Nicotera.
Pino
Marasco, assessore al Bilancio, Ambiente, Verde pubblico e Igiene, si è dimesso
ieri mattina. Motivazioni di tipo familiare l’avrebbero spinto a congedarsi,
non solo dal suo ruolo di assessore, ma addirittura dal consiglio, chiudendo
così una fase della sua attività di amministratore segnata da un atteggiamento
sospeso e incerto. Negli ultimi due mesi, Marasco ha spesso disertato le
riunioni di giunta, mentre un segnale inequivocabile del malessere che lo
pervadeva si è evinto lo scorso 20 dicembre, quando non si è presentato nella
civica assise indetta per discutere sulla variazione di bilancio e nella quale
l’assessore avrebbe dovuto relazionare sull’argomento all’ordine del giorno.
Ma questa situazione
velata di instabilità ha un preciso retroterra, che definire solo politico
forse sarebbe riduttivo. Tutto cominciò durante la campagna elettorale delle
regionali, lo scorso novembre. Marasco in quella occasione non fece mistero
della grande delusione che lo pervase nel prendere atto che nessuno dei
compagni di giunta sosteneva la sua candidatura. Ambiva a uno scranno a Palazzo
Alemanni e aveva chiesto, e non ottenuto, l’appoggio della compagine di destra
della giunta, essendo egli candidatosi con Fratelli d’Italia. Ma i suoi amici e
colleghi, per motivazioni che definirono politiche, non intesero fornirgli
alcun sostegno, dirottando il loro volume di consensi a un altro noto candidato
di destra, il serrese Nazzareno Salerno. In un’intervista a questo giornale
Marasco non nascose l’amarezza per quello che definì senza mezzi termini un
“tradimento” perpetrato ai suoi danni da chi proprio non se l’aspettava. Nella
stessa intervista, oltre al disappunto, dichiarò che l’inaccettabile
“voltafaccia” avrebbe avuto delle conseguenze, che, insomma, non sarebbe finita
lì, perché sarebbero cambiati i rapporti con consiglieri ed assessori e che,
una volta concluse le elezioni, avrebbe chiesto l’azzeramento delle nomine.
Ora, a distanza di due
mesi esatti da quelle dichiarazioni, Marasco va oltre a una semplice richiesta
di rimpasto, semplicemente gira i tacchi e se va, lascia la giunta Pagano e
quella lista politica della quale era stato uno dei più convinti e appassionati
promotori. Insomma, si potrebbe osservare, senza tema di smentita, che c’era
troppa elettricità nell’aria e alla fine il fulmine è deflagrato al suolo,
anche se non era semplice immaginare una presa di posizione così eclatante e
definitiva.
Quel che è certo è che
Marasco chiude la sua esperienza amministrativa, in una fase complessa della
giunta Pagano, in cui tanti problemi attendono una soluzione, a cominciare dal
Psc, non ancora presentato, anzi, l’importante documento sarebbe ancora in
“fase di lavorazione”; poi la questione sanitaria, sempre aperta, che vede in
cima alla lista la richiesta di una postazione del 118 nella cittadina
tirrenica; e poi ancora l’emergenza sicurezza, ambito dal quale sono scaturiti
i noti “qui pro quo” con il comando dei Carabinieri di Nicotera. E tante altre
problematiche, tutte ancora sul tappeto e tutte in attesa di una soluzione.
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