mercoledì 26 aprile 2017

Chiesa profanata. Le parole di monsignor Luigi Renzo e di don Francesco Vardè.



Nicotera. Non si spegne l’ondata di indignazione in paese dopo il grave atto sacrilego perpetrato all’interno della chiesa di San Francesco di Paola. La comunità si chiede soprattutto quale sia la regia di un tale gesto, se davvero sia stata la matrice esoterica ad ispirare i malviventi. Difficile stabilirlo. Altri fatti del genere, verificatisi a Nicotera e nel suo entourage, hanno indotto molti a pensare che ad operare sia un gruppo dedito al culto del diavolo e notevolmente specializzato nello scardinare le porte delle chiese. Tuttavia, monsignor Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, intervistato ieri mattina dal Quotidiano, ha preferito gettare un po’ acqua sul fuoco delle ipotesi sataniche che divampano in queste ore. Le sue parole erano improntate a una grande cautela. Innanzitutto il presule ha voluto esprimere il suo totale disappunto per quanto verificatosi, nonché «la condanna per un atto sacrilego di questo tipo». «Non posso dire se tale episodio abbia una matrice esoterica- ha detto monsignor Luigi Renzo- Più che il furto di offerte,- ha aggiunto- mi pare che abbia riguardato altri aspetti della chiesa, come la statua di San Francesco e i tabernacoli.  Tuttavia sembra essere più un danneggiamento a scopo di rapina, cioè l’appropriazione di ciò che i malviventi pensavano di poter racimolare dalla vendita di quegli oggetti, ignorando che non hanno valore economico». Intanto, ieri pomeriggio, alle 17.30 si è celebrata, all’interno del santuario violato, una celebrazione riparatrice officiata da don Francesco Vardè. Il parroco della concattedrale di Nicotera non ha nascosto il suo turbamento per quanto accaduto. Inequivocabili nel suo viso i segni del dolore per un gesto che colpito la fede e la sensibilità religiosa collettiva.
«Siamo tutti costernati- ha esordito don Francesco nella sua omelia- pieni di dolore perché viviamo passivamente, impotenti queste escalation di gesti così terribili. Ieri, parlando del nostro territorio con il vescovo- ha detto ancora il parroco di Nicotera-, mi ha confidato che quasi ogni mese viene profanata una chiesa». Forte, da parte di don Vardè, l’invito alla preghiera per la conversione dei cuori, affinchè «si redimano le persone che hanno commesso tale gesto, affinchè si consegnino alla giustizia. Come hanno fatto questa cosa potrebbero farne altre di peggiori».
Per quanto riguarda le ragioni sottese al deprecabile fatto, il parroco ha sottolineato che al di là di quale sia la motivazione che ha spinto i vandali ad agire, la vera causa di tutto è «la mancanza di fede, odio verso la religione, e una grande miseria spirituale, morale, e forse anche materiale».
Poi il sacerdote ha rivolto un accorato invito ai nicoteresi a migliorare: «Nicotera- ha esortato- ha bisogno di cambiare il modo di vivere le relazioni, le compagnie, le famiglie, le frequentazioni, la politica, l’economia». Infine la speranza «che non sia stato qualcuno della nostra comunità a compiere un gesto del genere». La chiesa era gremita di fedeli, in tanti hanno voluto partecipare alla messa di riparazione, e chissà se tra le tantissime persone presenti non si trovassero anche gli autori della profanazione, intenti a gustarsi il dispiacere del sacerdote e della comunità dei fedeli, o se invece si trovino già altrove impegnati a vendere la pisside che conteneva le ostie, sperando di guadagnarci qualcosa, o se, ed è l’ipotesi più agghiacciante, stiano già organizzando, in quale luogo sperduto lontano dalla grazia di Dio, una messa nera.

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