venerdì 16 dicembre 2016

Il Porto turistico: un progetto faraonico in un territorio pieno di disagi.



Nicotera. Il porto turistico non si farà, in quanto la gara d’appalto è andata deserta. La notizia è di pochissimi giorni fa. E’ una comunicazione della Suap ad annunciare che la costruzione dell’infrastruttura, progetto faraonico dell’ex amministrazione Pagano, per il momento è da riporre in un cassetto, e non si sa se e quando potrà essere riesumata.  Sarebbe dovuta sorgere nel lato Sud nell’arenile di Nicotera Marina, e precisamente nei pressi del fosso San Giovanni dove la costa si presenterebbe adeguata al progetto. Se le cose fossero andate per il verso giusto, i lavori, per come lo scorso aprile annunciò in conferenza stampa un entusiasta Franco Pagano, sarebbero iniziati nella seconda parte del 2017. Il porto è un antico sogno nicoterese. Già nel lontano ’78 si favoleggiava sulla costruzione di una struttura portuale che avrebbe potuto portare benefici turistici a Nicotera. A quei tempi la cittadina tirrenica era al massimo del suo splendore: la Valtur andava alla grande, fiorivano numerose strutture ricettive e Nicotera era meta di turisti per sei mesi l’anno. Poi le cose cominciarono a girare male. Quel mare che attirava migliaia di turisti ora li faceva scappare via, viste le sue pessime condizioni. Con la giunta Reggio il progetto ritornò in auge, ma finì nell’elenco dei motivi dello scioglimento per infiltrazioni mafiose di tale esecutivo, in quanto il porto, nelle intenzioni di Salvatore Reggio, doveva nascere non in località San Giovanni ma in zona “preicciola”, dove vi erano i terreni di un figlio del fratello latitante. Passata la seconda terna commissariale, e con l’avvento dell’esecutivo Pagano, l’iniziativa tornò alla ribalta. L’amministrazione comunale pubblicò nel gennaio 2016 una manifestazione di interesse rivolta agli intermediari finanziari. A rispondere fu l’Aspfinance, un advisor garantito dalla Banca d’Italia. Dopo un proficuo incontro, fu firmata una convenzione tra le parti. Il compito dell’advisor era quello di supportare l’Ente nella finanza di un progetto il cui importo complessivo era di 19.980.000. I posti barca previsti erano 365, ma non solo. Il prospetto contemplava anche una serie di servizi accessori, come distribuzione carburanti, uscita gommoni, rimessaggio, bar, spazi commerciali, officine. Grande attenzione si sarebbe poi prestata ai progetti di realizzazioni di attività ristorative, e ciò per la nota vocazione di Nicotera alla “dieta mediterranea”. Quasi 1.500 mq per commerciale, ristorazione e servizi.
Ma il sogno è sfumato. Nessuno si è fatto avanti per proporre la propria offerta, benchè pare vi fossero degli imprenditori interessati alla cosa. Cosa può aver scoraggiato i partecipanti alla gara? Probabilmente il terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale della città che dovrebbe ospitare la costosa infrastruttura. La paura degli offerenti di aver a che fare con gli avidi appetiti della criminalità organizzata; ma a questo temibile rischio non è azzardato aggiungere le pessime condizioni del mare, che ormai da anni funesta le estati nicoteresi. Troppe incognite su un progetto grandioso che non può non fare i conti con un contesto difficile, irto di insidie.
(nella foto, l'ex assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito illustra il progetto del porto alla stampa)

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