Nicotera.
Torna
alla ribalta la questione sicurezza. Le occasioni per toccare le dolenti note
sono, purtroppo, frequenti nella piccola cittadina costiera. La gente, avvilita
e quasi rassegnata, commenta i deprecabili eventi sottovoce. Un’alzata di
spalle, e poi si ritorna alla vita di ogni giorno in compagnia di un senso di
insicurezza, che sembra entrato di diritto nel vivere quotidiano.
L’amministrazione comunale, di fronte all’agire indisturbato degli autori di
macro e micro criminalità, fa quel che può, e cioè esprime il suo accorato
dissenso, in genere con un proclama espresso nel corso di un consiglio comunale.
Un lamento forte che rimbomba tra le antiche mura di palazzo Convento, ma che
fatica a diventare richiesta risoluta di maggiori presidi di sicurezza,
trasferta da compiere presso le “sedi opportune”, come si dice in questi casi.
E le sedi opportune sono la casa delle istituzioni, quelle con la “i”
maiuscola, che dovrebbero infondere senso di sicurezza alla cittadinanza e,
soprattutto, la sensazione che lo Stato c’è. E così anche nel consiglio
comunale di stasera si celebrerà la liturgia del biasimo e della condanna del
fatto criminoso che è balzato agli onori della cronaca in questi giorni:
l’incredibile furto degli strumenti musicali all’interno dell’Elefante rosso,
struttura ubicata a Nicotera Marina, e confiscata alla potente cosca dei
Mancuso nel 2001. Dopo quattrodici anni la struttura stava per diventare un
laboratorio musicale. Un’importante realtà artistico-culturale che avrebbe
rappresentato il simbolo della lotta alla mafia. Come se non bastasse la notte
tra mercoledì e giovedì nello storico quartiere San Giuseppe hanno preso fuoco
due automobili. Fatti inquietanti. E che non sono certo isolati. Eppure in
paese si cerca di esorcizzare il senso di sicurezza organizzando eventi
decisamente scenografici: per l’amministrazione ogni occasione è buona per
sfoderare effetti speciale. Palloncini, fiori, targhe, paillettes e lustrini.
Tutti in bella mostra. La cittadinanza così galleggia sull’inquietudine,
ubriacandosi di eventi e discorsi toccanti, cercando di ignorare una realtà di
un paese che sembra sempre più la terra di nessuno, dove i delinquenti agiscono
con disinvoltura e dove la sicurezza è affidata a poche, coraggiose e presenti,
unità della forze dell’ordine. Di videosorveglianza non se ne parla nemmeno.
Anzi, si. Il sindaco Franco Pagano l’ha attivata presso i luoghi dove vi erano
posizionati i cassonetti dell’immondizia, sì da beccare i cittadini in
flagrante delicto, intenti a disfarsi del sacchetto di rifiuti, e quindi
multarli a causa del loro comportamento deplorevole. Ma di videosorveglianza in
tutte le aree del paese, per beccare in egual maniera chi compie gesti ben più
gravi sarebbe davvero chiedere troppo.
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