martedì 25 luglio 2017

Malcontento verso il nascente Centro di accoglienza.



Nicotera. Cresce l’apprensione in città per l’imminente arrivo di un nutrito gruppo di extracomunitari che sarà ospitato presso l’hotel Miragolfo. La cittadinanza è in preda allo sconcerto per essersi trovata di punto in bianco davanti a una decisione di cui era completamente all’oscuro. Ciò che è prevalso è un forte malcontento, tale da indurre i cittadini a costituirsi in un comitato civico spontaneo che si oppone a una scelta considerata deleteria per la città, sul piano del turismo e della sicurezza. Canale rappresentativo per interloquire con quelle istituzioni che hanno completamente bypassato la cittadinanza. Il civico sodalizio, appresa la notizia dell’imminente arrivo degli ospiti, sta agendo celermente, per informare capillarmente i compaesani, argomentando il suo fermo “no” all’apertura del Centro di accoglienza. Sono stati già distribuiti dei volantini informativi, mentre già da ieri pomeriggio è partita una raccolta firme. “Nicotera è stato sempre un paese ospitale” si legge nell’incipit del documento programmatico distribuito in città. I militanti si smarcano da ogni probabile, e quasi scontata, accusa di razzismo che potrebbe venir loto rivolta e che, giurano, nulla ha che fare con il loro disaccordo.   Tuttavia, argomentano, per quanto riguarda l’imminente apertura del Centro di accoglienza «la popolazione ha reagito con sconcerto e incredulità, ma non perché la città è un covo di facinorosi e di razzisti ma semplicemente perché questo modo di fare accoglienza è sbagliato». Gli interrogativi che si pongono sono tanti: «perché la popolazione non è stata avvisata, nonostante sia evidente che l’intera complessa operazione non è certo stata fatta in pochi giorni? Quante persone ospiterà il Centro? Qual è la loro provenienza, di che sesso ed età sono? A quali attività di pubblica utilità saranno destinate?». Il comitato spontaneo si chiede inoltre se non sarebbe stato più opportuno gestire la cosa sul “modello Riace”. «Alla luce delle recenti innovazioni intervenute sulla normativa che regola la materia, non sarebbe stato meglio portare in città un numero limitato di migranti – 20 o 30 – con le famiglie e installarle in uno dei tanti immobili presenti nel centro storico cittadino? Immobili che si sarebbero potuti ristrutturare con i fondi del Ministero a vantaggio dei proprietari mentre i migranti avrebbero potuto essere gestiti da una cooperativa di giovani nicoteresi, portando così lavoro in una terra dove il tasso di inattività è del 65%?». Così, osservano, è stato fatto a Riace, «dove i migranti partecipano alle operazioni della raccolta differenziata dei rifiuti, o a Siderno dove i migranti fanno le guide turistiche, o a Badolato dove hanno aperto delle botteghe artigiane, il tutto persino favorito da un apposita legge della regione Calabria, la n. 18 del 2009».
Che utilità, invece, si chiede il civico sodalizio, «c’è a concentrarli in immobili che dovrebbero invece accogliere turisti? E a quali rischi si va incontro se queste persone non verranno impiegate perché nessun essere umano può stare 24 ore al giorno senza fare nulla. E poi la questione della sicurezza, come provano i recenti fatti di cronaca accaduti in queste strutture che spesso finiscono solo per essere dei lager». Tante le domande che i cittadini sperano di poter rivolgere alle Istituzioni.

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