giovedì 25 maggio 2017

Approvata la legge sulla valorizzazione della Dieta mediterranea



Nella foto Orlandino Greco
Nicotera. La legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea, firmata dai consiglieri regionali Orlandino Greco e Franco Sergio, è stata approvata dalla terza Commissione consiliare della Regione,  “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, presieduta dal consigliere regionale Michele Mirabello, il quale, in un nota stampa, ha dichiarato che «l’approvazione del progetto di legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea è un traguardo di assoluto valore che va, però, perfezionato rapidamente con l’approvazione finale del Consiglio. La legge- ha spiegato ancora Mirabello- raccoglie e rilancia un’esperienza ultradecennale avviata dalla Camera di commercio di Vibo Valentia e diventata patrimonio dell’Unesco come bene immateriale dell'umanità, che promuove e valorizza i prodotti agroalimentari tipici di quel territorio, come il formaggio pecorino del Monte Poro, i mostaccioli di Soriano, il tartufo di Pizzo, la ‘nduja di Spilinga, rappresentative della tipicità agroalimentare calabrese».
Il presidente della terza commissione consiliare ha tenuto ancora a sottolineare che «la Dieta Mediterranea, le cui caratteristiche nutritive ed organolettiche sono ormai ben note e sperimentate scientificamente, non solo contribuisce a limitare l'incidenza di malattie coronariche e la prevenzione di disfunzioni alimentari, quali l'obesità, ma recupera una tradizione culturale e antropologica che senza dubbio sarà una delle attrattive maggiori del territorio vibonese». La legge, insomma, prevede che il grande patrimonio immateriale dell’umanità è una risorsa che appartiene a tutta la Calabria, a tutti quei piccoli paesi che, con le loro tipiche specialità gastronomiche, possono rappresentare e incentivare quello che potrebbe diventare un formidabile volano di sviluppo per l’intero territorio calabrese. Ma qual è il vantaggio che ne può trarre Nicotera da questa nuova legge? E la domanda ha un suo perché in quanto la cittadina costiera è stata universalmente riconosciuta come la madre della Dieta mediterranea perchè proprio qui, negli anni Cinquanta, Ancel Keys e il suo staff studiarono il regime alimentare dei nicoteresi. Quel modo di alimentarsi, semplice e sano, che preveniva le malattie cardiovascolari venne definito “dieta mediterranea”. Ma questa legge, dicevamo, che ruolo dà a Nicotera? Alla cittadina costiera rimane solo, per così dire, la benemerenza per esserne stata la patria, cioè l’etichetta di “città della dieta mediterranea di riferimento”. Ma risvolti pratici non se ne intravedono. Persino l’Odmir (Osservatorio della Dieta mediterranea), che è una Fondazione composta da esperti (dal nutrizionista all’economista) con il compito di monitorare, promuovere e capitalizzare la grande risorsa alimentare, non è ancora chiaro se avrà sede a Nicotera, come era previsto, oppure presso la sede del consiglio regionale. Non è infatti un caso che questa proposta di legge, quando vide la luce, nel 2015, a Nicotera non fu accolta con particolare entusiasmo. L’ex sindaco Franco Pagano organizzò un consiglio comunale ad hoc, cui presero parte gli autori della proposta di legge, lo stesso Mirabello e un nutrito parterre di esperti. In quell’occasione l’ex consigliere Pino Brosio e Antonio Montuoro, presidente dell’Accademia della dieta mediterranea, entrambi da sempre in prima linea nel valorizzare il ruolo di Nicotera nell’ambito dell’importante bene immateriale dell’umanità,  espressero vivo disaccordo ad una proposta di legge che mortificava, nei fatti, la cittadina costiera. La costernazione nasceva, per altro, dal fatto che la precedente legge 45/2013 firmata da Alfonsino Grillo, consigliere della Giunta Scopelliti, veniva d’un tratto cancellata con un colpo di spugna.  
La polemica si sviluppò soprattutto sull’affaire “Fondazione” che, secondo la legge Grillo, sarebbe dovuta sorgere a Nicotera, in quanto “comune elettivo” della dieta mediterranea. Ma ciò che emerse nel corso di quel dibattito fu una vera doccia fredda per nicoteresi: la Fondazione sancita dalla legge Grillo non è esisteva che sulla carta. Si trattava di un semplice ente in house che non era contemplato nemmeno nell’anagrafe contabile della Regione. Stanti così le cose, la Regione non aveva investito nemmeno un euro sulla fantomatica Fondazione, strenuamente difesa dal consiglio comunale nicoterese, né il comune di Nicotera, d’altro canto, si era presentato alla Regione per pretendere di accendere i riflettori sull’ente in house. 

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