Nicotera.
L’incidente
avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi, che ha visto coinvolti due
giovani diciassettenni, riapre la “questione sanità” a Nicotera e nella
fattispecie, l’annoso problema della mancanza di una postazione di 118. La
notte in cui i due ragazzi sono andati a sbattere violentemente contro un palo
della luce, l’ambulanza, che doveva partire dall’ospedale di Vibo, è giunta,
secondo quanto riferito dalle persone presenti, con un notevole ritardo.
Un ritardo quasi
“normale”, nel malaugurato caso di incidenti e malori, perché, dovendo
percorrere la distanza che separa il capoluogo dalla cittadina costiera, la
Suem non può giungere prima di tre quarti d’ora. Nelle emergenze, si sa, ogni
minuto è prezioso, ma Nicotera, e il suo comprensorio, che include anche
Limbadi, Joppolo e relative frazioni, può solo affidarsi alla fortuna e alla
bravura dei medici di Guardia per tamponare una situazione critica affinchè non
precipiti del tutto.
Una carenza, questa,
con cui la cittadinanza convive da troppo tempo ma della quale si prende atto,
con rinnovato disappunto, nel caso di gravi e improvvise emergenze, come quella
che ha visto coinvolti i due giovani. Il servizio manca da molti anni nella
cittadina costiera. Ma finora nessuna azione risolutiva, nessun gesto di
concretezza che possa sbloccare una situazione che sembra ormai fossilizzata
sotto la coltre dell’indifferenza e delle mancate promesse.
E a proposito di
promesse, non si può non rammentare quelle generosamente elargite dai commissari
dell’Asp e dagli esponenti politici. Questo giornale ha puntualmente riportato
le dichiarazioni fatte pubblicamente sia da rappresentanti politici che istituzionali.
Ma ha anche documentato che alle parole non sono corrisposti i fatti.
Almeno due volte il
consiglio comunale nicoterese ha ospitato chi poteva, o doveva, fare di più. Ad
esempio, l’ex commissaria dell’Asp Bernardi, ma anche Nazzareno Salerno, ai
tempi in cui era consigliere regionale, nonchè presidente della Commissione
attività sociali sanitarie culturali e formative della Regione. Nell’aprile del 2013, nel bel mezzo del
governo Scopelliti, Salerno giunse a
Nicotera per un sopralluogo presso l’ospedale. Fu accolto dalla giunta Pagano
al gran completo.
Il politico serrese
effettuò un lungo giro nella struttura fredda e semiabbandonata. I corridoi e
le stanze vuote, i muri rosi dall’umidità, alcuni cornicioni pronti a staccarsi
dalla struttura per rovinare al suolo. Motivo della visita era la presa d’atto
delle degradate condizioni dell’ospedale e delle gravi carenze nell’ambito dei
servizi.
«Non si possono più fare
difese di campanile- dichiarò in quell’occasione l’ex consigliere regionale- ma
occorre una rete integrata capace di offrire dei servizi di qualità,
accompagnati da buoni livelli di professionalità ed una qualità della risposta
clinica più alta». Ora, a distanza di due anni dall’ispezione di Salerno e
dall’ospitata del commissario dell’Asp nel consiglio comunale, la cittadina si
ritrova con le stesse drammatiche carenze che ledono il diritto basilare alla
salute dei cittadini.
Eppure, secondo le
norme previste dalla legge, “ le Regioni sono tenute a porre in atto le
strategie miranti a soddisfare i bisogni dei cittadini in situazioni di
emergenza e definiscono insieme alle Asp gli obiettivi da raggiungere”.
Insomma, un intreccio tra politica e azienda sanitaria.
Alcuni dati dovrebbero
far riflettere: il comune di Nicotera, e il suo vasto comprensorio, ha una
popolazione che supera i 20 mila abitanti, e che decuplica durante il periodo
estivo. Una vasta area completamente scoperta dall’assistenza emergenziale e
che dista quasi 30 kilometri dai presidi ospedalieri di Vibo e Tropea. Eppure
il piano aziendale dell’Asp di Vibo ha individuato il dislocamento delle
postazioni del 118 su Vibo, Soriano, Serra San Bruno e Tropea, già sedi di
ospedali con relativo reparto di Pronto Soccorso. Ma non a Nicotera.
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