Nicotera.
Ripubblicato
il Piano delle opere pubbliche nell’albo pretorio del Comune. La seconda
stesura di questo elenco è dovuto alla modifica dell’ordine delle priorità. Il
perché di tale cambiamento lo ha spiegato il commissario Nicola Auricchio,
membro della terna prefettizia attualmente alla guida del Comune di Nicotera.
«Abbiamo cambiato l’elenco delle priorità perché abbiamo ritenuto di dover apportare
modifiche in ordine di esigenze del territorio. E’ una delibera che va a
perfezionare quella precedente». Il piano delle opere pubbliche prevede in
tutto diciotto interventi, da realizzarsi entro il 2018. In cima alla lista degli
interventi troviamo le scuole materne, medie ed elementari. Di seguito i lavori
da eseguire presso gli impianti fognari e acquedotti. Nell’elenco vi è poi
contemplato la riqualificazione del lungomare a Nicotera Marina nonché la
realizzazione di un parco verde a Nicotera superiore, la riqualificazione del
quartiere Palmintieri e la ristrutturazione del centro storico di Comerconi.
Dulcis in fundo troviamo la realizzazione del porto turistico nella frazione
Marina. Ma la vera novità, mai finora inserita in un elenco delle opere
pubbliche a Nicotera, è la realizzazione di un impianto tecnologico di
videosorveglianza. Tali iniziative hanno in tutto un costo di 21.625.960 euro.
Una cifra astronomica, quasi irraggiungibile che fa sembrare l’inventario dei
lavori un bel libro dei sogni. Abbiamo dunque chiesto al commissario Auricchio
come intende muoversi la Commissione per intercettare il ragguardevole
capitale. «Sono interventi che intendiamo realizzare attraverso i fondi
europei, fondi che la Regione ogni anno acquisisce dalla Comunità economica
europea. Sulla base di questo abbiamo fatto questa richiesta. Ma non escludiamo
l’inserimento in altri canali di finanziamento. Noi abbiamo individuato un
percorso, poi interverremo caso per caso, prima il progetto- che è un passaggio
fondamentale- poi la realizzazione. L’intervento straordinario sta proprio in
questo, intercettare questi fondi. Si tenga inoltre presente che noi abbiamo
tracciato un tipo di programma che sicuramente non riusciremo a portare a
termine noi. Stiamo creando le fondamenta di un percorso». Sul tema della
sicurezza, cui è correlata la realizzazione della video sorveglianza, il
Commissario ha tenuto a precisare che «dalle esigenze del territorio e dalle valutazioni
fatte, prendiamo atto dell’importanza di tale intervento, ma- ha aggiunto- al
momento non abbiamo un progetto agli atti. Per la verità- ha precisato- ce
n’era uno, di 600 mila euro, cifra che non sarà facile intercettare. Per cui
abbiamo attribuito il compito al responsabile dell’ufficio tecnico di redigere
un nuovo progetto». E sulla questione del dirigente dell’ufficio
tecnico il discorso è inevitabilmente caduto sul fatto che Carmelo Ciampa sia
stato rimesso al suo posto dai Commissari, nonostante fosse stato inserito
nella relazione di scioglimento del consiglio comunale, e sia indagato per
abuso d’ufficio in ordine a due note vicende giudiziarie. Abbiamo chiesto al
funzionario statale se il ripescaggio di Ciampa sia da considerare un buon
segnale da lanciare ai cittadini, se, cioè, il fatto che debba essere solo la
parte politica a pagare il conto con lo Stato senza che mai vengano toccati gli
apparati amministrativi del Comune, vero motore pulsante di un Ente. Il
commissario Auricchio non ha voluto sbilanciarsi: «Ci stiamo lavorando», ha
detto. Tuttavia la sua risposta enigmatica è sembrata gravida di risposte. Il funzionario
economico dell’ente, non ha confermato né smentito le voci insistenti secondo
le quali Ciampa dovrebbe essere a breve sostituto. Delle importanti novità
sembra comunque di intravedano all’orizzonte.
giovedì 15 giugno 2017
Nicotera. Comune: il repulisti dei commissari.
Nicotera.
E’
a pieno regime, a palazzo Convento, il repulisti azionato dalla terna
commissariale volto a dare nuovo vigore ed efficienza alla macchina
amministrativa di un Comune alle prese con troppo lavoro da smaltire e con
quelle troppe ombre scritte e raccontate in un decreto di scioglimento che ha
messo sotto la lente di ingrandimento un apparato amministrativo larvatamente
al servizio del malaffare.
I commissari, insediatisi
nel municipio nicoterese lo scorso gennaio, non hanno perso tempo e, nel
rispetto dei tempi burocratici consentiti, hanno agito per porre dei funzionari
sovraordinati nei settori strategici del Comune (area tecnica, area finanziaria
e Polizia municipale), limitando le responsabilità dei dirigenti in carica ai
tempi dell’era Pagano. Cartellino rosso, invece, per il segretario, Vincenzo
Calzone, il quale è stato sollevato dal suo incarico. “Commissariati” invece
gli uffici nei quali si decide il destino della città. L’area tecnica, compartimento
delicatissimo per un comune divorato da abusivismo edilizio e illeciti vari,
sarà presto guidata, come anticipato ieri nell’intervista al membro della terna
prefettizia Nicola Auricchio, dall’ingegnere cinquantaquatrenne Marcello
Romano. Originario di Salerno, Romano è funzionario sovraordinato prefettizio e
attualmente dirigente dei Lavori Pubblici al Comune di Reggio Calabria. Le
istituzioni sono state il suo campo di formazione: ha lavorato per diversi
Ministeri, oltre che per il Tar, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, per
numerose Procure e Preture. Ruoli
determinanti anche nella Dia di Salerno e di Napoli, più volte componente di
commissioni d’accesso prefettizie in numerosi comuni. Carmelo Ciampa, attuale
responsabile dell’ufficio tecnico, opererà d’ora in poi alle direttive di
Romano. Novità, come anticipato, anche nell’importantissima area
economico-finanziaria. Il funzionario sovraordinato dell’ufficio tributi si è
insediato ieri mattina. Si chiama Giuseppe Curciarello e anch’egli, al pari dei
suoi colleghi, ha un curriculum di tutto rispetto. Attualmente ragioniere capo
del Comune di Roccella Ionica, Curciariello è, dunque, il nuovo responsabile
del settore tributi, un’area che richiede cure massicce, anche in vista della
creazione dell’anagrafe tributaria telematica, grande gap del comune di
Nicotera. Altro compartimento sovraordinato è quello relativo alla vigilanza.
Anche qui ruoli dirigenziali per Antonino Martino e Maurizio Marino, entrambi
provenienti dalla Polizia provinciale di Reggio Calabria. A loro il delicato
compito della vigilanza e del rispetto delle regole in un paese come Nicotera,
in cui talvolta si consuma il disprezzo delle norme basilari della convivenza
civile. Della nuova segretaria comunale abbiamo già scritto: si tratta della
reggina Amelia Mariano Pagano. Anch’essa sfoggia un curriculum di tutto
rispetto, ma probabilmente il nerbo portante della sua formazione è l’aver
operato in prima linea in Comuni in odor di mafia.
Il commissariamento del
Comune di Nicotera assurge quindi, con l’attuale terna commissariale, a una
nuova dimensione. La terna prefettizia si propone di uscire dal ruolo del
freddo burocrate per imprimere nel comune nicoterese una nuova direzione
affinchè possa approdare ad una più efficiente ma, soprattutto, legalitaria
organizzazione. Abbiamo sempre rilevato che, per epurare un Comune dal
malaffare, non basta espellere dalla casa municipale la parte politica, ma
occorre ripulire le aree strategiche del Comune di quegli occulti, ma non
troppo, anelli di congiunzione tra la politica e la mafia, altrimenti,
gattopardianamente, si cambierà tutto, affinchè nulla cambi. Ma ora la musica
sembra cambiata.
(nella foto Amelia Mariano Pagano, nuovo segretario comunale)
Nicotera. Cannabis: fenomeno in continuo aumento.
Nicotera. Sono a decine le coltivazioni di
marijuana individuate nel territorio nicoterese dalle Forze dell’ordine. La
cronaca racconta di centinaia di piantine rinvenute un po’ dappertutto. In
primis in appezzamenti di terreno, spesso aree demaniali incustodite,
trasformate dai contadini sui generis in zone private in cui far attecchire le
piantine illegali; altre volte si è trattato di terreni di proprietà degli
stessi coltivatori. Non è raro che piantagioni di cannabis siano state
rinvenute all’intero di alcuni appartamenti, o nelle terrazze, com’è successo
nell’agosto 2015, quando la Polizia scovò una sorta di serra domestica per la
coltivazione di marijuana sul terrazzo di una casa popolare non abitata. Le
piante hanno spesso un’altezza ragguardevole, talvolta superano i due metri.
Molto spesso nei luoghi in cui vengono rinvenute si trova tutto l’occorrente
per la cura: vasi, innaffiatoi, guanti per l’eradicamento, fertilizzanti,
zappe, ecc. Un armamentario di strumenti per l’efficientamento della produzione
dell’erba illegale.
Le operazioni
delle Forze dell’ordine permettono di individuare e smantellare un traffico che
va ad ingrossare gli affari della ndrangheta e dei suoi numerosi accoliti. Si
stima che una coltivazione di 500 piantine può fruttare centinaia di migliaia
di euro. Rimane il fatto che Nicotera, paese flagellato dalla piaga della
disoccupazione, vede in esponenziale crescita la produzione e la vendita di
sostanze stupefacenti. Allo stesso modo crescono le azioni di contrasto dei
Carabinieri, in un contesto non semplice: la mancanza di un sistema di
videosorveglianza non agevola di certo le attività investigative, al che si
deve aggiungere la radicata riluttanza dei cittadini a collaborare con le Forze
dell’ordine.
Nicotera. Vasta coltivazione di cannabis in una serra in pieno centro storico.
Nicotera. Nuovo
colpo messo a segno dai Carabinieri, giovedì sera, nel cuore del centro storico
di Nicotera, precisamente in un terreno incolto nella località “Vico Duomo”, a due passi dalla cattedrale. Qui è stata infatti individuata una vasta piantagione di
canapa indiana. La coltivazione era stata realizzata all’interno di una serra,
e la sua estensione era tale da poter coltivare contemporaneamente
circa 250 piante dall’altezza media di un metro e mezzo. Le piante, quasi al
massimo della loro fioritura, erano già pronte per l’estirpazione, l’essiccazione
ed immissione sul mercato dello spaccio. I militari hanno trovato all'interno della serra tutto l'occorrente per la cura della piantagione, nonchè una scala per poter agevolemente scavalcare un prospiciente muretto. L'irrigazione veniva fornita da un tubo allacciato abusivamente alla rete idrica comunale e il cui funzionamento era azionato a distanza. I Carabinieri hanno distrutto le piantine e posto sotto sequestro l'area dove insisteva la serra.
Ad
agire i militari della Compagnia di Tropea, agli ordini del Capitano Dario
Solito. A coadiuvare i militari della cittadina costiera, i colleghi della
Stazione di Nicotera e Nicotera Marina, guidati rispettivamente dai Comandanti
Luca Caravaglio e Fabio Cirone. L’operazione è stata condotta da un servizio a
largo raggio predisposto dalla Compagnia di Tropea volto al contrasto del fenomeno
della produzione e dello spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope. Ma l’azione dei Carabinieri non si ferma qui, continuano
infatti le indagini degli uomini dell’Arma per identificare i proprietari della
folta distesa di canapa indiana. Ancora una volta, dunque, le indagini mostrano come il malaffare cerchi di far attecchire nella pancia
del centro storico nicoterese le officine e i serbatoi dei suoi interessi. E
ciò non può essere un caso. Nicotera con il suo vasto centro storico, i suoi
vasti terreni nella zona agricola dell’entroterra e le stradine interpoderali
intersecate tra di loro come un labirinto senza uscita, si presta all’ingegno
criminale di chi vorrebbe lucrare coltivando e smerciando sostanze illecite
lontano da occhi indiscreti- o da occhi che vedono di chi non osa proferire
mezza parola per paura di immancabili ritorsioni. Per fortuna
l’azione dei Carabinieri si pone come contrasto a un sistema che pare ben
radicato se tali rinvenimenti di coltivazioni di piante psicotrope si
verificano con ragguardevole frequenza. E un dato, su tutti, merita di essere
evidenziato: in un paese come Nicotera in cui la disoccupazione giovanile è ai
livelli da Terzo Mondo, in cui il commercio va a rilento, in cui l’economia
gira con difficoltà, si nota che la coltivazione di pianticelle o intere serre
di cannabis va per la maggiore. Due dati, questi, che devono essere incrociati
e che dimostrano che l’aumento della disoccupazione è proporzionale a varie
attività illecite, nell’ambito delle quali molti decidono di diventare tragici
imprenditori di se stessi o, semplicemente, di vivere di pericolosi espedienti.
mercoledì 14 giugno 2017
A fuoco il "vecchio ospedale". I Carabinieri spengono il rogo.
Nicotera.
Se
non fosse stato per l’intervento dei Carabinieri della stazione di Nicotera
superiore e Nicotera Marina, le fiamme avrebbero completamente distrutto il
“vecchio ospedale”, un edificio ristrutturato qualche anno fa, sito nella
centralissima via Casolare e distante dall’asilo “Scardamaglia Longo” poco più
di un metro e mezzo. Le fiamme, di probabile matrice dolosa, sono divampate
all’interno dell’immobile all’incirca verso le ore 14.30. Ad accorgersi del
rogo le maestre dell’asilo le quali, dalla sala ricreazione, hanno visto le
lingue di fuoco serpeggiare altissime da una finestra della struttura. Senza
perdere tempo le tre insegnanti hanno portato i 25 bambini nell’altra ala della
scuola materna. Intanto venivano avvisati i Carabinieri e i Vigili del fuoco.
Immediatamente sul luogo dell’incendio sono giunte le pattuglie della stazione
di Nicotera superiore e quelli della frazione marittima. Benchè i pompieri fossero
stati allertati con la dovuta solerzia, i Carabinieri hanno preferito non rimanere
a guardare che le fiamme finissero di distruggere un immobile a due passi da
una scuola materna, mentre l’odore acre di bruciato aveva già invaso la
contigua via Castello. Spinti dal senso di abnegazione e dal coraggio il
Comandante della stazione di Nicotera Marina, Fabio Cirone, e il Maresciallo di
Nicotera superiore, Ezio Giarrizzo, si sono improvvisati Vigili del fuoco,
sfidando il pericolo e le fiamme, nonostante fossero sguarniti da una
protezione e da mezzi necessari per domare le fiamme, se non secchi ricolmi
d’acqua che un vicino bar forniva loro. Alcuni cittadini si sono prodigati a
dare una mano ai Carabinieri con mezzi di fortuna, perché solo in secondo
momento sono sbucati fuori un tubo da giardino e una mascherina per il
temerario Comandante Cirone, che si era infilato all’interno della struttura
scavalcando una finestra, accompagnato dal carabiniere Maccarrone. Il
Maresciallo Giarrizzo faceva la spola dal bar portando dei secchi d’acqua, e
Cirone impavidamente di addentrava nelle stanze invase dal fumo gravido di
diossina, dato che ad andare a fuoco sono stati cumuli di spazzatura e rifiuti
d’ogni genere, da tempo immemorabile accumulati all’interno della struttura-
tra le altre cose qualcuno si è disfatto di lastre di eternit scaraventandole
all’interno dell’edificio. L’intervento dei Carabinieri è stato provvidenziale
per domare il rogo, anche perché i pompieri tardavano ad arrivare, anzi, una
volta domate le fiamme, gli stessi militari li hanno avvisati che l’emergenza
era finita e che il rogo era stato stroncato. Alla fine del lavoro, però, il
Comandante Cirone e il Maresciallo Giarrizzo hanno dovuto ricorrere alle cure
della Guardia medica, per sintomi di intossicazione in seguito alla copiosa
inalazione da fumo. I militari sono stati sottoposti a terapia cortisonica e
ossigeno terapia.
L’intero territorio
nicoterese ha, tra gli altri gap, la mancanza di una postazione estiva dei
Vigili del fuoco. I pompieri devono giungere da Vibo in caso di emergenza, e la
distanza da coprire è quasi di tre quarti d’ora, il tempo che occorre a un rogo
di fare danni irreparabili. E così ieri è andata bene, grazie allo sprezzo del
pericolo mostrato dai Carabinieri, senza gli strumenti necessari per affrontare
l’emergenza se non lo spiccato senso di responsabilità.
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