domenica 1 settembre 2019

CIMITERO: emergenza loculi. Salme trasferite nei camposanti di altri comuni.


Nicotera.  Emergenza loculi al cimitero. Il Comune non ha più posti per poter seppellire i morti. La salma di una signora deceduta è rimasta cinque giorni nella cappella centrale del camposanto in attesa di trovare un posto che poi non è arrivato. Così la defunta è stata trasferita nel cimitero di Rombiolo, dove i familiari hanno potuto reperire un loculo. La famiglia in questione non era indigente, quindi la sepoltura non poteva essere eseguita a carico del Comune, per come prevede la legge. Si riapre, così, l’emergenza spazio per il cimitero di Nicotera. “Anche morire è diventato un lusso”, osserva sconsolato il custode, che conosce bene la situazione.
Urge, dunque, un ampliamento, ma urge, nel contempo, la necessità di rivedere il regolamento comunale, oltre che l’opportunità, già ventilata dal sindaco nel corso della campagna elettorale, di affidare tutti i servizi cimiteriali ad una ditta esterna, dato che, come sembra, le cose sono gestite con una certa anarchia. Un modus operandi, a carico delle famiglie, che spesso non rispetta le norme previste dalla legge in materia, in specie nelle operazioni di estumulazione e gestione dei rifiuti cimiteriali. Il sindaco Giuseppe Marasco fa sapere che i lavori dell’ampliamento del cimitero sono già in agenda. Un progetto esiste già: è stato redatto, nell’ottobre del 2013, dall’allora assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito. Un prospetto che non riguardava solo la parte squisitamente tecnica, ma anche le politiche cimiteriali; ad esempio: la rielaborazione del regolamento, la questione delle tasse di concessione dei lotti e un censimento globale e anagrafico del luogo sacro. Un vero e proprio organigramma che il sindaco ha deciso di adottare in quanto in tal modo si abbattono i tempi di realizzazione delle opere previste. Il progetto nel suo insieme ha un costo di 200 mila euro. Nelle spese sono incluse il frazionamento del terreno in lotti, le spese tecniche, la realizzazione dei muri di recinzione e quella dei canali di scolo per le acque bianche, illuminazione e pavimentazione, anche di aree per le quali non è mai stato costruito un selciato decente. In tutto verranno espropriati 2278 metri quadri di terreno. Solo la fase espropriativa ha un costo di circa 28 mila euro. Ma qui l’amministrazione ha trovato il modo di abbattere i costi di espropriazione: l’ente è infatti riuscito ad addivenire ad un accordo con il proprietario del terreno in questione: cessione dell’area edificabile in cambio di due lotti. Con le tasse di concessione si procederà ai lavori di pavimentazione, illuminazione e raccolta delle acque piovane. Occorrerà, inoltre, eseguire il censimento delle antiche edicole gentilizie dei cui proprietari si è persa la memoria, nonché l’abbattimento di altre ormai decadenti, come una, sita nella parte più antica del luogo sacro, a cui anni fa qualcuno ha dato fuoco, distruggendola.

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