Nicotera. Hanno dieci giorni di tempo i
responsabili di aree del Comune per elaborare una relazione dettagliata sulla
situazione finanziaria dell’Ente e, i particolare sulla situazione debitoria.
Una volta acquisita tale relazione sarà poi il responsabile del servizio finanziario,
produrre una ulteriore relazione inerente il riscontro effettuato a seguito
delle relazioni dei colleghi e delle risultanze contabili emerse. Tali
resoconti serviranno all’ente per stabilire se il comune versa in una condizione
di disavanzo tecnico e conseguente opportunità di aderire al Piano di rientro
previsto dall’articolo 243/bis del Tuel.
Il resoconto
delle condizioni di salute della casse deve stabilire «la sussistenza, presso
l’area di competenza di debiti fuori bilancio, conti liquidi ed esigibili,
nonché la presenza di eventuali debiti potenziali, la sussistenza di debiti
fuori bilancio, risorse vincolate». Questo è quanto si legge nella delibera di
giunta numero 71 relativa all’adunanza del 26 maggio scorso. Una terminologia
tecnica e il ricorso a un articolo di legge, il 243/bis del Tuel per dire una
cosa molto semplice: e cioè che il comune, come più volte sottolineato sulle
pagine di questo giornale, marcia ormai da troppo tempo sull’orlo del dissesto
finanziario, una marcia che adesso potrebbe complicarsi in quanto l’ente sta
scivolando pericolosamente nel buco nero del dissesto finanziario e nelle
difficili conseguenze che potrebbe derivarne.
A spiegare ancora meglio le
intenzioni dell’amministrazione è proprio l’articolo 243/bis. Come riporta la
Gazzetta Ufficiale «il Decreto legge Disposizioni urgenti
in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali» ha inserito, nel titolo in
merito Enti locali deficitari o dissestati «l'articolo 243-bis
che prevede un'apposita
procedura di riequilibrio finanziario
pluriennale per gli
enti nei quali sussistano squilibri strutturali del
bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario». La
procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, «si inserisce in un sistema in
cui sono prefigurate,
in una graduale articolazione, le
situazioni di precarietà
delle gestioni amministrative ed
in parallelo i rimedi per farvi fronte».
Le fasi di riequilibrio dei conti potrebbero
durare molto tempo, e comportare, ovviamente, una serie di ulteriori sacrifici
che andrebbero a ricadere sui contribuenti.
Che la situazione dell’ente sia
sempre stata complicata è innegabile. L’amministrazione ha dovuto rapportarsi,
fin dal primo giorno del suo insediamento, con la difficile e intricata
questione della Sogefil: un buco da otto milioni e passa di euro che ha fiaccato
la salute delle casse comunali. L’ente per anni è andato avanti con bilanci
infiocchettati dai residui attivi, soldi al condizionale, che in teoria, ma
solo in teoria, avrebbero dovuto entrare nelle casse comunali.
Erano cifre virtuali, come quelle
con le quali sta procedendo la giunta Pagano, cifre sulla carta che il Comune
fatica ad incassare. A ciò si aggiunga la scarsità dei trasferimenti statali,
nonché i vari debitori che bussano alle porte dell’ente. In ultimo l’Undis, che
reclamerebbe la bellezza di 233 mila euro, e alcune fatture non sarebbero
nemmeno state messo in bilancio. Dunque: debiti fuori bilancio, residui attivi
che l’ente non riesce a monetizzare mentre i residui passivi non vengono
assolti.
Il comune, però, intanto continua a
mettere in bilancio nuove spese, alcune
consistenti, come quelle di alcuni lavori da fare nelle
frazioni(qualcosa come 70 mila euro), altre più irrisorie come le 800 euro per
una serata di festa in onore della Madonna della Scala. Tante spese che si
accumulano pericolosamente. Intanto, cresce la preoccupazione tra i dipendenti
comunali. Per pagare loro lo stipendio il comune ha dovuto ricorrere ad una
anticipazione di cassa, lo scorso gennaio. E di anticipazioni di cassa il
comune ne ha chieste ben tre al Tesoriere, in un anno. Senza contare la Tasi ai
massimi livelli e l’Imu sui terreni agricoli. Ma i soldi non bastano mai. Ora,
si aggiunge anche lo stipendio da pagare alla neo assessora esterna alla
Cultura, Mariella Calogero.
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