Nicotera.
Celebrazione
della legalità e stigmatizzazione del fenomeno ndranghetistico. Questi gli
aspetti peculiari del consiglio straordinario indetto dal sindaco Franco Pagano
per il secondo anno consecutivo. Al civico consesso avrebbe dovuto presenziare
il governatore della Calabria, Mario Oliverio, oltre che il procuratore della
Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo e il presidente di Libera,
l’associazione contro le mafie, don Fiorillo. Il presidente della Regione si è
fatto attendere a lungo, e alla fine non si è presentato.
Notevole la presenza e
l’intervento del Procuratore Spagnuolo- figura simbolicamente significativa per
la città di Nicotera- che ha tenuto una vera e propria lectio magistralis, priva
di ogni forma di retorica. «Io non voglio parlare di mafia, le cose le sapete
molto meglio di me, le vivete», ha detto senza mezzi termini, rivolgendosi
all’intera assise e alla nutrita platea di studenti. Il Procuratore ha voluto
esimersi dal fare la solita filippica sulla mafia non solo perchè al cospetto
di persone, loro malgrado, avvezze al problema, ma anche, ha sottolineato, per
rifuggire da formalismi e luoghi comuni. E infatti il procuratore si è
soffermato sui fenomeni delinquenziali, di cui molti si rendono protagonisti in
questo sventurato territorio, e in cui la stessa mafia non è che un fenomeno a
latere. A tal riguardo ha spiegato,
rifacendosi al magistrato Roberto Scarpinato, l’interessante teoria del sistema
criminale: «qui non abbiamo soltanto la mafia, ma abbiamo a latere della mafia
tutta una serie di imprenditori, professionisti, uomini dello Stato, i quali
convergono tutti per realizzare i loro fini illeciti».
Un discorso, quello di
Spagnuolo, che ha puntato i riflettori sui comportamenti criminali che arrivano
da vari livelli sociali e culturali. A tal proposito, il procuratore si è
soffermato a lungo sull’abusivismo edilizio, sulle ville con piscina costruite
su terreni franosi. Una vera piaga per il territorio vibonese. Gli autori degli
scempi sul territorio, ha puntualizzato, sono spesso «appartenenti alla
borghesia buona, al salotto buono della nostra comunità». E questi
insospettabili sono gli stessi che per la costruzione della villa abusiva
chiedono l’aiuto di una ditta riconducibile ai malavitosi. Ma c’è un aspetto
ancora più grave: «se io- ha
esemplificato Spagnuolo alla platea- ho ottenuto degli sconti particolarmente
vantaggiosi, e non dico altro, e se io sono un uomo delle istituzioni, a quel
punto mi sono legato, una due cinquanta volte, ho fatto una scelta di tipo
culturale».
Atteggiamenti deleteri
che vanno a fortificare la criminalità organizzata. La focalizzazione
sull’abusivismo edilizio ha dominato quasi per intero l’intervento del
procuratore, ed è un tema di somma importanza, oltre che fortemente attuale,
per una comunità come quella nicoterese affamata di legalità e segnata dalla
piaga della cementificazione selvaggia, e che si appresta, tra l’altro, a realizzare il nuovo Psc, dopo la sonora bocciatura di una prima
redazione, presentata dai tecnici, da parte del consiglio, nella sua interezza.
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