Nella foto Orlandino Greco
Nicotera. La legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea, firmata dai consiglieri regionali Orlandino Greco e Franco Sergio, è stata approvata dalla terza Commissione consiliare della Regione, “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, presieduta dal consigliere regionale Michele Mirabello, il quale, in un nota stampa, ha dichiarato che «l’approvazione del progetto di legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea è un traguardo di assoluto valore che va, però, perfezionato rapidamente con l’approvazione finale del Consiglio. La legge- ha spiegato ancora Mirabello- raccoglie e rilancia un’esperienza ultradecennale avviata dalla Camera di commercio di Vibo Valentia e diventata patrimonio dell’Unesco come bene immateriale dell'umanità, che promuove e valorizza i prodotti agroalimentari tipici di quel territorio, come il formaggio pecorino del Monte Poro, i mostaccioli di Soriano, il tartufo di Pizzo, la ‘nduja di Spilinga, rappresentative della tipicità agroalimentare calabrese».
Nicotera. La legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea, firmata dai consiglieri regionali Orlandino Greco e Franco Sergio, è stata approvata dalla terza Commissione consiliare della Regione, “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, presieduta dal consigliere regionale Michele Mirabello, il quale, in un nota stampa, ha dichiarato che «l’approvazione del progetto di legge sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea è un traguardo di assoluto valore che va, però, perfezionato rapidamente con l’approvazione finale del Consiglio. La legge- ha spiegato ancora Mirabello- raccoglie e rilancia un’esperienza ultradecennale avviata dalla Camera di commercio di Vibo Valentia e diventata patrimonio dell’Unesco come bene immateriale dell'umanità, che promuove e valorizza i prodotti agroalimentari tipici di quel territorio, come il formaggio pecorino del Monte Poro, i mostaccioli di Soriano, il tartufo di Pizzo, la ‘nduja di Spilinga, rappresentative della tipicità agroalimentare calabrese».
Il presidente della terza commissione
consiliare ha tenuto ancora a sottolineare che «la Dieta Mediterranea, le cui
caratteristiche nutritive ed organolettiche sono ormai ben note e sperimentate
scientificamente, non solo contribuisce a limitare l'incidenza di malattie
coronariche e la prevenzione di disfunzioni alimentari, quali l'obesità, ma
recupera una tradizione culturale e antropologica che senza dubbio sarà una
delle attrattive maggiori del territorio vibonese». La legge, insomma, prevede
che il grande patrimonio immateriale dell’umanità è una risorsa che appartiene
a tutta la Calabria, a tutti quei piccoli paesi che, con le loro tipiche
specialità gastronomiche, possono rappresentare e incentivare quello che potrebbe
diventare un formidabile volano di sviluppo per l’intero territorio calabrese.
Ma qual è il vantaggio che ne può trarre Nicotera da questa nuova legge? E la
domanda ha un suo perché in quanto la cittadina costiera è stata universalmente
riconosciuta come la madre della Dieta mediterranea perchè proprio qui, negli
anni Cinquanta, Ancel Keys e il suo staff studiarono il regime alimentare dei
nicoteresi. Quel modo di alimentarsi, semplice e sano, che preveniva le malattie
cardiovascolari venne definito “dieta mediterranea”. Ma questa legge, dicevamo,
che ruolo dà a Nicotera? Alla cittadina costiera rimane solo, per così dire, la
benemerenza per esserne stata la patria, cioè l’etichetta di “città della
dieta mediterranea di riferimento”. Ma risvolti pratici non se ne intravedono.
Persino l’Odmir (Osservatorio della Dieta mediterranea), che è una Fondazione
composta da esperti (dal nutrizionista all’economista) con il compito di
monitorare, promuovere e capitalizzare la grande risorsa alimentare, non è
ancora chiaro se avrà sede a Nicotera, come era previsto, oppure presso la sede
del consiglio regionale. Non è infatti un caso che questa proposta di legge,
quando vide la luce, nel 2015, a Nicotera non fu accolta con particolare
entusiasmo. L’ex sindaco Franco Pagano organizzò un consiglio comunale ad hoc,
cui presero parte gli autori della proposta di legge, lo stesso Mirabello e un
nutrito parterre di esperti. In quell’occasione l’ex consigliere Pino Brosio e
Antonio Montuoro, presidente dell’Accademia della dieta mediterranea, entrambi
da sempre in prima linea nel valorizzare il ruolo di Nicotera nell’ambito
dell’importante bene immateriale dell’umanità, espressero vivo disaccordo ad una proposta di
legge che mortificava, nei fatti, la cittadina costiera. La costernazione
nasceva, per altro, dal fatto che la precedente legge 45/2013 firmata da
Alfonsino Grillo, consigliere della Giunta Scopelliti, veniva d’un tratto
cancellata con un colpo di spugna.
La polemica si sviluppò
soprattutto sull’affaire “Fondazione” che, secondo la legge Grillo, sarebbe
dovuta sorgere a Nicotera, in quanto “comune elettivo” della dieta
mediterranea. Ma ciò che emerse nel corso di quel dibattito fu una vera doccia
fredda per nicoteresi: la Fondazione sancita dalla legge Grillo non è esisteva
che sulla carta. Si trattava di un semplice ente in house che non era
contemplato nemmeno nell’anagrafe contabile della Regione. Stanti così le cose,
la Regione non aveva investito nemmeno un euro sulla fantomatica Fondazione,
strenuamente difesa dal consiglio comunale nicoterese, né il comune di
Nicotera, d’altro canto, si era presentato alla Regione per pretendere di
accendere i riflettori sull’ente in house.
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