Nicotera.
Cresce l’apprensione in città per l’imminente arrivo di un nutrito gruppo di
extracomunitari che sarà ospitato presso l’hotel Miragolfo. La cittadinanza è in
preda allo sconcerto per essersi trovata di punto in bianco davanti a una
decisione di cui era completamente all’oscuro. Ciò che è prevalso è un forte
malcontento, tale da indurre i cittadini a costituirsi in un comitato civico
spontaneo che si oppone a una scelta considerata deleteria per la città, sul
piano del turismo e della sicurezza. Canale rappresentativo per interloquire
con quelle istituzioni che hanno completamente bypassato la cittadinanza. Il
civico sodalizio, appresa la notizia dell’imminente arrivo degli ospiti, sta
agendo celermente, per informare capillarmente i compaesani,
argomentando il suo fermo “no” all’apertura del Centro di accoglienza. Sono
stati già distribuiti dei volantini informativi, mentre già da ieri pomeriggio
è partita una raccolta firme. “Nicotera è stato sempre un paese ospitale” si
legge nell’incipit del documento programmatico distribuito in città. I militanti
si smarcano da ogni probabile, e quasi scontata, accusa di razzismo che
potrebbe venir loto rivolta e che, giurano, nulla ha che fare con il loro
disaccordo. Tuttavia, argomentano, per
quanto riguarda l’imminente apertura del Centro di accoglienza «la popolazione
ha reagito con sconcerto e incredulità, ma non perché la città è un covo di
facinorosi e di razzisti ma semplicemente perché questo modo di fare
accoglienza è sbagliato». Gli interrogativi che si pongono sono
tanti: «perché la popolazione non è stata avvisata, nonostante sia evidente che
l’intera complessa operazione non è certo stata fatta in pochi giorni? Quante
persone ospiterà il Centro? Qual è la loro provenienza, di che sesso ed età
sono? A quali attività di pubblica utilità saranno destinate?». Il comitato
spontaneo si chiede inoltre se non sarebbe stato più opportuno gestire la cosa
sul “modello Riace”. «Alla luce delle recenti innovazioni intervenute sulla normativa
che regola la materia, non sarebbe stato meglio portare in città un numero limitato di
migranti – 20 o 30 – con le famiglie e installarle in uno dei tanti immobili
presenti nel centro storico cittadino? Immobili che si sarebbero potuti ristrutturare
con i fondi del Ministero a vantaggio dei proprietari mentre i migranti
avrebbero potuto essere gestiti da una cooperativa di giovani nicoteresi,
portando così lavoro in una terra dove il tasso di inattività è del 65%?».
Così, osservano, è stato fatto a Riace, «dove i migranti partecipano alle
operazioni della raccolta differenziata dei rifiuti, o a Siderno dove i migranti
fanno le guide turistiche, o a Badolato dove hanno aperto delle botteghe
artigiane, il tutto persino favorito da un apposita legge della regione
Calabria, la n. 18 del 2009».
Che utilità, invece, si
chiede il civico sodalizio, «c’è a concentrarli in immobili che dovrebbero
invece accogliere turisti? E a quali rischi si va incontro se queste persone
non verranno impiegate perché nessun essere umano può stare 24 ore al giorno
senza fare nulla. E poi la questione della sicurezza, come provano i recenti
fatti di cronaca accaduti in queste strutture che spesso finiscono solo per
essere dei lager». Tante le domande che i cittadini sperano di poter rivolgere
alle Istituzioni.
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