Nicotera.
Non
si spegne l’ondata di indignazione in paese dopo il grave atto sacrilego
perpetrato all’interno della chiesa di San Francesco di Paola. La comunità si
chiede soprattutto quale sia la regia di un tale gesto, se davvero sia stata la
matrice esoterica ad ispirare i malviventi. Difficile stabilirlo. Altri fatti
del genere, verificatisi a Nicotera e nel suo entourage, hanno indotto molti a
pensare che ad operare sia un gruppo dedito al culto del diavolo e notevolmente
specializzato nello scardinare le porte delle chiese. Tuttavia, monsignor Luigi
Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, intervistato ieri
mattina dal Quotidiano, ha preferito gettare un po’ acqua sul fuoco delle
ipotesi sataniche che divampano in queste ore. Le sue parole erano improntate a
una grande cautela. Innanzitutto il presule ha voluto esprimere il suo totale disappunto
per quanto verificatosi, nonché «la condanna per un atto sacrilego di questo
tipo». «Non posso dire se tale episodio abbia una matrice esoterica- ha detto
monsignor Luigi Renzo- Più che il furto di offerte,- ha aggiunto- mi pare che
abbia riguardato altri aspetti della chiesa, come la statua di San Francesco e
i tabernacoli. Tuttavia sembra essere
più un danneggiamento a scopo di rapina, cioè l’appropriazione di ciò che i
malviventi pensavano di poter racimolare dalla vendita di quegli oggetti,
ignorando che non hanno valore economico». Intanto, ieri pomeriggio, alle 17.30
si è celebrata, all’interno del santuario violato, una celebrazione riparatrice
officiata da don Francesco Vardè. Il parroco della concattedrale di Nicotera
non ha nascosto il suo turbamento per quanto accaduto. Inequivocabili nel suo
viso i segni del dolore per un gesto che colpito la fede e la sensibilità
religiosa collettiva.
«Siamo tutti
costernati- ha esordito don Francesco nella sua omelia- pieni di dolore perché
viviamo passivamente, impotenti queste escalation di gesti così terribili.
Ieri, parlando del nostro territorio con il vescovo- ha detto ancora il parroco
di Nicotera-, mi ha confidato che quasi ogni mese viene profanata una chiesa».
Forte, da parte di don Vardè, l’invito alla preghiera per la conversione dei
cuori, affinchè «si redimano le persone che hanno commesso tale gesto, affinchè
si consegnino alla giustizia. Come hanno fatto questa cosa potrebbero farne
altre di peggiori».
Per quanto riguarda le
ragioni sottese al deprecabile fatto, il parroco ha sottolineato che al di là
di quale sia la motivazione che ha spinto i vandali ad agire, la vera causa di
tutto è «la mancanza di fede, odio verso la religione, e una grande miseria
spirituale, morale, e forse anche materiale».
Poi il sacerdote ha
rivolto un accorato invito ai nicoteresi a migliorare: «Nicotera- ha esortato-
ha bisogno di cambiare il modo di vivere le relazioni, le compagnie, le
famiglie, le frequentazioni, la politica, l’economia». Infine la speranza «che
non sia stato qualcuno della nostra comunità a compiere un gesto del genere».
La chiesa era gremita di fedeli, in tanti hanno voluto partecipare alla messa
di riparazione, e chissà se tra le tantissime persone presenti non si
trovassero anche gli autori della profanazione, intenti a gustarsi il
dispiacere del sacerdote e della comunità dei fedeli, o se invece si trovino
già altrove impegnati a vendere la pisside che conteneva le ostie, sperando di
guadagnarci qualcosa, o se, ed è l’ipotesi più agghiacciante, stiano già
organizzando, in quale luogo sperduto lontano dalla grazia di Dio, una messa
nera.
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