «giocare con l’equivoco
del nome non è stata una cosa che abbiamo gradito, perché in tanti hanno fatto
confusione pensando che noi avessimo qualcosa a che fare con questa neonata
compagine politica». Una scelta, aggiunge il presidente, che «ha tratto in
inganno molte persone, era dunque doveroso chiarirlo una volta per tutte».
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